Prime visite ed esami, il posto si trova facendo più strada

Quello delle liste di attesa è un problema complesso che la Sanità sta cercando di affrontare da più punti di vista. Come la riorganizzazione delle agende che, passo dopo passo, porterà al completamento del Cup unico regionale (per ora esteso alla Asst Franciacorta, alla Poliambulanza e alla Asst Garda). La presa in carico dei pazienti cronici che necessitano di seguire percorsi programmabili. Il richiamo all’appropriatezza prescrittiva. L’incentivo alla prevenzione. Il contrasto al «no show» (la brutta abitudine di non disdire 48 ore prima l’appuntamento, fenomeno che solo al Civile capita seimila volte al mese e che in Lombardia fa scattare comunque il pagamento del ticket anche se il paziente è esente). L’accordo regionale con i Carabinieri appena stipulato da Bertolaso per incentivare i controlli sugli ospedali. E, tra le altre cose, la formazione degli operatori dei Cup e degli Urp affinché aiutino l’utente a trovare una soluzione senza tagliare corto.
Il tutto facendo i conti con i problemi di organico che interessano la Sanità: ci sono carenze in specialità come Dermatologia e nel Bresciano mancano almeno mille infermieri. Che non si possa ragionare per singolo presidio dicendo «qui per una prima visita Pneumologica servono 70 giorni, là per una mammografia ce ne vogliono più di 100», ma serva uno sguardo d’insieme, lo ripetono sempre Claudio Sileo, direttore generale di Ats Brescia, e Luigi Cajazzo, direttore generale di Asst Spedali Civili, ricordando che «il Sistema fa rete affinché venga garantito al cittadino il diritto a svolgere la visita specialistica o l’esame di primo accesso (non di controllo) nei tempi indicati dalla classe di priorità (3 giorni se è Urgente, 10 se è Breve, 30 per una visita e 60 per un esame se è Differibile, 120 se è Programmabile).

Se l’operatore del centro di prenotazione contattato non trova un posto nell’ospedale richiesto deve, infatti, estendere la ricerca a tutte le strutture della Asst. Se anche facendo così non riesce a fissare l’appuntamento la ricerca va ampliata a tutto il territorio di Ats Brescia (la nostra provincia, Valcamonica esclusa). Così – sostengono – solitamente la disponibilità si trova. Altrimenti il cittadino viene inserito in una "lista di galleggiamento" in modo tale che la ricerca possa continuare. Individuata la disponibilità, l’operatore ricontatta l’utente. Se invece il posto proprio non c’è, la struttura deve trovare una soluzione in overbooking o libera professione ponendo a carico del cittadino il solo costo del ticket, qualora dovuto».

I doveri dell’utente
L’utente, insomma, ha un diritto (ottenere la prenotazione specialistica di primo accesso nei tempi previsti dalla classe di priorità sintetizzata nella ricetta con le lettere U, B, D e P), ma anche dei doveri come prenotare in tempo, non a ridosso della scadenza. Inoltre, se non segue questo percorso di tutela e decide di prenotare, autonomamente, la prestazione in regime privato o libero professionale, non potrà richiedere il rimborso della spesa sostenuta agli enti del Ssn. E ancora: l’operatore che cerca una disponibilità su tutto il territorio di Ats Brescia può trovare un posto a Palazzolo a una persona che abita a Bagolino. Anche se è anziano o fragile. E se il soggetto rifiuta, non gli viene offerta un’altra possibilità, più vicina a casa o in una struttura che è più di suo gradimento, entro i tempi stabiliti dalla classe di priorità indicata nella ricetta.
A che punto siamo: la simulazione
Premesso ciò, Ats Brescia il 7 maggio ha contattato le tre Asst del suo territorio, Poliambulanza e Gruppo San Donato per capire quali fossero le prime disponibilità nel rispetto di tre codici di priorità (B, D e P). È emerso che «le strutture sono state in grado di fornire la prenotazione entro il tempo previsto» ampliando il raggio, quando necessario, a tutto il territorio di Ats e alla libera professione (con il solo ticket a carico dell’utente).

Quando possibile la prenotazione è stata eseguita, rispettando i tempi indicati nella ricetta, in uno dei presidi dell’ente contattato; se non disponibile all’interno dell’ente la ricerca è stata estesa a tutto il territorio di Ats attraverso il canale di prenotazione regionale GP++ (per la Tac all’addome richiesta al gruppo San Donato, ad esempio, il posto è stato trovato ai poliambulatori di Manerbio); in ultima istanza, qualora nessuna delle prime due strade abbia dato il risultato atteso, «il Rua dell’ente contattato (che si attiva quando il cittadino si rivolge all’Urp perché ha ottenuto una prenotazione oltre i tempi della ricetta) ha preso in carico la richiesta e garantito il rispetto della priorità dando appuntamento all’interno di uno dei presidi dell’ente attraverso il sistema dell’overbooking (inserimento della prenotazione al termine di sedute già programmate) o erogando la prestazione in libera professione, con il pagamento da parte del cittadino del solo ticket se dovuto».
Quest’ultima strada è stata intrapresa per la prenotazione dell’ecografia all’addome con priorità Breve: le prime disponibilità (a Desenzano e al Sant’Anna) andavano oltre i 10 giorni, quindi si è reso necessario attivare il percorso di tutela. La stessa cosa è successa per la gastroscopia. Ats, per concludere, consiglia di utilizzare tutti i canali di prenotazione (app, fascicolo sanitario, contact center regionale, Cup...) e di rivolgersi agli Urp in caso di prenotazione ottenuta oltre i tempi della ricetta in tutto il territorio di Ats affinché venga attivato il percorso di tutela e si possa fissare un’altra data (sempre in tutto il territorio).
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