Omicidio Bozzoli: «L’ex di Giacomo non lo ha calunniato»

La decisione del Gip sul ricorso presentato dal nipote di Mario Bozzoli contro la ex Jessica Gambarini
La testimonianza di Jessica Gambarini in tribunale a Brescia
La testimonianza di Jessica Gambarini in tribunale a Brescia
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Non ha testimoniato il falso. E nemmeno lo ha calunniato. Per questo il gip del tribunale di Brescia Matteo Grimaldi non ha accolto il ricorso di Giacomo Bozzoli presentato contro l’archiviazione dell’inchiesta a carico della ex compagna Jessica Gambarini, la grande accusatrice nell’ambito del processo in cui Giacomo Bozzoli in primo grado è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, l’imprenditore di Marcheno scomparso l’8 ottobre 2015.

Nel mirino di Bozzoli - la cui difesa a giorni depositerà il ricorso in appello contro il fine pena mai pronunciato dalla Corte d’Assise - era finita la pesante testimonianza di Jessica Gambarini del 17 novembre 2021. «Per quanto concerne (...) la conoscenza dei propositi omicidiari di Bozzoli e l’avversione nei confronti del parente, non sono emersi in atti e non sono altrimenti acquisibili elementi che consentano di ritenere che la Gambarini abbia dichiarato il falso.

Le suddette propalazioni, certamente dotate di rilevanza e pertinenza con riguardo all’oggetto del processo nel quale la donna le ha rese sono apparse coerenti e genuine, specie ove si consideri che ella, non appena appresa la notizia della scomparsa dello zio dell’ex compagno, in una fase ancora embrionale delle indagini nel corso delle quali non erano stati resi pubblici dettagli della vicenda, non ha esitato a contattare le forze dell’ordine per fornire informazioni circa l’articolato programma criminale che Bozzoli aveva architettato per eliminare lo zio e che egli aveva a lei confessato durante la relazione, conclusasi anni prima» scrive il gip archiviando definitivamente le accuse di falsa testimonianze e calunnia mosse da Bozzoli nei confronti della ex.

Il giudice entra poi nel dettaglio di alcune affermazioni di Jessica Gambarini durante il processo. «Deve senz’altro escludersi che l’aver rivelato l’uso saltuario di sostanza stupefacente da parte di Bozzoli sia affermazione calunniosa, poiché l’uso personale di sostante psicotrope non è azione idonea ad assumere i connotati di condotta penalmente eseguibile». E ancora: «Allo stesso modo, non può ritenersi calunniosa l’affermazione in ordine alla conoscenza circa la presenza di arma da fuoco presso la casa vacanze della famiglia Bozzoli. Sebbene con dichiarazioni non propriamente congruenti, la donna si è limitata ad affermare di essere a conoscenza della presenza di un fucile nell’abitazione peraltro, poi, effettivamente trovato nel corso della perquisizione (...) non accusando falsamente Bozzoli di detenere illecitamente armi».

Il giudice chiude così il caso e archivia l’inchiesta a carico della ex di Giacomo Bozzoli, «non sussistendo elementi sufficientemente idonei per sostenere l’accusa in giudizio e formulare una ragionevole previsione di condanna».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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