Bonifica Caffaro, a marzo i primi ponteggi tra rilievi e georadar

I primi mesi di lavoro del consorzio d’imprese serviranno per il progetto, in autunno le demolizioni
L'ingresso di uno dei capannoni della vecchia Caffaro Chimica - © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso di uno dei capannoni della vecchia Caffaro Chimica - © www.giornaledibrescia.it
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Prudenzialmente si parla della fine di marzo, ma - procedure permettendo - il passaggio potrebbe consumarsi anche una manciata di giorni prima. La primavera consegnerà le chiavi del sito Caffaro nelle mani del Raggruppamento temporaneo di imprese che si è aggiudicato il bando di gara per la prima tranche della bonifica e della messa in sicurezza della vecchia cittadella industriale affacciata sulle vie Nullo, Milano e Morosini. Da quel momento in avanti, il consorzio avvierà un teorema di sopralluoghi, rilievi e misurazioni propedeutici alla definizione del progetto.

I passaggi

A separare Brescia da una delle date che entreranno a fare parte della storia della città manca insomma veramente poco, come conferma il commissario straordinario del Sin, Mauro Fasano: «Siamo a buon punto. La consegna del cantiere è previsto attorno al 23 marzo: prima di vedere le ruspe al lavoro, però, passerà ancora qualche mese».

Questo appunto perché «il primo periodo serve per redigere un progetto tecnico puntuale». Ruspe no, ma all’interno dei 110mila metri quadrati che formano la vecchia cittadella industriale qualche impalcatura utile ai rilievi comparirà, un primo segno tangibile del fatto che stavolta - seppur 23 anni dopo lo scoppio del caso - nell’epicentro della contaminazione qualcosa si muove.

Quali i passaggi? Dopo il progetto, scatterà la demolizione di tutti gli impianti ancora presenti nell’area, ad eccezione delle strutture che compongono la barriera idraulica (e, quindi, dei pozzi e degli impianti correlati) e delle palazzine in mattoncini rossi rivolte lungo via Milano, dove un tempo stavano gli uffici.

Nell’area

I fondi a disposizione per i primi cinque anni di lavori ammontano a 57.165.000 euro, che - oltre allo smantellamento degli impianti - servono a finanziare la fase di analisi: tra la fine dell’estate e l’autunno, le ditte incaricate si troveranno cioè a scandagliare la gigantesca area con laser e georadar oltre che a compiere una serie di sondaggi con l’aiuto dell’Arpa per avere un quadro dettagliato sulle condizioni dei terreni, per decenni impregnati da sostanze tossiche. Questo perché l’obiettivo è arrivare alla bonifica dei suoli profondi per eliminare le fonti di contaminazione che interessano la falda sotterranea.

Stando agli ultimi accordi, sempre in primavera Caffaro Brescia - l’azienda che fino al 31 ottobre occupava circa il 30% della cittadella industriale - dovrebbe avere concluso le attività di sua competenza. La gestione della barriera idraulica è invece ormai in capo ad A2A Ciclo Idrico fino a giugno 2025. La multiutility sta adeguando da qualche mese le aree e gli impianti e sta procedendo con l’installazione di una nuova stazione di controllo dello scarico, alla quale si affianca un monitoraggio analitico costante «con frequenti campionamenti ed analisi dei pozzi».

Il consorzio che si è aggiudicato il bando di gara, peraltro, ha già in parte lavorato in team con A2A, a partire dalla capofila Greenthesis, proprietaria di Rea Dalmine, società che gestisce l’inceneritore bergamasco. C’è poi la sicula Nico, che ha esperienza in materia di decomissioning e che tra le maggiori collaborazioni nel curriculum ha quella con Eni Mediterranea. A completare la cordata è infine Acr bonifiche, che si occupa già della gestione di barriere idrauliche e che (per il 60%) fa capo a Herambiente Servizi industriali, controllata di Hera.

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