Ispezioni e analisi: cosa succederà quest’estate alla Caffaro

Arpa «scannerizzerà» l’area, Caffaro Bs ha completato i pozzi, A2A gestirà la barriera fino al 2029
Uno scorcio della ex cittadella industriale © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio della ex cittadella industriale © www.giornaledibrescia.it
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Della fase uno della bonifica se ne riparla solo scavalcate le vacanze estive, a settembre: effetto collaterale dei quattro mesi che ci sono voluti per riaffidare a Mauro Fasano l’incarico di commissario straordinario. Ma per l’epicentro del Sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro (alias: la vecchia cittadella industriale che occupa circa 110mila metri quadrati tra le vie Nullo, Milano e Morosini) luglio e agosto non saranno «tempi morti». Anche perché il lavoro amministrativo (per nulla secondario) dietro le quinte procede. A partire da indagini e accordi.

Cosa si sta facendo dietro le quinte

Nella mattinata di venerdì 25 tecnici, commissario e rappresentanti dell’Arpa hanno effettuato un nuovo sopralluogo nel sito.

Come mai? Per un aggiornamento sui prossimi passi. Il primo inizia proprio in questi giorni e vede protagonista il team dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente: per tutto il mese, infatti, i professionisti passeranno allo scanner il sito industriale attraverso monitoraggi e campionamenti a tappeto che includeranno anche l’utilizzo del georadar per ottenere i dati del cosiddetto «punto zero». Tradotto: scattare l’istantanea del livello di inquinamento di tutta l’area e per ciascuna sostanza tossica. Un’indagine preziosissima sia per capire come sia evoluta la situazione negli anni, sia in vista delle operazioni clou della bonifica, specie perché i livelli di contaminazione di ciascun agente nocivo non sono omogenei.

Caratterizzazione e bonifica

In parallelo, si procederà con la caratterizzazione dei rifiuti lasciati nel sito dalla Csa di Rovigo, uno smaltimento di cui si farà carico sempre l’Associazione temporanea di imprese guidata dalla capofila Greenthesis. Si attenderà invece l’inizio di settembre per posizionare le quattro centraline mobili che resteranno in funzione all’esterno della cittadella: serviranno per i rilievi e le analisi delle polveri. Ma per ottenere un dato realistico del punto zero, il commissario Fasano ha preferito attendere che la città riprendesse appieno la sua quotidianità, fatta anche di traffico lavorativo e scolastico, così da capire se le contromisure messe in atto dalle ditte durante i lavori dovranno essere assestate in corso d’opera.

È a quel punto (ossia a settembre e sempre scongiurando ulteriori intoppi) che la grande macchina della messa in sicurezza e della bonifica dell’area verrà azionata. In primis con il montaggio del cantiere e del «villaggio operaio», poi con il piccolo scavo necessario per i lavaruote, quindi con il teorema di test pilota per sondare ogni tecnica prevista nel Piano operativo di bonifica firmato da Aecom e, soprattutto, per capire quanto inquinante ogni tecnica riesce a «catturare» o ad annientare.

I silos saranno presto collegati all’impianto che filtra i veleni © www.giornaledibrescia.it
I silos saranno presto collegati all’impianto che filtra i veleni © www.giornaledibrescia.it

Le intese con A2A e lo scenario

Nel frattempo, ci sono altre due novità (per una volta, positive). Uno: Caffaro Brescia ha ultimato la realizzazione dei pozzi nuovi (8 e 9), installato le pompe ed è prossima a collegare i due nuovi impianti al sistema di trattamento: questo significa che la barriera idraulica (il sistema di pozzi simile a una diga anti-veleni) avrà maggiore efficacia.

Ma chi la gestirà? Questa è la seconda questione risolta dal commissario nei primi giorni del suo tribolato «secondo mandato»: l’accordo è sempre con A2A, sulla scia di una nuova convenzione che durerà quattro anni (e, quindi, fino a luglio 2029). La multiutility si occuperà di gestione sia la barriera sia i piezometri per un costo complessivo che si aggira attorno ai tre milioni di euro all’anno (di cui circa 900mila per i reagenti). E, parallelamente – conferma Fasano – «si rimetterà mano anche alla vecchia barriera idraulica, perché come aveva già sottolineato l’Arpa così com’è non funziona a sufficienza e necessità di una manutenzione per essere rimessa in sesto». Mentre il suo destino definitivo (se mantenerla operativa oppure dismetterla del tutto) sarà stabilito tra cinque anni, una volta conclusa la prima fase del progetto di messa in sicurezza e di bonifica.

Ultimi giorni anche per conoscere il collegio dei collaudatori: due le proposte arrivate: la Commissione è già al lavoro per individuare chi si aggiudicherà l’incarico.

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