Omicidio Bozzoli: al via la nuova inchiesta sui due operai della fonderia

Primo effetto post condanna all’ergastolo di Giacomo. La posizione più delicata è quella di Oscar Maggi
Giacomo Bozzoli è stato condannato all'ergastolo -  © www.giornaledibrescia.it
Giacomo Bozzoli è stato condannato all'ergastolo - © www.giornaledibrescia.it
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Iscritti nel registro degli indagati sette anni dopo la prima volta. In mezzo per uno di loro è scattata una condanna all'ergastolo. Era infatti il 20 dicembre 2015 quando la Procura metteva nero su bianco il primo atto nell'ambito dell'indagine per la scomparsa di Mario Bozzoli, avvenuta l'otto ottobre precedente.

Con l'accusa di concorso in omicidio finirono sotto inchiesta Giacomo e Alex Bozzoli, fratelli e nipoti dell'imprenditore svanito nel nulla, e gli operai Oscar Maggi e Akwasi Aboagye che tutti nella fonderia di Marcheno hanno sempre chiamato Abu. Se per Giacomo Bozzoli si è chiuso con l'ergastolo il primo tempo della partita giudiziaria, per gli altri tre coindagati di sette anni fa, si riapre il caso.

Vive in Inghilterra Akwasi Aboagye -  © www.giornaledibrescia.it
Vive in Inghilterra Akwasi Aboagye - © www.giornaledibrescia.it

Nuove accuse

La Procura li ha infatti nuovamente formalmente indagati: concorso nell' omicidio volontario e nella distruzione di cadavere è l'ipotesi di accusa mossa nei confronti di Oscar Maggi, favoreggiamento personale invece per Abu, falsa testimonianza infine per quanto riguarda Alex Bozzoli. L'inchiesta è affidata al procuratore aggiunto Silvio Bonfigli che ha rappresentato l'accusa anche nel filone che ha portato alla condanna in primo grado di Giacomo Bozzoli e che con ogni probabilità sarà affiancato da un sostituto procuratore.

Che inchiesta sarà? Dopo sette anni di indagini, costate oltre un milione e mezzo di euro, è difficile immaginare che gli inquirenti possano andare a caccia di elementi diversi rispetto a quanto emerso nel procedimento principale. Rischia di avere un peso importante se non addirittura decisivo ai fini dell'inchiesta bis, quanto scritto dal presidente della Corte d'Assise Roberto Spanò nelle 270 pagine di motivazioni della sentenza di condanna al massimo della pena nei confronti di Giacomo, ritenuto l'assassino dello zio Mario, gettato nel forno della fonderia di Marcheno la sera dell'otto ottobre 2015.

Gli operai

La posizione più delicata è quella di Oscar Maggi. «L'omicidio e la distruzione del cadavere non sarebbero stati possibili - e non poteva essere diversamente - se Maggi non avesse previamente garantito a Giacomo Bozzoli di non ostacolarlo» scrive la Corte. E ancora: «Ove l'operaio addetto al forno piccolo fosse stato infatti estraneo al progetto, avrebbe avuto tutto l'interesse a collaborare con gli inquirenti per chiarire quanto fosse avvenuto sotto i suoi occhi».

L’operaio Oscar Maggi -  © www.giornaledibrescia.it
L’operaio Oscar Maggi - © www.giornaledibrescia.it

Diversa la posizione di Abu e Alex Bozzoli: «La Corte avanza più che ragionevoli sospetti di compartecipazione al progetto delittuoso. Tuttavia, diversamente da Maggi, il cui apporto - si legge - era essenziale nella riuscita del piano criminoso, per l'operaio e il fratello dell'imputato non può escludersi - in bonam partem - che siano stati messi al corrente dell'omicidio solo dopo la sua perpetrazione e che, dunque, il loro ruolo non abbia oltrepassato la soglia della connivenza».

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