Valcamonica

Temù, cadavere ritrovato: sarà il Dna a dire se è Laura Ziliani

Per ora non ci sono risposte certe. Ma le coincidenze con il caso della ex vigilessa sono tante. Il sindaco Giuseppe Pasina: «È un bel mistero»
CADAVERE A TEMU': IL SINDACO GIUSEPPE PASINA
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Sarà l’esame del Dna a dare risposte certe. Ma sono tante le coincidenze che spingono gli inquirenti a ritenere che il cadavere di una donna ritrovato questa mattina a Temù, nel Bresciano, sia di Laura Ziliani, la 55enne ex vigilessa nel paese dell’Alta Vallecamonica, scomparsa esattamente tre mesi fa.

Era l’otto maggio quando la donna svaniva nel nulla. «È uscita di casa alle sette per andare a fare una passeggiata, dovevamo vederci alle 10 per andare in discarica a portare vecchi mobili, ma non è mai arrivata» dirà la figlia maggiore, che alle 11.58 dello stesso giorno chiama il 112 e lancia l’allarme. La stessa ragazza, 27 anni, il fidanzato coetaneo, e la sorella più piccola, di 19 anni, qualche settimana dopo saranno iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia per l’ipotesi di reato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Il 23 maggio, ai piedi di un torrente della zona di Temù, era stata trovata una scarpa da montagna forse appartenuta a Laura Ziliani, vedova dal 2012 e che abitava a Brescia ma che nel fine settimana tornava in Valcamonica per la grande passione della montagna. È stato un turista a notare questa mattina un corpo in mezzo alla vegetazione, vicino al fiume Oglio a circa 500 metri più a sud rispetto a dove, nei pressi del torrente Fumeclo, era invece stata recuperata la scarpa.

Il cadavere è in avanzato stato di decomposizione e solo esami approfonditi potranno stabilire se effettivamente si tratta di Laura Ziliani. Determinante poi stabilire se la donna sia stata uccisa o se invece è vittima di un incidente in montagna. Da chiarire poi se il cadavere sia stato nascosto tra la vegetazione o se invece sia stato trascinato dal fiume Oglio, o prima dal torrente e poi dal fiume, che a causa delle forti piogge degli ultimi giorni si  è ingrossato fino a straripare.

«È un bel mistero come sia potuto finire qui il corpo, perché dalla zona indicata dove Laura sarebbe andata a passeggiare è impossibile arrivare nel fiume Oglio» commenta il sindaco di Temù Giuseppe Pasina. Nel corso delle ricerche a maggio gli uomini della Protezione civile, del Soccorso Alpino e i Vigili del fuoco avevano complessivamente percorso 2500 chilometri senza trovare tracce di Laura Ziliani. E anche dopo il ritrovamento della scarpa da trekking, l’area era stata ripetutamente battuta senza fortuna. Sul posto questa mattina, nella curiosità di un paese al confine con Ponte di Legno e in questi giorni pieno di turisti, è arrivato il medico legale, oltre agli uomini della Scientifica dei carabinieri e vertici provinciali dell’Arma. Il riserbo in questa fase è massimo e si attendono le prime risposte mediche.

La casa di Temù da dove Laura Ziliani sarebbe partita la mattina dell’otto maggio - una palazzina a quattro piani - è sotto sequestro da oltre un mese ed è già stata oggetto di sopralluoghi prima dei consulenti informatici nominati dalla Procura e poi dalla Scientifica. In casa, nella zona cantina adibita a guardaroba, era stato trovato il telefono cellulare della 55enne che avrebbe smesso di generare traffico dalla sera precedente la scomparsa, mentre il gps che aveva sempre al polso non ha registrato alcun dato la mattina dell’otto maggio.

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