Valcamonica

Omicidio Ziliani, indagini chiuse. La Procura: «Sono state le figlie»

A un anno dalla scomparsa della vigilessa di Temù il pm si appresta a chiedere il processo
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OMICIDIO ZILIANI, INDAGINI CHIUSE
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Alla vigilia del primo anniversario della morte, la Procura mette il punto sul giallo di Temù. Il pubblico ministero Caty Bressanelli ha infatti depositato l'avviso di chiusura delle indagini sull'omicidio di Laura Ziliani. Per chi indaga non ci sono dubbi su quanto accaduto. La donna sarebbe stata uccisa l'8 maggio scorso da due delle tre figlie, Paola e Silvia Zani, 20 anni compiuti a febbraio la prima e 27 la seconda, e da Mirto Milani, fidanzato della maggiore e coetaneo.

I tre, in carcere dal 24 settembre, sono accusati di omicidio e occultamento di cadavere. Ora avranno venti giorni di tempo per rendere interrogatorio o depositare memoria scritta. Entro l’estate la Procura potrebbe chiedere il rinvio a giudizio. Secondo la ricostruzione agli atti, Laura Ziliani è stata uccisa la sera stessa in cui era arrivata da Brescia in Vallecamonica, nella casa di famiglia a Temù, per trascorrere la festa della mamma. Che non festeggerà mai. Il certificato di morte riporta infatti la data dell’8 maggio.

La denuncia

Quella mattina alle 11.58, la figlia maggiore lancia l’allarme. «Mamma è uscita di casa da sola verso le sette circa per andare a fare una passeggiata a Villa Dalegno. Non aveva il telefono e sarebbe dovuta rientrare alle dieci perché dovevamo andare insieme alla discarica per smaltire vecchio materiale» fa mettere a verbale. Le ricerche interessano senza esito per settimane l’intero territorio di Temù. Il racconto di Paola e Silvia Ziliani e di Mirto Milani non convince e i tre vengono iscritti nel registro degli indagati. L’8 agosto si registra una svolta quando, esattamente tre mesi dopo la scomparsa, nella vegetazione vicino al fiume Oglio nel paese dell’Alta Vallecamonica viene ritrovato il cadavere dell’ex vigilessa.

La svolta

In quel bosco dove settimane prima Silvia Zani e Mirto Milani erano stati visti addentrarsi da un residente e dove era stata poi trovata una scarpa della vittima. Il medico legale stabilisce che: «La causa del decesso è da identificarsi in una asfissia meccanica da chiusura delle aperture aeree in un soggetto sotto l’influenza di benzodiazepine». Tradotto, la donna sarebbe stata prima stordita con dei tranquillanti e poi soffocata con un cuscino. E infine sepolta «In prossimità dell’argine del fiume Oglio e - scrive il medico legale - ricoperto da materiale sabbioso con il disseppellimento avvenuto a seguito di un’onda circa tre giorni prima del rinvenimento».

Dal giorno dell’arresto ad oggi le due sorelle Zani e Mirto Milani non hanno mai parlato con gli inquirenti. Un silenzio rotto solo con un esposto presentato alla Procura di Venezia per denunciare una presunta fuga di notizie sul caso.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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