Bassa

Fanghi e gessi contaminati, ecco le aziende fornite dalla Wte

Arpa e Procura al lavoro: tracciate le aziende coinvolte, difficile risalire però a tutte le aree infestate tra gennaio 2018 e agosto 2019
Loading video...
WTE, GESSI IN 30 COMUNI
AA

Una prima mappatura c’è. Ed è quella che traccia la «rete» della filiera iniziale: il percorso che ricostruisce cioè quali sono le aziende agricole in cui la Wte ha consegnato i gessi di defecazione e i fanghi contaminati nel periodo compreso tra gennaio 2018 e agosto 2019. Un elenco di comuni lunghissimo, che vede coinvolti trenta territori bresciani ma che si estende ben «oltre confine», mettendo in allarme anche le province di Como, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Piacenza, Pavia, Verona e Novara.

Fin lì, in quegli anni, la Wte - l’azienda finita sotto inchiesta perché accusata, appunto, di aver venduto gessi contaminati e che ora deve rispondere dei reati di traffico illecito di rifiuti e gestione di rifiuti non autorizzata - ha consegnato i suoi prodotti.

Quel che, però, ancora non si conosce è l’estensione del danno. Dove sono avvenuti gli spandimenti esattamente? In quali altri campi? E, di conseguenza, a quanto ammonta il conto del danno ambientale subìto e del quale - se accertata la responsabilità - l’azienda che ha sede a Calvisano, Calcinato e Quinzano dovrà rispondere direttamente? Questo resta per il momento un rebus. Impossibile da sciogliere? Difficile, ma non impossibile. Per farlo, la strada da percorrere è una e una soltanto: interrogare, uno dopo l’altro, i gestori delle aziende agricole che hanno ricevuto la merce. Sperando di riuscire a risalire a tutti i luoghi degli spandimenti avvenuti in quel lasso di tempo.

Per questo i Comuni sono in allarme e sempre per questo hanno chiesto ai Carabinieri forestali di conoscere la localizzazione dei terreni al centro dei riflettori, così da poter mettere in moto le contromisure necessarie, ovvero le ordinanze di tutela. E la risposta è stata cristallina: l’elenco dei Comuni «indica il nominativo dell’azienda agricola ricevente e la collocazione geografica dei terreni oggetto di consegna dei gessi per il loro spandimento», ma «non fornisce indicazioni sulla localizzazione puntuale dei campi oggetto dello spandimento, né delle colture praticate, né della quantità di gessi sparsa».

Un dato, tuttavia, c’è (anche se non confortante): ogni viaggio dalla Wte al luogo di destinazione comportava il trasporto di almeno 11,5 e fino ad oltre 32 tonnellate di materiale. Peraltro - prosegue la nota firmata dal comandante col. Pier Edoardo Mulattiero - «non si esclude che altri spandimenti possano essere avvenuti su terreni di quelle o di altre aziende dopo l’agosto 2019».

Sul caso Wte, ieri, hanno relazionato i direttori dell’Arpa di Brescia, Fabio Cambielli, e dell’Arpa Lombardia, Fabio Carella, durante l’audizione in Regione in Commissione agricoltura. Proprio dalle indagini dell’agenzia diretta da Cambielli, infatti, si è aperta la partita giudiziaria (e, dunque, il fascicolo in Procura) a carico della ditta. Un’attività, quella dell’Arpa, che ha preso avvio anche grazie alle numerose segnalazioni arrivate dai cittadini: per ben 940 volte, infatti, i residenti hanno contattato il Dipartimento di via Cantore, che ha esaminato ogni istanza e che tuttora sta conducendo indagini approfondite.

Quale la situazione attuale nelle sedi della società? I cittadini che hanno notato un via vai negli ultimi giorni possono stare tranquilli, confermano dall’Agenzia: gli impianti sono, e restano, sotto sequestro, la Provincia ha sospeso alla Wte l’Autorizzazione integrata ambientale e l’attività è dunque sospesa. I movimenti nell’azienda sono legati alla messa in sicurezza degli impianti e coordinati dal curatore giudiziario. «Invito a continuare a sollecitare l’agenzia: il controllo del territorio da parte di chi lo vive può e deve fare la differenza in un caso come questo - è l’appello lanciato dal consigliere Ferdinando Alberti (M5s) -. Certo, risulterà difficile risalire all’esatta ubicazione dei terreni contaminati, perché i gessi, a differenza dei fanghi, non sono tracciati. Ma la mappatura e il campionamento dei campi contaminati finalizzato alla messa in sicurezza o bonifica deve essere fatto anche con extra fondi regionali: stiamo parlando di salute pubblica».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...