Cucina

Gambero Rosso, confermati al top Lido 84 e Miramonti l'Altro

In attesa delle new entry, la Guida del Gambero Rosso rivela le conferme sul fronte delle «Tre Forchette» per i ristoranti nella guda 2022
Chef Riccardo Camanini di Lido 84 e chef Philippe Léveillé di Miramonti l'Altro - © www.giornaledibrescia.it
Chef Riccardo Camanini di Lido 84 e chef Philippe Léveillé di Miramonti l'Altro - © www.giornaledibrescia.it
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Di nuovo in presenza la presentazione di due tra le guide principali che fotografano la ristorazione italiana, in una fase così peculiare come la ripartenza dopo il lungo stop dettato dall'emergenza sanitaria.

Apre i giochi, lunedì a Roma, il Gambero Rosso, mentre l'indomani Michelin Italia ha scelto per la prima volta la Franciacorta (e per l'esattezza Corte Franca), come palco per la  cerimonia di revelation star, l'annuncio delle insegne stellate nella 67esima edizione. Le ambite stelle, da una a tre, vengono assegnate ai ristoranti, non allo chef.

Idem per le Tre Forchette, massimo riconoscimento di Ristoranti d'Italia 2022 del Gambero Rosso. Il settore, sottolineano i curatori, è ripartito alla grande: tornano le liste d'attesa per conquistare un tavolo alla «corte» dei ristoranti più blasonati. A testimonianza che c'era una gran voglia di tornare al ristorante. Per gli esperti del Gambero Rosso «la ristorazione italiana sta dando prova di grande vitalità e maturità (antispreco e sostenibilità sono ormai voci «fisse» dei menu, crescono inoltre le proposte vegane e salutari di alto profilo).

Un anno di transizione come il 2021 ha registrato felicissimi debutti, basti pensare alle nuove avventure di Cracco, dei Cerea e di Cannavacciuolo. Per questo dopo l'anno zero della pandemia, la guida torna con voti e classifiche. Faranno notizia le new entry, per cui Gambero Rosso ha deciso di anticipare le 37 conferme tra i Ristoranti «Tre Forchette 2022», massimo riconoscimento in guida.

Per quel che riguarda il Bresciano, si confermano i due big per eccellenza, vale a dire Lido 84 a Gardone Riviera, regno di chef Riccardo Camanini, e Miramonti l'Altro a Concesio, dove a corte è sovrano chef Philippe Léveillé.

Di seguito le altre conferme, divise per zone d'Italia, in attesa di conoscere i nomi dei nuovi ammessi al gotha delle ristorazione italiana.

Al Nord: Agli Amici dal 1887 a Udine; Berton a Milano; Cracco a Milano; D'O a Cornaredo (Milano); Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo); Dal Pescatore a Canneto sull'Oglio (Mantova); Enrico Bartolini al Mudec Restaurant a Milano; La Peca a Lonigo (Vicenza); Laite a Sappada (Udine); Le Calandre a Rubano (Padova); Osteria Francescana a Modena; a Piazza Duomo a Alba (Cuneo); Seta by Antonio Guida a Milano; St. Hubertus dell'Hotel Rosa Alpina a Badia (Bolzano); Villa Crespi a Orte San Giulio (Novara).

Al Centro: Casa Vissani a Baschi (Terni); Da Caino a Montemerano (Grosseto); Enoteca Pinchiorri a Firenze; Glass Hostaria a Roma; il Pagliaccio a Roma: Il Piccolo Principe del
Grand Hotel Piccolo Principe di Piemonte a Viareggio (Lucca); Imago dell'hotel Hassler a Roma; La Pergola dell'Hotel Rome Cavalieri, sempre nella Capitale; La Trota a Rivodutri (Rieti); Lorenzo a Forte dei Marmi (Lucca); Madonnina del Pescatore a Senigalli (Ancona); Pascucci al Porticciolo a Fiumicino (Roma); Reale a Castel di Sangro (L'Aquila); Uliassi a Senigallia (Ancona).

Al Sud Italia: Don Alfonso 1890 a Massa Lubrense (Napoli); Duomo a Ragusa; La Madia a Licata (Agrigento); Quattro Passi a Massa Lubrense (Napoli): Taverna Estia a Brusciano (Napoli); Torre del Saracino a Vico Equennse (Napoli).

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