«Cari genitori», parliamo di stress scolastico: come aiutare i ragazzi

Compiti, verifiche, aspettative eccessive e competizione: la scuola può diventare una fonte di stress per molti adolescenti. Come riconoscerne i segnali e aiutare i ragazzi a gestire la pressione?
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«Cari genitori», scuola e stress: come sostenere i ragazzi
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Cari genitori, da un po’ di tempo a questa parte si sente dire da studenti e genitori che la scuola stressa con compiti eccessivi, continue verifiche e severità dell’insegnamento. Può essere, non lo nego, ma solo in parte sono condizioni che causano stress che fa male o è dannoso per l’organismo.

Lo stress nell’adolescenza

C’è da dire che negli anni dell’adolescenza lo stress è una condizione naturale in quanto, i grandi cambiamenti di questa fase della vita, richiedono all’organismo lo sforzo continuo di adattarsi alla realtà. E poi, diceva Hans Selye, il più autorevole studioso dello stress, è da considerare come «il sale della vita» che non fa male se non è troppo.

Competizione e sfide

A scuola può diventare dannoso solo quando insegnanti e genitori puntano eccessivamente sulla competizione. E poi, di solito, non è il «quanto si deve studiare» ma al «come» si richiede di apprendere.

Le verifiche e le interrogazioni frequenti e ravvicinate contano non c’è dubbio così come contano le lezioni poco coinvolgenti, ma sono più problematici i conflitti con i docenti, tra i pari quelli in famiglia se non si sa come gestirli.

Non dimentichiamo poi che i ragazzi di oggi sono super stimolati da un eccesso di informazioni, dormono poche ore per notte e stanno connessi sui social dove imparano che le sfide estreme servono per primeggiare.

E poi più di tutto contano i fattori personali, il sentirsi inadeguati, insicuri, con poca autostima e conta anche quel controllo continuo dei genitori che oggi viene favorito dal controverso registro elettronico per nulla educativo.

Che fare per aiutare gli adolescenti?

Ai ragazzi per prima cosa direi che il tempo va gestito meglio riducendo i sovraccaricarsi di impegni lasciando spazio per le attività ricreative e gli incontri con gli amici reali. Non trascurerei nemmeno di apprendere qualche tecnica di distensione con esercizi di respirazione profonda.

Ai genitori invece ricorderei l’importanza del dialogo con i figli e il contenimento delle loro aspettative di perfezione. Ma soprattutto li invito ad ascoltarli di più e fare meno prediche, a dare limiti ma anche sostegno e autentica fiducia.

Agli insegnati suggerisco l’importanza di costruire in classe un clima sereno. Valorizzate più gli sforzi e i progressi con partecipazione affettiva che bei voti. Non insistete troppo con la competizione. Basta poco. Mentre serve di più un ambiente di relazioni cooperative per costruire l’umano, sviluppare la solidarietà, l’empatia e fronteggiare lo stress

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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