Sanità a Brescia, la mappa completa tra criticità ed eccellenze

Dalla carenza di medici di base e pediatri alla nuova sfida delle Case e degli Ospedali di comunità, dalla rete ospedaliera alle liste d’attesa per visite mediche e prestazioni: come sta la sanità bresciana? Un servizio essenziale, che abbiamo analizzato nel secondo inserto monotematico di Qualità della vita, l’inserto che da oltre un decennio il nostro quotidiano pubblica per provare a capire come si vive nel Bresciano attraverso l’analisi dei dati.
L’inserto è uscito gratuitamente con la copia del Giornale di Brescia oggi, venerdì 23 maggio, ed è disponibile anche online sul nostro sito nella sezione Qualità della vita. Alle 17 la presentazione in diretta streaming.

Dunque: la sanità bresciana si trova in un momento complesso, tra difficoltà strutturali come la carenza di medici e i cantieri per le Case e gli Ospedali di Comunità. Il sistema per ora tiene, ma inizia a mostrare segnali di affanno, con differenze significative tra un’area e l’altra della provincia.
Grazie ai dati raccolti dal ricercatore Elio Montanari, abbiamo provato a scattare una fotografia della situazione odierna attraverso undici indicatori. Qui proponiamo una sintesi.
Medici di base e pediatri, la copertura
Partiamo dai medici di medicina generale. In provincia ce ne sono 728, che operano in 885 ambulatori distribuiti nei 205 comuni. In media, ogni medico segue 1.510 pazienti, con picchi che superano i 1.600 nelle aree dell’Asst Franciacorta. Ma sono i distretti della Valle Sabbia e della Bassa Bresciana Occidentale quelli che hanno il più alto numero di pazienti per dottore. La carenza è stimata in almeno un centinaio di medici, aggravata dalla disomogeneità territoriale: otto comuni non hanno alcun ambulatorio e in una trentina il medico è presente solo pochi giorni o per poche ore alla settimana.
Lo stesso vale per i pediatri di libera scelta, oggi 126, chiamati ad assistere quasi 163mila bambini e ragazzi under 15. Il carico medio è di 1.291 assistiti a testa, con punte che superano i 1.450 nel distretto di Brescia, ma anche in quello della Valle Camonica. In 119 comuni non è presente alcun pediatra, e in altri 13 i servizi sono limitati a 1-4 giorni settimanali. Il rischio, già oggi evidente, è un ulteriore peggioramento nel ricambio generazionale: secondo la Fimp, tra il 2023 e il 2026 saranno 1.738 i pediatri italiani che andranno in pensione.
Ospedali: il nodo dei posti letto
L’analisi propone anche un duplice approfondimento sui posti nello negli ospedali bresciani, sia pubblici che privati.
Partiamo da quelli pubblici: secondo i dati forniti dalle Asst, oggi in provincia ne sono attivi 2.689, pari a 213 ogni 100mila abitanti. Di questi, la maggior parte è concentrata nell’Asst Spedali Civili (1.388 posti, di cui 1.021 al Civile di Brescia), seguita dall’Asst Garda (576), Franciacorta (384) e Val Camonica (341). A livello territoriale, la Val Camonica vanta la densità più alta (347 posti ogni 10mila abitanti), mentre le aree del Garda e della Franciacorta si fermano rispettivamente a 150 e 143, con una capacità che è meno della metà del distretto camuno.
Al quadro pubblico si affianca la presenza significativa delle strutture private accreditate, che in alcuni casi superano quelle pubbliche. Emblematico è il caso di Brescia città: nel 2021, su 3.034 posti letto complessivi, 1.740 erano nei privati-accreditati e 1.294 negli ospedali pubblici, rendendola la prima città lombarda in cui i posti letto accreditati hanno superato quelli pubblici. Oggi il Civile ha una capacità ridotta rispetto a quegli anni, mentre il privato continua a mantenere il proprio peso, con oltre 1.200 posti accreditati solo in tre strutture (Poliambulanza, Città di Brescia, Sant’Anna).
La rete di pronto soccorso

Un lavoro sartoriale di raccolta dei dati ci ha permesso di calcolare la distanza di ciascun Comune bresciane dal pronto soccorso più vicino. In provincia ne sono attivi 14 pubblici attivi 24 ore su 24, a cui se ne aggiungono 4 privati, in gran parte concentrati nel capoluogo.
I tempi medi di accesso, con mezzo proprio, variano dagli 11 minuti del Distretto di Brescia ai 25 del Garda. Ma se la copertura geografica è garantita, i problemi iniziano una volta varcata la soglia: sovraffollamento, personale ridotto, aggressioni e troppe richieste improprie. In media, si stima siano 700 i codici bianchi e verdi al giorno, il peso della «non urgenza» sull’attività dei presidi presenti nel territorio di Ats Brescia.
Case e Ospedali di Comunità, tra attese e ritardi
«Qualità della vita – sanità» vuole anche rispondere agli interrogativi degli utenti di fronte a nuove sigle e nuovi presidi sul territorio. Uno dei cardini della riforma sanitaria territoriale è infatti rappresentato da Case e Ospedali di Comunità, pilastri della medicina di prossimità introdotti con il Pnrr. Ma se sulla carta la rete appare promettente, nella realtà l’attuazione procede a rilento. In provincia di Brescia sono previste 33 Case di Comunità: ad aprile 2025 ne risultano operative 16, ma non tutte sono pienamente funzionanti. Alcune sono ancora in fase di adeguamento o prive di personale sufficiente.
La situazione è simile per gli Ospedali di Comunità: delle 9 strutture pubbliche previste entro il 2026, solo tre sono attive – Brescia, Leno e Orzinuovi – mentre la sede temporanea di Prevalle è chiusa da maggio. I cantieri a Lonato, Esine, Palazzolo e Nozza sono in corso, mentre tre strutture private (Buffalora, Desenzano, Gussago) hanno già avviato l’attività. A regime, la provincia potrà contare su 240 posti letto di degenza breve (180 pubblici e 60 privati), con una gestione prevalentemente infermieristica. Ma è proprio qui che emerge la prima, vera criticità: la carenza cronica di infermieri, già oggi causa di riduzioni parziali dell’offerta e di chiusure temporanee.
Disabilità e anziani
Spazio anche alle strutture di accoglienza per anziani e disabili, la cui distribuzione sul territorio varia considerevolmente da zona a zona.
La capacità ricettiva delle strutture per anziani fragili – Rsa, Cdi e Hospice – arriva a 9.565 posti. Rispetto al 2018, le Rsa sono cresciute del 5,8%, passando da 7.698 a 8.146 posti, ma la popolazione over 80 è aumentata del doppio (+11%). Risultato: liste d’attesa lunghe e territori scoperti. Le Rsa sono presenti in 86 comuni su 205, i Cdi in 58, e gli Hospice solo in 9. Anche qui le disparità emergono chiaramente: nel distretto Valcamonica ci sono 169 posti ogni 1.000 over 80, contro gli 80 della Valle Trompia e gli 86 di Brescia Est. In media, la provincia offre 106 posti ogni 1.000 anziani ultraottantenni.

Passiamo poi al sistema per la disabilità, che si articola su più livelli – domiciliare, semiresidenziale e residenziale – per un totale di 2.859 posti. La parte prevalente è quella semiresidenziale, con 1.855 posti (Cdd, Cse, Sfa), mentre le strutture residenziali, come Rsd e Comunità alloggio, offrono 1.004 posti. Le disparità territoriali sono evidenti: solo 40 comuni ospitano almeno una struttura e in appena quattro (Brescia, Pontevico, Lumezzane, Edolo) si superano i 100 posti. I distretti con la migliore offerta sono Valcamonica (39 posti ogni 10mila abitanti) e Brescia (37), mentre Brescia Est e Oglio Ovest sono agli ultimi posti (9 e 12 posti).
Visite mediche
Infine, ma non meno importante, il tema delle liste d'attesa per le visite mediche. Barbara Bertocchi ha fatto il punto sulle procedure per la prenotazione, ricostruendo tutti i passaggi e spiegando in maniera chiara quali sono i diritti, ma anche i doveri degli utenti. Un approfondimento che si completa con una simulazione dei tempi d'attesa nelle diverse Asst del territorio e con uno schema sul percorso da intraprendere per ottenere un appuntamento nei tempi previsti dalla prescrizione medica.
Mappe e grafici
Il tema è certamente complesso, ma fondamentale per la vita e il benessere di ognuno di noi. Per aiutare il lettore a orientarsi abbiamo rielaborato i dati in mappe e grafici interattivi, che mettono in mostra non solo la copertura dei servizi sul territorio, ma anche le differenze tra le diverse zone. Uno spunto, un punto di partenza per pianificare i prossimi interventi e monitorare lo stato di avanzamento di quelli già messi cantiere.
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