Mia madre iscritta per errore altrui: non è «furbetta»

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Con riferimento all’articolo apparso il 7 marzo, «Prenotazioni fantasma...», rimango allibita nel leggerlo. La passata settimana mi reco in una farmacia della città per ritirare un farmaco, vedo una piccola coda e chiedo informazioni. Mi viene detto che è stata data possibilità di adesione anche per gli over 65. Avendo mia madre 79 anni, procedo presso la farmacia stessa con la prenotazione e a lei spiego che di sicuro verrà chiamata dopo gli over 80, quindi molto in là. Giustifico la cosa pensando al grande numero di contagi nel comune di Brescia ed alla volontà di programmare i vaccini del prossimo scaglione degli aventi diritto. Domenica leggo che mia madre sarebbe una «furbetta» (leggi ladra di vaccini), perché ha osato fare questa prenotazione. Stiamo scherzando? Non ha falsificato nulla, non si è presentata rubando il posto a qualcuno, è una signora anziana che ha comunicato a Regione Lombardia la sua volontà di vaccinarsi. Dovremo rifare la richiesta? Non c’è problema, ma per un errore del sistema, per favore non si offendano le persone anziane che rispondono in modo rapido a richieste che poi si rivelano errate. Non aggiungo altro.

// Lettera firmata Gentile lettrice, se c’è stata buona fede nell’iscrizione della madre, non c’è problema: ne prendiamo (e ne diamo) pubblicamente atto. Così com’è stata in buona fede la segnalazione raccolta e raccontata dal giornale, a fronte di persone risultate iscritte tra i vaccinandi pur non rientrando in alcuna categoria «prioritaria» per l’immunizzazione. In questi giorni il dottor Sileo, direttore dell’Ats Brescia, ha ribadito che sono ferrei i controlli. Il GdB - con lui - è convinto che bisogna far di tutto per evitare «furbastri» imbucati (in mala fede!) nelle vaccinazioni. (g.c.)

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