Calcio

Union Brescia, il centro di Torbole e la «V»: prove di grandi manovre

La partita a scacchi è cominciata e nei giorni scorsi Giuseppe Pasini ha visitato il centro di Massimo Cellino. Nel frattempo l’imprenditore sardo ha venduto la sua casa di Padenghe
Il centro sportivo di Torbole Casaglia - © www.giornaledibrescia.it
Il centro sportivo di Torbole Casaglia - © www.giornaledibrescia.it
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Non è un mistero che l’Union Brescia fin dal giorno uno si fosse messa alla ricerca una nuova casa per la sua quotidianità e per la sua dimensione di squadra della città che dunque richiede anche una logistica adeguata. Tale ricerca si è conclusa e ha portato esattamente là dove il buonsenso suggeriva: cioé a Torbole Casaglia. Attenzione: si tratta di una direzione chiara e precisa presa, ma anche se c’è il pieno interesse di tutte le parti coinvolte, è troppo presto per fornire certezze circa il buon esito di un’operazione che determinerebbe un’ulteriore svolta sotto ogni punto di vista.

Lo stato dell’arte ci racconta che Giuseppe Pasini e la sua società hanno definitivamente rotto gli indugi e che con i professionisti incaricati da Massimo Cellino sono in corso grandi manovre, alla ricerca di una sintesi, per l’acquisizione del centro sportivo fatto costruire dall’imprenditore sardo e rimasto di sua proprietà attraverso l’Eleonora immobiliare alla quale il vecchio Brescia corrispondeva il canone d’affitto. Cellino nel 2018 si aggiudicò dal Comune di Torbole i terreni sui quali è sorto l’impianto per 1.351.000 euro circa.

L'Union Brescia di Pasini ha riacceso l'entusiasmo in città - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
L'Union Brescia di Pasini ha riacceso l'entusiasmo in città - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it

In ballo il centro sportivo, ma non solo: nel «pacchetto della trattativa che per ora corre ancora sottotraccia e su livelli informali, sarebbe incluso anche il discorso relativo all’utilizzo della tanto cara - e persino dirimente - «V» alla quale per ragioni di opportunità l’Union Brescia ha inizialmente scelto di rinunciare.

Tante partite

Nel complicato quadro rientrerebbe anche - e si tratterebbe così di voltare definitivamente pagina e liberarsi di ogni fantasma - la delicata vicenda giudiziaria con il Comune di Brescia attore, legata a quanto Massimo Cellino rivendica rispetto allo stadio «Rigamonti» il cui utilizzo in via esclusiva venne forzosamente revocato alla sua società: Cellino aveva chiesto al Tribunale di Brescia che venisse autorizzato il sequestro delle installazioni mobili (pitch box e quant’altro) presenti all’interno dell’impianto e pagate a suo tempo dall’imprenditore.

Il reclamo venne rigettato per un difetto di giurisdizione con rinvio al Tar e udienza fissata per il prossimo 9 aprile, quando i legali del vecchio quasi in coda al campionato di serie C. Un rinvio che ha fatto in modo che le acque nel limite del possibile si calmassero e che potessero maturare le condizioni per sguinzagliare mediatori sia su piani ufficiali che, soprattutto, in una prima fase ufficiosi.

Sulla questione centro sportivo, Pasini aveva inizialmente diretto l’attenzione sul San Filippo. Ma la condizione pubblica dell’impianto e i criteri con cui è pensato non consentirebbero di immaginarlo, nemmeno mettendoci mano per una ristrutturazione importante, di pensarlo adeguato per le esigenze di una squadra professionistica del giorno oggi. La via del centro cittadino non è ancora del tutto chiusa, ma è vero che dal Comune non hanno ricevuto sollecitazioni concrete per entrare nel merito.

Man mano dunque il pensiero su Torbole, anche date tutte le altre partite aperte, si è fatto sempre più concreto e razionale. Più o meno una settimana fa, il presidente Pasini si è anche recato personalmente a visitare l’impianto (al quale Cellino sta effettuando manutenzione) alle porte di Brescia: impianto che avrebbe colpito il presidente dell’Union Brescia.

È chiaro che chi ha più fretta di cercare l’accelerata decisiva, magari in tempi strettissimi, possibilmente addirittura entro gennaio, è Cellino che per il Brescia calcio ha a suo tempo avviato la procedura di composizione negoziata della crisi. Ovvero per ottenere un concordato ed evitare il fallimento. Nel piano di ristrutturazione che a inizio 2026 dovrà essere sottoposto al tribunale dovranno essere messi nero su bianco gli accordi con i creditori. Che sono ancora da trovare.

Nel frattempo l’imprenditore sardo intende liberarsi degli asset personali che lo legano a Brescia. Venduta, a un imprenditore bresciano, la sua casa di Padenghe del Garda, in pancia all’Eleonora c’è anche l’immobile di via Porcellaga nel quale si sarebbe dovuta trasferire la sede della società. Ma il tema vero per Cellino è il centro di Torbole del quale ha tutto l’interesse di disfarsi anche perché altrimenti sarebbe destinato a «deperimento».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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