La chiesa ferita di Gaza e le coscienze scosse

Luciano Pace
L’aver raso al suolo dei muri di pietra sacri, ha aperto un cratere di senso che permette di sondare più in profondità il valore simbolico del cristianesimo in Occidente
I danni alla chiesa cattolica di Gaza - Foto Ansa
I danni alla chiesa cattolica di Gaza - Foto Ansa
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Se considerati come puri accadimenti, cioè come qualcosa che semplicemente succede, tutti i fatti di cronaca sono sullo stesso piano ed hanno lo stesso valore. Eppure, spesso si intuisce come non tutti i fatti abbiano la stessa rilevanza. Lo si è percepito tragicamente ancora una volta proprio in questi giorni, a seguito della notizia del bombardamento erroneo che ha distrutto la chiesa di Gaza.

Che cosa rende questo fatto maggiormente rilevante rispetto ai numerosi altri bombardamenti di cui da tempo sentiamo raccontare? In fondo, i morti sono molto pochi in questo caso: che cosa sono due fedeli di una religione minoritaria in quella zona rispetto ai tanti bambini da tempo uccisi? In effetti, la portata di questo evento non va cercata nel numero delle vittime, né facendo paragoni con altri tipi di sciagure lì vissute. Ciò che rende rilevante l’accaduto è il suo valore simbolico.

Quando si tratta di esplorare i simboli a partire da eventi concreti è opportuno mettere bene a fuoco una consapevolezza: un segno, cioè qualcosa di materiale e di concreto che esiste o accade (come un oggetto o un fatto), diventa un simbolo quando ad esso sono connessi significati e ideali ritenuti di vitale e determinante importanza, relati al senso profondo dell’esistenza. Normalmente questi significati, essendo profondi, non appaiono in superficie, a meno che ci sia un evento in grado di farli riemergere.

Il bombardamento della chiesa di Gaza è esattamente un evento di questo tipo: l’aver raso al suolo dei muri di pietra sacri, ha aperto un cratere di senso che permette di sondare più in profondità il valore simbolico del cristianesimo in Occidente. Infatti, sulla superficie del nostro vivere quotidiano, il cristianesimo è correlato al papa come monarca religioso, ai vescovi che esercitano potere, ai parroci preoccupati dei soldi, ecc.

Questo è di sicuro l’immaginario di molti adolescenti e giovani con cui da tempo faccio i conti in aula. Sembra essere quello anche di molti adulti per i quali tutto è lecito e tollerabile in Occidente, tranne il cattolicesimo. Certamente, a livello di ciò che si nota in superficie, la Chiesa, come istituzione fatta di uomini e donne fallibili, ha i suoi bei difetti. Chi lo negasse è sciocco o ipocrita.

Tuttavia, di fronte a quella chiesa di Gaza rasa al suolo «per sbaglio» dall’esercito israeliano, sono questi i significati simbolici connessi al cristianesimo che emergono dalle profondità in cui sono confinati? Ovviamente no. Ciò che è potentemente evocato, come una vera e propria eruzione di senso, è ben altro ed è associabile al significato di ogni chiesa cristiana nella nostra vita quotidiana: un luogo sacro in cui poche persone (sempre meno a dire il vero) si recano per libera scelta di fede, senza essere costretti da nessun potere politico o religioso, solo per pregare e per rendere culto a Dio in Cristo.

Questo culto prevede che non si possa dire di amare il Signore senza, al contempo, sforzarsi di amare il proprio prossimo, compreso il nemico. Perciò, con tutti i loro difetti e peccati, i devoti cattolici continuano a pregare per la pace, seguendo i numerosi appelli pubblici di papa Leone XIV, echi di quelli di papa Francesco.

Oltre a pregare, molti di loro sono impegnati attivamente nel cercare di costruire la pace, all’ombra del campanile della loro parrocchia. Tutto questo accadeva anche in quella chiesetta a Gaza. Per queste ragioni, chi si scusa sommariamente con i suoi alleati politici per un bombardato maldestro e non ha intenzione di convertire il suo cuore, convinto che gli appelli alla pace del papa siano irrilevanti, non comprende che quel campanile crolla in testa a pochi a Gaza, ma potrebbe evocare e scuotere le coscienze di molti in Occidente. Sempre che i molti siano ancora disponibili a comprendere il valore del tesoro prezioso di senso sepolto là sotto quelle macerie e dei cui benefici qui godono quotidianamente senza farci troppa attenzione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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