Gardone, il festival «Tener-a-mente» è un successo internazionale

Oltre ventitremila spettatori complessivi, pubblico proveniente da numerose nazioni, concerti (a volte unici in Italia) che hanno regalato grandi soddisfazioni al pubblico e agli organizzatori. La quattordicesima edizione di «Tener-a-mente», il festival musicale del Vittoriale organizzato da Ripens’arti delle sorelle Viola e Rita Costa, è terminata solo l’altra sera con il secondo concerto di Antonello Venditti, ma è già tempo di bilanci.
Che sono estremamente positivi: dei quindici spettacoli in cartellone, otto hanno fatto registrare il tutto esaurito (tra questi, «Più Luce!», l’omaggio alla poesia curato da Paola Veneto).
I dati
Curiose alcune cifre, tra quelle rese note: i biglietti sono stati acquistati da 97 province italiane e da 53 Paesi sparsi in tutto il mondo, tra cui località «esotiche» come Colombia, Nuova Zelanda, Malawi e Bahamas. Sono stati i concerti della songwriter americana Brandi Carlile e del duo strumentale svizzero-ecuadoriano Hermanos Gutiérrez ad attirare spettatori dal maggior numero di paesi differenti (29), con la stessa Carlile che ha fatto registrare una partecipazione internazionale pari al 40%, con il 9% del pubblico arrivato dagli Stati Uniti. Il pubblico bresciano è invece sceso al 27%, lasciando spazio a flussi sempre più cospicui di turismo musicale diffuso.
Sul successo internazionale della kermesse ha voluto porre in particolare l’accento il presidente del Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruno Guerri: «Un pubblico proveniente da cinquantatré nazioni dei cinque continenti – fino alla Nuova Zelanda – non è tutto di passaggio sul lago di Garda o in Italia. Molti spettatori partono dai loro paesi lontani apposta per assistere a un nostro concerto, visitano il Vittoriale o altre località del lago, creando ricchezza e riportando in patria le meraviglie che hanno visto. Lo considero il maggior successo di Tener-a-mente, un grande servizio reso all’intero sistema culturale e turistico italiano».
I live
Impossibile stilare una classifica di merito, ma oltre a quello della Carlile, sono stati memorabili i live di Morrissey, The The e Kamasi Washington (anche se è stato meno premiati di altri in termini di spettatori), positive sorprese quelli di Marcus King e The Kenny Wayne Sheperd Band, scoppiettanti le performance di Mika e di (un doppio) Venditti, che non si vedeva da tempo così in forma.
Condizioni che spiegano la chiosa raggiante di Viola Costa: «Quella appena conclusa è stata senza dubbio l’edizione in cui più abbiamo sentito riconosciuto il nostro percorso artistico e l’identità di questo Festival. L’abbiamo costruito e consolidato nel tempo, l’abbiamo difeso strenuamente anche in anni come questo, in cui la crisi del pubblico della musica dal vivo avrebbe potuto suggerire scelte più facili e più commerciali. «È quindi doppia – conclude Viola Costa – la nostra soddisfazione, nel constatare l’apprezzamento della stampa e di un pubblico di veri appassionati».
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