Garda

Incidente nautico, «Teismann disse no al test: "Non è dittatura"»

Il comandante del nucleo operativo dei carabinieri di Salò: «Quando siamo entrati nella stanza dei tedeschi c'era un forte odore di alcol»
L'avvocatessa Caterina Braga con i suoi assistiti, i genitori di Greta Nedrotti - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
L'avvocatessa Caterina Braga con i suoi assistiti, i genitori di Greta Nedrotti - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Seconda udienza del processo a Patrick Kassen e Christian Teismann, i due tedeschi - imputati per omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso - coinvolti nell'incidente nautico nel lago di Garda in cui lo scorso 19 giugno morirono Greta Nedrotti, 25 anni e Umberto Garzarella, 37 anni.

Nel corso del dibattimento di questa mattina ha testimoniato Fabrizio Cosimo, comandante del nucleo operativo dei carabinieri di Salò, ricostruendo la mattinata successiva all’incidente nautico del 19 giugno scorso.

«Quando siamo entrati nella stanza dove dormivano i due tedeschi abbiano sentito un forte odore di alcol». I legali dei due imputati fanno notare che questa circostanza non era mai stata messa a verbale dai carabinieri: «Mi è venuta in mente solo ora» ha detto il capitano. «Dei due coinvolti uno, Kassen, si è dimostrato subito collaborativo mentre l’altro, Teismann, è apparso subito insofferente al controllo e si è rimesso a letto dicendo: “Non siamo in un sistema totalitario, voglio parlare con mia moglie e con le autorità tedesche”» ha spiegato il carabiniere che ha testimoniato in aula. «Kassen ha accettato di sottoporsi all’alcol test e al prelievo del Dna, mentre Teismann si è assolutamente rifiutato di sottoporsi a qualsiasi test».

Il testimone

Sempre durante l’udienza odierna, un testimone - che quella notte si trovava nelle vicinanze dello specchio d’acqua dove è avvenuto lo schianto - ha raccontato: «Dopo il motoscafo che è sfrecciato, è passata una seconda barca che ha suonato il clacson più volte e che però non si è fermata».

«Ero in giardino della casa dei miei suoceri che si affaccia sul golfo di Salò e avevo notato una lucina in acqua e ho pensato che fossero dei pescatori. Ad un certo punto ho sentito un botto, ho visto una barca sfrecciare e non ho più visto la lucina e ho pensato che la barca più piccola fosse stata colpita» ha spiegato l’uomo, residente a Bergamo, che ha poi aggiunto: «Mentre con mia moglie stavamo decidendo se chiamare la Guardia costiera, è passata da quel punto una seconda barca a velocità nettamente inferiore che aveva due luci dello stesso colore. Ha suonato, non si è fermata ed è andata avanti».

Cosa è successo nella prima udienza

Le amiche di Greta Nedrotti portano in tribunale 25 rose bianche - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Le amiche di Greta Nedrotti portano in tribunale 25 rose bianche - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

La prima udienza del processo ai due tedeschi, che non hanno scelto riti alternativi, è durata poco più di un'ora e il processo è stato aggiornato a oggi, 16 dicembre. Nel frattempo, dopo aver risarcito la famiglia di Umberto Garzarella con circa un milione e trecentomila euro, l'assicurazione della barca dei due stranieri ha firmato un risarcimento anche per i parenti di Greta, per un importo attorno ai due milioni e mezzo di euro.

Entrambe le famiglie parteciperanno alle udienze come parti offese, ma non come parti civili. I Garzarella non si erano costituiti, mentre i Nedrotti hanno ritirato lo scorso 10 novembre la costituzione. «Nessun risarcimento ci ridarà nostra figlia. Siamo gente semplice, lavoriamo e a Greta non mancava nulla. Avremmo voluto che oggi Greta fosse con noi, altro che avere quei soldi in tasca», commentano i genitori della 25enne che in aula, insieme a decine di amici dei due giovani morti l'estate scorsa, si sono presentati come un mazzo di 25 rose bianche.

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