Un anno di governo Starmer e l’equilibrio tra luci e ombre

Il Primo Ministro del Regno Unito, come era per altro naturale immaginare, ha vissuto un primo anno di alti e bassi
Il Premier britannico Keir Starmer - Epa/Andy Rain
Il Premier britannico Keir Starmer - Epa/Andy Rain
AA

Tra giugno e luglio di ogni anno gli studenti ricevono la pagella scolastica. Dopo poco più di 12 mesi dall’assunzione della carica di Primo Ministro del Regno Unito anche il laburista Keir Starmer e il suo governo possono ricevere una prima, parziale valutazione.

Dopo la vittoria alle elezioni politiche del 4 luglio scorso, Starmer promise di rinnovare il paese e porre fine alla politica egoistica ed egocentrica adottata dai conservatori. Fin da subito, però, si è scontrato con il problema di adattare quanto promesso alle risorse a disposizione. L’ipotesi di limitare l’aiuto statale per il riscaldamento invernale delle famiglie solo ai pensionati più poveri, a causa di un buco di 22 miliardi di sterline lasciato dai Tory, ha creato più di un malumore, reso ancora più aspro da scandali provocati da condotte illecite di personalità del partito e del governo laburisti, che Starmer ha contrastato con durezza, costringendo i reprobi alle dimissioni.

Kewir Starmer e Ursula von der Leyen - Afp/Justin Tallis
Kewir Starmer e Ursula von der Leyen - Afp/Justin Tallis

Ciò è piaciuto all’opinione pubblica nazionale, permettendogli di contrastare le polemiche sollevate dagli interventi di Elon Musk a sostegno dell’estrema destra locale, fautrice di violente rivolte per le strade di alcune città dell’Inghilterra centrale, scoppiate dopo l’omicidio di tre studentesse nell’agosto dell’anno scorso. Anche per questo, Starmer si è sentito ancor più obbligato a mantenere la promessa di adottare una politica economica diversa da quella tory. Il primo bilancio annuale, presentato nell’ottobre 2024 dal Cancelliere dello Scacchiere, Reeves, ha mutato le norme sull’imposta di successione nel settore agricolo, ha aumentato i contributi previdenziali e le tasse per 40 miliardi di sterline, dando fondi per finanziare sanità, istruzione e difesa, oltre ad aumentare il salario minimo.

Al contempo e per converso, l’annuncio nel marzo 2025 di tagli al welfare che potrebbero avere gravi effetti sulle famiglie britanniche, ha favorito la vittoria in molti seggi, alle elezioni locali di maggio, del Reform Party Uk di Nigel Farage, inducendo Starmer ad optare per politiche più restrittive contro l’emigrazione illegale, in accordo con la Francia di Macron; e a proseguire nella nazionalizzazione delle ferrovie: una iniziativa attesa dagli utenti britannici, delusi da anni di pessime prestazioni delle società private del settore.

In politica estera, Starmer ha sostenuto fin da subito l’Ucraina, favorendo l’uso da parte di Kiev di armi a lunga distanza contro la Russia e inviando armamento nazionale. Una posizione assertiva che ha consentito in occasione del primo, positivo incontro ufficiale del febbraio scorso di avere la disponibilità del neo-eletto presidente Trump a risolvere eventuali divergenze commerciali con il Regno Unito su base bilaterale e a favore di Londra, seppure a prezzo della promessa di aumentare la spesa per la difesa, finanziandola con il taglio degli aiuti ai paesi esteri.

Grazie a ciò Starmer, dopo l’infelice meeting tra Trump e Zelensky del marzo scorso, ha potuto sostenere il presidente ucraino e impegnarsi nella nascita di una «coalizione di volonterosi» per garantire la pace dopo un eventuale accordo con la Russia senza che ciò minacci di creare tensioni con la Casa Bianca. Tuttavia, anche il Regno Unito ha dovuto accettare i dazi trumpiani, pur con la garanzia che Londra godrà di molte esenzioni, promessa rispettata con la firma di un nuovo accordo commerciale bilaterale.

Nel contempo, sia il nuovo accordo con l’India, sia nuove relazioni con l’Unione europea hanno provato come il paese sia sulla buona strada del rinnovo della sua posizione politica globale, per quanto non sia stato in grado di incidere nella crisi intercorsa tra Iran e Stati Uniti nel giugno appena trascorso. Un anno tra luci e ombre, insomma; come era per altro naturale immaginare, in attesa dei futuri sviluppi nei rapporti bilaterali e multilaterali con i vari partner globali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.