Rsa, corsi gratuiti per Oss e Asa: la Regione stanza sei milioni

L’assessora Tironi: «Incentiviamo la formazione, a luglio il bando anche per le Rsd: saranno loro a individuare i candidati»
Uno scatto a margine del convegno: al centro l'assessora regionale Simona Tironi - © www.giornaledibrescia.it
Uno scatto a margine del convegno: al centro l'assessora regionale Simona Tironi - © www.giornaledibrescia.it
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Il primo passo per rendere più attrattive professioni come quelle degli operatori socio sanitari e degli ausiliari socio assistenziali è incentivare la formazione. Con questa consapevolezza Simona Tironi, assessora regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, ha annunciato ieri – durante un convegno aperto al mondo sociosanitario bresciano – uno stanziamento da sei milioni di euro per coprire le spese dei prossimi corsi e renderli più attrattivi e brevi: «Oggi costano anche 2000-2.800 euro e durano mesi. Molti si iscrivono, poi trovano un altro lavoro e abbandonano».

La misura

Dalle parole si passerà subito ai fatti: la misura – varata dall’Assessorato tendendo conto delle proposte di un tavolo di esperti – prevede il 14 luglio la pubblicazione di un avviso rivolto alle Rsa, ma anche alle Rsd: «Le strutture interessate ad aderirvi perché bisognose di reperire nuovi Oss e Asa – spiega l’assessora – saranno chiamate a individuare il personale da candidare e a scegliere gli enti accreditati ad erogare il percorso di formazione. La Regione rimborserà la quota al 100%. Ogni ente potrà ricevere al massimo 50mila euro per 20 persone da formare. Durante il percorso, poi, saranno previsti tirocini nelle stesse strutture per anziani o per disabili: riteniamo questo elemento fondamentale per fidelizzare da subito i corsisti». Per Simona Tironi si tratta di un «passo importante per aiutare le Rsa e le Rsd a eliminare i primi ostacoli nella ricerca del personale».

Sguardo ai Neet

È d’accordo Luca Degani, presidente di Uneba Lombardia: «Solo nelle Rsa bresciane mancano almeno 500 Oss e Asa, che diventano un migliaio se estendiamo lo sguardo alle esigenze di altre strutture come i centri diurni e le realtà per disabili. Ora ciò che serve è indirizzare l’appello ai giovani affinché colgano questa opportunità di formazione. Penso, ad esempio, ai Neet, ossia ai giovani che non studiano e non lavorano. Con questa misura possiamo raggiungere tre obiettivi: aiutare le Rsa a reperire personale, far uscire quanti più giovani dalla condizione di Neet e portare avanti azioni di welfare intergenerazionale». Chiara Benini, direttrice di tre Fondazioni, esprime apprezzamento per la misura, ma non nasconde preoccupazione: «Spero che lo stanziamento copra il costo dei corsi anche per piccoli gruppi. L’esperienza ci insegna che è difficile trovare candidati».

Il contesto

Nel territorio di Ats Brescia – ricordiamo – ci sono 91 Rsa con 7.452 posti. Nonostante le difficoltà in termini di organico «dai nostri controlli – spiega il direttore generale Claudio Sileo – emerge che il minutaggio per ciascun ospite viene garantito. Delle sanzioni o diffide scattate dal 2023 in poi, inoltre, solo 4 erano relative a carenza di personale. Questo mondo – ammette – ci sta particolarmente a cuore: le Rsa sono luoghi di cura e luoghi di vita. E la nostra popolazione sta sempre più invecchiando: tra 10 anni passeremo da 270mila a 290mila over 65. E sappiamo che il supporto che le famiglie possono rivolgere all’anziano è ridotto: si fanno meno figli, i figli abitano lontano...».

Il progetto

Ad oggi, considerando anche la Valcamonica, ci sono 90 posti in Rsa ogni mille over 80 e 28mila domande in attesa. In aggiunta Sileo ricorda che è in corso una gara per dotare una Rsa (da individuare nel territorio di Ats Brescia) di 20 posti «post-acuta Sla» sulla base di un progetto finanziato dalla Regione unico in Lombardia: «Si sono fatti avanti tre enti gestori, li inviteremo a presentare i progetti. Sarà un altro fiore all’occhiello bresciano».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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