Sicurezza sul lavoro: da inizio anno sono sei i morti bresciani

Nel Bresciano i casi di infortunio sul lavoro nel 2025 sono in aumento rispetto allo scorso anno, e solo nei primi sei mesi ci sono stati sei morti. Secondo l’Inail (l’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) ad aprile di quest’anno le denunce di infortunio a Brescia sono state 1.208, contro le 1.150 registrate nello stesso mese del 2024. Se consideriamo il periodo complessivo che va da gennaio ad aprile 2025 il totale è stato di 5.312 mentre nello stesso periodo dell’anno 2024 erano 5.309. Calano anche i decessi sul lavoro nel periodo gennaio-aprile: nel 2024 le vittime sono state 13 mentre quest’anno sono cinque.
A questi si aggiunge Adriano Mazzelli, il 53enne che ha perso la vita ieri a Botticino. L’uomo, sposato e padre di due figli, è stato investito da una lastra in una cava di estrazione di marmo.
Continuano le tragedie
Se ripercorriamo i numeri dall’inizio dell’anno, il primo morto sul lavoro è stato Carmelo Longhitano, 51 anni, di Roccafranca. Durante la mattinata dell’8 gennaio il pannello del tetto sul quale lavorava ha ceduto improvvisamente: la caduta non gli ha lasciato scampo. Un mese dopo, il 17 febbraio, a perdere la vita è stato il 44enne Michele Bernardi, rimasto incastrato tra due carrelli che trasportavano i bancali in movimento in un’azienda che produce cosmetici, la Comin Parfum.
I bresciani fuori provincia
Il 27 marzo Federico Ricci, 30enne di Concesio, è morto mentre stava riparando un ascensore in un condominio a Carugate, schiacciato dal contrappeso della cabina. Destino crudele anche per Moamen Khairy Selim Osman, travolto dalla benna di un Bobcat in un cantiere edile. Per il 35enne di Coccaglio, quel pomeriggio del 29 aprile, non c’è stato nulla da fare.
La vittima più giovane si chiamava Endrit Ademi, morto a soli 24 anni il 6 maggio in zona Lambrate a Milano mentre stava lavorando alla ristrutturazione di un balcone. Il ragazzo è caduto dal terzo piano all’interno del cortile della palazzina. A nulla sono serviti i soccorsi sul posto.
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