Valcamonica

Tutto il caso dell'omicidio di Laura Ziliani, dalla scomparsa alle confessioni

Con le prime ammissioni di colpa di Mirto Milani, Silvia e Paola Zani, inizia una nuova fase del giallo di Temù
Da sinistra Laura Ziliani, Paola e Silvia Zani. Nel riquadro Mirto Milani - Foto tratte dai profili Facebook
Da sinistra Laura Ziliani, Paola e Silvia Zani. Nel riquadro Mirto Milani - Foto tratte dai profili Facebook
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Con le prime ammissioni di colpa di Mirto Milani, durante l’interrogatorio nel carcere di Canton Mombello a Brescia, inizia una nuova fase del caso Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù scomparsa alla vigilia della Festa della mamma dell’anno scorso e trovata morta l’8 agosto 2021. In carcere con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere oltre a Milani ci sono due delle tre figlie della vittima: Silvia Zani, 27 anni e fidanzata di Mirto, e la sorella minore Paola, 20.

Ripercorriamo, tappa dopo tappa, quello che ormai è conosciuto come «il giallo di Temù».

La scomparsa

Laura Ziliani, 55 anni, vedova dal 2012 e madre di tre figlie, scompare dalla sua casa di Temù sabato 8 maggio 2021. La prima a dare l’allarme è la figlia maggiore Silvia, che chiama i carabineri di Breno alle 11.58: «Mamma non è rientrata da un’escursione in montagna. È uscita di casa alle 7 per andare lungo i sentieri che si addentrano nei boschi sopra l’abitato di Villa Dalegno». L’ex vigilessa, che vive a Brescia con la figlia mezzana, torna a Temù solo nel weekend, spesso per dedicarsi alle camminate: è un’esperta di trekking e conosce benissimo quelle montagne.

Scattano immediatamente le ricerche, che vanno avanti per una settimana. Senza esito. I volontari di Soccorso alpino, Vigili del fuoco e Protezione civile battono tutta l’area: 2.500 chilometri di tracce gps, scandagliando zone impervie e dragando il fiume che passa in paese. Il 23 maggio un residente trova una scarpa, nelle vicinanze del torrente Fumeclo: corrisponde alla descrizione delle Salomon della donna scomparsa. Le ricerche riprendono, ma di Laura Ziliani non c’è traccia.

Le indagini

Il 28 giugno, a 51 giorni dalla scomparsa, due delle tre figlie di Laura Ziliani vengono iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario. Nel fascicolo finisce anche il nome del fidanzato della primogenita, di orgini bergamasche, che però vive con le due in Valcamonica, dove le aiuta a gestire i diversi appartamenti di proprietà della famiglia.

Il procuratore Caty Bressanelli riscontra incongruenze nei racconti delle due ragazze e mette sotto sequestro l’abitazione di via Ballardini a Temù. Innanzitutto, nessuna delle telecamere del paese camuno ha ripreso la donna nelle prime ore della mattinata di sabato.

Lo smartphone della vittima non è mai uscito dalla palazzina e gli inquirenti hanno trovato nella cantina-deposito per l’attrezzatura da montagna, incastrato tra una panca e le scale. Il sopralluogo dei carabinieri della Scientifica nell’abitazione di Temù del 27 luglio scorso, che ha fatto seguito al lavoro dei consulenti svolto la settimana precedente, non ha dato riscontri.

Il ritrovamento del cadavere

Il corpo di Laura Ziliani viene avvistato da un bambino in gita con i suoi genitori, domenica 8 agosto 2021, dietro a un cespuglio lungo l'argine del fiume Oglio a Temù. A pancia in giù, senza vestiti e senza scarpe, indossa solo indumenti intimi. Il cadavere si trova lungo la pista ciclabile dell’Alta Valle che costeggia l’Oglio, di fronte al bacino della centrale Edison.

Gli esami del Dna il 17 agosto confermano l’identità, anche se già in fase di autopsia il corpo era stato riconosciuto per una ciste sotto il piede destro e gli orecchini ai lobi. Nessun segno di violenza: la salma non presenta ferite da taglio né fori di proiettile. Non ci sono nemmeno ecchimosi attorno al collo, quindi mancano segni eloquenti di strangolamento o di strozzamento. I medici legali non hanno trovato acqua nei polmoni, né traumi interni, né fratture.

Gli arresti

All’alba del 24 settembre 2021 vengono arrestate Paola e Silvia Zani, così come il fidanzato della maggiore Mirto Milani. Tutti i pezzi del puzzle, raccolti minuziosamente, sono ricostruiti nell'ordinanza firmata dal gip Alessandra Sabatucci: 38 pagine che riassumono i mesi di indagine, mettono in luce i punti oscuri di dichiarazioni e intercettazioni, raccontano del ruolo cruciale che la comunità ha nella sorveglianza del paese e di ciò che accade per le strade.

Innanzitutto si sottolinea come il punto di ritrovamento della scarpa, vicino al torrente, faccia pensare che il posizionamento fosse volontario. La conferma arriva dalla testimonianza di un uomo di Temù, che il 25 maggio - guardando con il binocolo dalla finestra di casa sua - nota un ragazzo e una ragazza addentrarsi in un boschetto. Quando si allontanano va a controllare: tra le sterpaglie trova una scarpa Salomon di colore violetto con delle strisce arancioni. È compatibile con quella trovata due giorni prima.

Dalle carte emerge anche che il 10 giugno, nel letto del torrente Fiumeclo, vengono trovati dei jeans. Anche in questo caso la segnalazione arriva da persone che frequentano il paese, che notano i pantaloni in una fotografia scattata alle 17.29. Infine, le anomalie nelle abitudini della famiglia: le sorelle Zani quel 7 maggio si erano svegliate presto, ma erano solite dormire sempre fino a tardi.

Il movente economico

Il dialogo tra le sorella Paola e Silvia Zani © www.giornaledibrescia.it
Il dialogo tra le sorella Paola e Silvia Zani © www.giornaledibrescia.it

Come testimoniato anche dalla nonna Marisa Cinelli, le figlie di Laura Ziliani sono molto attaccate al denaro, così come Mirto. La donna scomparsa, come ricostruito dalle indagini patrimoniali, era comproprietaria con le figlie di numerosi fabbricati e terreni che generavano un reddito mensile elevato. La smania per il guadagno emerge anche dalle intercettazioni. Dal 26 maggio, cioè a meno di tre settimane dalla scomparsa, le conversazioni tra i tre si sono più volte concentrate sulla «volontà di aumentare affitti, saldare arretrati, tentando di deviare i bonifici sul conto delle sorelle Zani». Sorelle che proprio la mattina del 26 maggio si congratulano l'un l'altra per i soldi che a breve avrebbero incassato.

E poi c'è Mirto, da sempre interessato al patrimonio della famiglia Zani/Ziliani. «Laura mi disse di aver avuto un litigio con lui - mette agli atti la madre della vittima -. Era stata accusata di spendere troppi soldi per la ristrutturazione di via Ballardini». Laura, racconta la signora Marisa, «era rimasta basita dal fatto che Mirto potesse intromettersi in maniera così invasiva in situazioni economico finanziare che non lo riguardavano». L'interesse per il patrimonio della madre della fidanzata emerge anche nel corso «di una delle rarissime conversazioni registrate tra l'indagato e un amico ove Milani, mentendo, ventilava di una situazione debitoria che poteva aver indotto la suocera a scappare, inscenando la propria morte facendo trovare una scarpa», scrive il gip.

La relazione del patologo

La fossa che sarebbe stata preparata per seppellire il corpo di Laura Ziliani
La fossa che sarebbe stata preparata per seppellire il corpo di Laura Ziliani

Resa nota a gennaio, la relazione dei medici legali riporta l’ipotesi che Laura Ziliani sia stata prima stordita con ansiolitici (benzodiazepine) e poi soffocata in modo non violento, quando non era ormai in grado di reagire a causa di quel «composto avente azione ansiolitica e ipnoinduttrice».

La quantità di farmaci - Bromazepam e Delorazepam tra polmoni, milza, fegato, reni e muscoli - non è stata comunque ritenuta sufficiente a provocarne la morte. Secondo quanto emerso dall’autopsia e dai successivi esami di laboratorio «appare concretamente prospettabile l’ipotesi che il cadavere sia stato inumato in prossimità dell’argine del fiume Oglio e ricoperto da materiale sabbioso», come scrive il professor Andrea Verzeletti. Dagli atti dell'indagine emerge anche il ritrovamento di una fossa, scavata nel bosco di Temù ma poi non usata, che era destinata alla sepoltura della Ziliani.

In quanto all’epoca del decesso, secondo i medici è avvenuta «tra la tarda serata del 7 maggio 2021 e il mattino dell’8 e con il disseppellimento del corpo avvenuto tre giorni prima del rinvenimento, probabilmente in seguito ad un’onda di piena del fiume Oglio». La conclusione deriva anche dal rinvenimento nello stomaco della vittima di «di una limitata quantità di cibo che potrebbe aver assunto nella tarda serata del 7 maggio». È probabile fosse quel «pezzo di torta o muffin che le sue figlie avevano preparato per la Festa della mamma» come raccontò Mirto Milani nell’interrogatorio del 4 giugno 2021.

La fotografia di Laura Ziliani scelta per il suo funerale - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
La fotografia di Laura Ziliani scelta per il suo funerale - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it

Concesso il nullaosta per la sepoltura il 14 febbraio 2022, i funerali di Laura Ziliani sono celebrati il 23 dello stesso mese nella parrocchiale di Chiesanuova. La Procura non ha autorizzato le sorelle Zani a presenziare alle esequie della madre.

Le confessioni

L’ultima svolta del caso va in scena martedì 24 maggio. Dopo la chiusura delle indagini Mirto Milani, in carcere a Canton Mombello, chiede di essere interrogato: è lui stesso a confessare l’omicidio. Non scarica la responsabilità sulle sorelle Paola e Silvia Zani, ma conferma che hanno agito tutti insieme. Il giovane, dopo l'interrogatorio, accusa un crollo emotivo e viene ricoverato in ospedale.

Il giorno successivo, interrogata a Verziano, ammette le sue responsabilità anche la sua fidanzata, Silvia Zani. Nella serata di giovedì il crollo del «trio criminale» con la confessione anche di Paola Zani, 20 anni, la figlia minore di Laura Ziliani ha ammesso di aver partecipato all’omicidio della madre. Confessione messa a verbale in un lungo interrogatorio sempre nel carcere bresciano di Verziano. 

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