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Vaccini in Lombardia, due mesi di disguidi: la cronistoria

Le convocazioni sbagliate, il caos comunicazione, annunci e controannunci: le contraddizioni della Regione più colpita dal Covid
Un'operatrice sanitaria all'interno di un centro vaccinale - Foto Ansa/Ciro Fusco © www.giornaledibrescia.it
Un'operatrice sanitaria all'interno di un centro vaccinale - Foto Ansa/Ciro Fusco © www.giornaledibrescia.it
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Iniziamo dal fondo, cioè dall'ultimo pasticcio di oggi. Alle 13 era allarme: «In Lombardia il 15% popolazione ha rifiutato AstraZeneca, ma abbiamo la sensazione che sia una percentuale in crescita». A dirlo, il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Giovanni Pavesi, intervenendo in audizione in Commissione Sanità del Consiglio Regionale. Dopo due ore, smentita dell'assessore Letizia Moratti: «Le rinunce a AstraZeneca sono irrisorie, circa il 5%: piuttosto sono in aumento considerevole le domande di approfondimento e di spiegazione».

Un po' di disorientamento da parte dei cittadini, bisogna ammetterlo, è comprensibile. Quello odierno è solo il più recente dei fraintendimenti in Regione Lombardia sul tema vaccini: sono stati numerosi gli intoppi, dall'inizio della campagna di immunizzazione. Tra disguidi tecnici e qualche gaffe, la marcia giusta sembra non essere stata ancora ingranata.

Messi uno dietro l'altro in ordine cronologico, è innegabile che i disguidi siano stati tanti. Partenza in salita per il portale, quando lo scorso 15 febbraio erano state aperte le adesioni degli over 80. Centinaia di persone cercano di registrarsi, ma molti vengono respinti perché il sistema non codifica i numeri di telefono fissi. La situazione rientra in poche ore, anche se è noto che parecchi anziani non riceveranno mai l'sms con data e ora dell'appuntamento. Oppure lo riceveranno troppo tardi. A fine febbraio, l'assessore Moratti ammette i ritardi e si scusa, ma un nuovo inciampo è dietro l'angolo: parecchi cittadini sono costretti a raggiungere hub a distanza di chilometri dalle loro case, a causa di una falla nella geolocalizzazione del sistema. Un problema che si ripresenta anche a marzo. Questa la goccia che fa traboccare il vaso e porta alla sostituzione del sistema di Aria con quello di Poste, inizialmente scartato.

Il 24 febbraio, cambio di strategia: a causa dei numeri da zona rossa (ma chiamiamolo arancio rafforzato) chiudono le scuole nel Bresciano e, contestualmente, si decide che a essere vaccinati per primi siano gli abitanti dei Comuni con un'incidenza maggiore. All’inizio sono 103, perché «a Brescia siamo di fronte alla terza ondata: da domani si inizia a vaccinare» dice Bertolaso alle 13. Alle 18 si scopre che sarà possibile prenotare solo a partire da due giorni dopo. Chi può farlo? Secondo caos: i Comuni passano da 103 a 23, poi a otto. All’inizio si può prenotare dal medico di base, sul portale o in farmacia. Il giorno successivo si scoprirà che no, dai medici di base non si prenota, una manciata di giorni più in là viene bloccata anche la prenotazione nelle farmacie se non per precise fasce d’età: questo perché chiunque, anche chi non ne aveva diritto, si è potuto registrare a causa di un problema del portale.

A inizio marzo il sistema collassa. Gli hub vaccinali di Iseo e Chiari restano vuoti: i cittadini non hanno ricevuto le convocazioni e i medici e i volontari non possono che andare a casa. Una falla che si ripropone più volte nelle settimane a seguire, tanto che il completamento delle somministrazioni agli over 80 slitta più in là. Come recuperare il tempo perduto? In prima battuta pare che tutti gli over 80 possano presentarsi in qualsiasi hub, anche senza prenotazione. Poche ore dopo, la specifica: «Gli over 80 che non avevano aderito sulla piattaforma Aria devono farlo attraverso il nuovo sistema delle Poste».

Infine, dal 9 aprile si aprono le prenotazioni per le persone fragili e si manifestano i problemi: il sistema non ha gli elenchi aggiornati dei cittadini con disabilità, per cui alcuni non li riconosce

 

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