Cammarata (Pd): «Al tavolo con Forza Italia? Perché no»

Nella scorsa tornata elettorale è stato a lungo al centro del toto-nomi per uno scranno in Giunta, poi per il ruolo - più politico - di capogruppo. L’epilogo, tutto in casa centrosinistra, lo ha portato alla presidenza del Consiglio comunale e oggi, a poco più di un anno dal voto per Loggia 2023 - in un dibattito politico che si consuma ancora nel chiacchiericcio dei corridoi e che attende con impazienza di entrare nelle stanze delle segreterie politiche - Roberto Cammarata è nella rosa dei papabili candidati sindaco.
Lei è pronto a mettersi in gioco come candidato?
Credo che la sfida non vada personalizzata: serve un percorso politico che faccia emergere la persona giusta. Proporsi per governare una città non è una sfida tra singoli: i partiti devono essere protagonisti della mediazione politica. Come coalizione abbiamo la fortuna di avere una pluralità di profili degni e utili per definire la partita che si vuole giocare. Insomma, non credo che questa domanda sia da fare ai singoli soggetti.
Si attende una risposta dal partito dunque?
I partiti devono definire qual è il campo di gioco, specie ora che siamo alla fine di un ciclo che si è ancorato fortemente su una leadership, quella di Emilio Del Bono, e che ne va trovata una nuova. Tenendo presente che un leader prima di essere una guida dev’essere un interprete, saper leggere e comprendere la città. Le ambizioni sono legittime, ma non possono essere l’elemento principale di un quadro politico. E i partiti si devono assumere le loro responsabilità, non possono pensare di delegarle ai singoli.Primarie sì o primarie no?
Non sono contrario: credo che debbano essere di coalizione, perché è fondamentale che tutti legittimino appieno la futura leadership. Se per arrivarci serviranno le primarie, ben vengano. Ma deve essere una sfida sul contenuto, tra progetti e idee di città, non tra persone. Se così fosse, allora non sarei sfavorevole anche a primarie interne al Pd, diversamente sarebbe l’ennesima abdicazione dei partiti al loro ruolo.
Ma lei è disponibile oppure no?
Non mi tiro indietro, ma credo che non debba essere io ad autopropormi: nè io, nè altri. Certo è che penso che il processo debba essere avviato: abbiamo di fronte la primavera per iniziare il percorso e l’estate per consolidarlo, così da arrivare all’autunno con un esito: squadra di coalizione, candidato e programma, tre elementi che devono viaggiare in parallelo.
Ecco: quale coalizione? C’è spazio per il M5s?
Il dialogo va aperto a 360 gradi, ma non sono per replicare necessariamente i quadri nazionali. È chiaro che si deve partire dalla coalizione uscente per poi allargare: i confini vanno rimodulati anche attorno alle novità politiche. In questo contesto può esserci anche il M5s, ma solo se ci sono le condizioni.
Quale la condizione per il sì?
Serve il riconoscimento dell’attività svolta.
Vorrebbe un mea culpa da parte del Movimento 5 stelle?
Un mea culpa no, ma è chiaro che serve una presa d’atto da chi è stato in opposizione se vuole fare parte di questa coalizione. Dev’essere chiaro che chiunque si candiderà a sindaco, pur con un forte tasso di innovazione, lo farà in forte continuità con la buona azione di governo attuale. Faccio l’esempio del tram: tanto il M5s quanto il centrodestra, con dei distinguo, si sono opposti a un progetto che per noi è strategico e che definisce sia sul profilo della rigenerazione sia su mobilità e sostenibilità la nostra idea di città. Sui temi strategici le posizioni devono essere chiare anche verso gli elettori.Ha parlato di dialogo a 360 gradi: vale anche per il centro e, quindi, per Forza Italia?
Penso a Italia viva e ad Azione in primis ma sì, anche al mondo liberale di cui Forza Italia fa parte: non a caso spesso in questi anni si è distinta da Lega e FdI. Se quella parte degli azzurri che ha dimostrato apertura è interessata a fare un ragionamento, io dico: sediamoci al tavolo. Finora abbiamo declinato una politica radicale nei principi e moderata nell’azione. Per il 2023 credo si debbano trovare equilibri diversi: più radicali nell’azione e più aperti sui principi. Abbiamo bisogno di aprire al confronto per saper dialogare.
Il centrodestra pare orientato verso Fabio Rolfi: che ne pensa? Avversario temibile?
Rolfi ha maturato una grande esperienza, ma penso sia una candidatura sbagliata: a me infatti non dispiace come competitor, perché è il candidato di coalizione espressione di un partito, la Lega, in forte declino e questo non lo ritengo un punto di forza. Si tratta peraltro di una candidatura che guarda indietro, che Brescia ha già sperimentato come vicesindaco. Rolfi, di fatto, è già stato sanzionato dall’elettorato come guida politica, come modello di città proposto e come gestione amministrativa.
Sta dicendo che chiunque vincerebbe contro Rolfi?
No, pensarlo sarebbe un grosso errore, non sottovaluto Rolfi. Diciamo che dovremmo tracciare noi il campo e non giocare di sponda: abbiamo la responsabilità di dare un’immagine forte della coalizione uscente, il che significa no allo spacchettamento tra correnti e no alla guerra tra singoli.Ma se tutto è basato sulla continuità, quale sarebbe il tratto innovativo?
La dinamicità e l’ascolto, soprattutto della fascia dai 30 ai 50 anni. Si tratta di generazioni particolarmente in ebollizione, che hanno maturato competenze e capacità enormi che hanno però trovato sfogo solo nella sfera privata e che oggi sono pronte per un impegno pubblico attivo. Ed è questo ciò di cui c’è bisogno ora: si può e si deve compiere questo passo.
C’è un tema di ricambio generazionale dunque?
Sì, il 2023 deve essere l’anno in cui i trentenni e i quarantenni prendono in mano la città. In tutta la dimensione pubblica ci deve essere un ricambio, anche per interpretare il nostro tempo. Ci deve essere spazio per i giovani. Serve cioè continuità nelle scelte politiche, ma innovazione nei soggetti. C’è bisogno, ad esempio, di rinnovare la dimensione civica che va tutta completamente ricostruita.
Il sindaco ha detto che per il futuro candidato si parte dalla Giunta: e se il nome fosse femminile?
Brescia sarebbe assolutamente pronta a quel nome. E sarebbe anche una bella novità.
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