«Caffaro, l’ultima barriera»: il podcast di IrpiMedia con il Giornale di Brescia

Esce oggi una serie audio di otto puntate che ricostruisce e indaga la storia del disastro ambientale. Qui il primo episodio
Lo storico ingresso della Caffaro in via Milano
Lo storico ingresso della Caffaro in via Milano
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C’è un caso che a Brescia è vissuto ancora in modi radicalmente opposti. C’è chi ne è ossessionato e chi invece a sentirlo nominare quasi sbadiglia. Per tutti i bresciani, però, parole come Pcb, inquinamento e bonifica fanno ormai parte di un lessico famigliare che porta subito a un punto specifico sulla mappa: zona ovest della città, via Milano, fabbrica Caffaro.

Questa storia ha più di cent’anni ma è tutt’altro che chiusa. Il caso è finito di nuovo in tribunale e oggi sarà celebrata la seconda udienza preliminare che vede a processo anche i vertici di Caffaro Brescia, l’ultima società che ha lavorato in una parte del sito industriale e che deve rispondere all’accusa di disastro ambientale.

Al di là della vicenda giudiziaria però le incognite sono ancora molte. C’è un solo responsabile o, in parte, è una colpa condivisa da chi per decenni ha scelto di stare in silenzio? Cosa possiamo aspettarci da questo processo? Quali risposte potrebbe portare alle tante domande dei cittadini? Qualcuno risarcirà mai la città e chi per colpa di Caffaro ha perso tutto ciò che aveva? «Caffaro, l’ultima barriera - I veleni nel cuore della città» è un podcast che affronta queste domande, scava negli episodi passati più inosservati e ricostruisce quanto accaduto con le testimonianze di chi c’era allora e di chi ancora subisce le conseguenze dell’inquinamento. Lo hanno scritto Nuri Fatolahzadeh e Laura Fasani, redattrici del nostro quotidiano, ed è prodotto da IrpiMedia in collaborazione con il Giornale di Brescia (editing di Christian Elia e Giulio Rubino, montaggio e sound design di Riccardo Cocozza).

La serie

Si tratta di una serie audio di otto puntate: oggi esce la prima, saranno disponibili due puntate a settimana per un mese, ogni martedì e venerdì. Si ascolta gratuitamente su Spotify e Spreaker (e sul sito del GdB). Anche la sigla del podcast porta una firma bresciana: quella dello zio rock Omar Pedrini, che ha offerto alle autrici il singolo «Diluvio universale».

Voci, interviste, rumori dentro e fuori dalla fabbrica sono il cuore pulsante di questa narrazione audio. Ogni puntata si sofferma su un capitolo diverso della storia: è un viaggio sonoro tra città e provincia, con passaggi anche dal tribunale. Ad accompagnare le autrici nel racconto ci sono sia le figure note che hanno seguito questa storia dall’agosto 2001, sia i cittadini e le cittadine che ne sono stati travolti e che non avevano offerto la loro testimonianza.

Perché ora

Nel 2021 con il sequestro del sito industriale è stato aperto un nuovo filone d’inchiesta che ha riacceso i riflettori sulla fabbrica, spesso rimasta all’ombra di altri disastri ambientali che hanno destato più clamore nel resto d’Italia. Eppure i veleni che lo hanno causato rappresentano un unicum: sostanze tossiche che a Brescia sono presenti oggi come allora.

Oggetto di battaglie e a rischio di oblio tra piani di bonifica e accordi di programma, il caso Caffaro è diventato un simbolo doloroso per i bresciani. Raccontarlo ora, con un nuovo processo penale in corso (anche oggi senza che il Comune si sia costituito parte civile), permette di riavvolgere il filo anche per chi nel 2001 non c’era, per chi vive altrove e per chi non ne ha mai sentito parlare. È insomma un podcast che ambisce a riunire i pezzi di cronaca disseminati lungo questi ventidue anni per offrire nuovi punti di vista.

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