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Fanghi tossici: l'indignazione dopo anni di denunce inascoltate

A un anno dal caso Wte, gli abitanti di Calcinato espongono le proprie preoccupazioni, supportati dai comitati ambientalisti
L'assemblea dei cittadini di Calcinato è stata molto partecipata - © www.giornaledibrescia.it
L'assemblea dei cittadini di Calcinato è stata molto partecipata - © www.giornaledibrescia.it
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Cosa si è fatto, cosa si sta facendo, cosa si farà per evitare che possa di nuovo presentarsi un nuovo caso Wte. È passato un anno da quando il vaso di Pandora è stato scoperchiato, ma ne sono passati 21 da quando hanno cominciato le segnalazioni e le denunce, e la moltitudine di preoccupazioni che quel caso ha sollevato è rimasta la stessa. Identica l’indignazione dei cittadini di Calcinato, di Quinzano, di Visano anche ora che «la giustizia ha messo in luce l’ingiustizia».

Così per Imma Lascialfari, presidente del comitato Ambiente Futuro Lombardia che lunedì sera, proprio a Calcinato, ha portato sul palco dell’auditorium Don Bertini alcuni tra i principali interlocutori su questo tema così delicato. C’erano i cittadini, membri di comitati e associazioni, a «raccontare il loro vivere, senza essere ascoltati da nessuno»: Laura Corsini e Barbara Mantovani dei comitati Cittadini di Calcinato e Quinzano, Stefano Guarisco, di Visano Respira.

Le indagini dei carabinieri forestali
Le indagini dei carabinieri forestali

Presenti però anche esponenti dell’associazione Vivambiente di Castelnuovo Bocca D’Adda, nel Lodigiano: altra città, altre campagne, stessa situazione. Sollecitate in più occasioni nel corso della serata e chiamate a dar risposta, c’erano però soprattutto loro, le istituzioni di ogni livello. In collegamento da Roma, il deputato Alberto Zolezzi secondo il quale «va risolto il vuoto normativo relativo al sistema di tracciabilità dei gessi: è in fase di scrittura un decreto ministeriale. Una legge nazionale, dal punto di vista tecnico, è meglio. È complesso, ma bisogna agire presto».

Lo sa bene l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, primo sostenitore della norma del Pirellone sui gessi di defecazione, impugnata però dal Ministero della Transizione ecologia che ne rivendica la competenza (la sentenza della Corte Costituzionale dovrebbe arrivare il 22 novembre): «Un vuoto normativo crea un mix perfetto per il proliferare di speculazioni. Il tracciamento è fondamentale in funzione del fatto che i gessi hanno una funzione agronomica. Ma - ha specificato - occorre che si vada nella direzione di offrire un’alternativa a fanghi e gessi, che di fatto non servono, perché basterebbe migliorare la distribuzione di altri fertilizzanti».

Un nuovo spettro

È intervenuta anche Simona Tironi, vicepresidente della Commissione Sanità e membro della Commissione Antimafia, come pure il presidente della Provincia, Samuele Alghisi. Inevitabile il riferimento al nuovo spettro che aleggia su Calcinato, la recente approvazione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti organici di Bedizzole: «Non si poteva non approvare - ha detto Alghisi - perché l’impianto rispetta le prescrizioni imposte: la Provincia si deve muovere all’interno di un quadro normativo ben preciso».

Vale lo stesso per il sindaco di Calcinato, Nicoletta Maestri, che ha appena annunciato che non presenterà ricorso contro l’approvazione dell’impianto.

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