Nasce il Brescia innovation district: a inizio 2026 firme per la Fondazione

Dopo quattro anni di proposte e di ritardi, di visioni e di bagni di realtà, l’attesa è finita. Brescia avrà il suo polo dell’innovazione sostenibile. Un sogno accarezzato da tempo e per il quale si sono mossi i principali attori istituzionali ed economici del territorio, quegli stessi soggetti che all’inizio del 2026 metteranno nero su bianco il battesimo del progetto.
Camera di Commercio, Comune e Università degli Studi in qualità di fondatori istituzionali (avranno la maggioranza nella governance) e Confindustria, Confapi e Università Cattolica del Sacro Cuore nelle vesti di quelli privati, firmeranno l’atto costitutivo che darà vita alla Fondazione di diritto pubblico - senza scopo di lucro - chiamata a gestire il Brescia innovation district (Bid).
Cambio di nome
Nome nuovo per quella che in questi anni è stata chiamata Cittadella dell’innovazione sostenibile. Il percorso fatto fino ad ora resta però come terreno fertile dal quale partire. Gli obiettivi restano infatti i medesimi della Cittadella e cioè proporre attività, studi e formazione nel campo della ricerca, dell’innovazione sostenibile, del trasferimento tecnologico, della transizione ecologica e digitale, per incrementare la competitività delle imprese bresciane e il progresso economico e sociale della comunità.
Si tratta di un passo decisivo e soprattutto concreto quello che si attende per l’inizio del 2026. Lo Statuto è infatti già stato scritto e il Piano industriale per i primi due anni è quasi pronto.
Quartier generale
Come detto il cuore pulsante del Bid sarà la Fondazione, pensata in veste pubblica per catalizzare fondi sia pubblici sia privati necessari alla promozione delle varie azioni. La sua sede provvisoria – sei mesi massimo un anno – sarà in Camera di Commercio di Brescia a titolo gratuito. Successivamente e già nel corso dell’anno prossimo verrà identificata dai partner una struttura più ampia da ottenere in affitto, con l’obiettivo finale di avere nel giro di tre anni un vero e proprio quartier generale comprensivo di laboratori.
Apertura
A proposito dei soggetti aderenti, i soci fondatori hanno aperto all’adesione di ulteriori soggetti istituzionali. A tal fine si è già avviata l’interlocuzione con le associazioni dei settori agricoltura, artigianato e commercio e nelle prossime settimane si dovrebbero avere in questo senso buone notizie.
Stabiliti i ruoli, nominati i vertici – sono previsti un’assemblea, un consiglio di amministrazione e uno di indirizzo strategico, nonché un comitato scientifico – c’è da capire come agirà la Fondazione. La via scelta, che si riflette nella forma giuridica selezionata per il Brescia innovation district, è quella dei fondi. Saranno finanziati attraverso il fondo di gestione dell'ente, al quale contribuiranno direttamente i soci e che beneficerà anche di eventuali contributi pubblici (Regione, Stato ed Europa), e verranno creati degli specifici strumenti verticali focalizzati su singole tematiche. Questi fondi permetteranno di dare piena attuazione a progetti di ricerca e sviluppo, sempre con lo sguardo rivolto alla doppia transizione digitale e ambientale, con ogni incarico che avrà evidenza pubblica.
Integrazione
In questo contesto avranno un ruolo cruciale due realtà, destinate col Bid a integrarsi fra loro e a diventare un unico soggetto, da lungo tempo punto di riferimento per la ricerca: Csmt e InnexHub. Agendo in modo coordinato saranno il braccio operativo del Bid, pur agendo sempre in un contesto di evidenza pubblica.
Con questa ossatura, che affianca alla solidità del pubblico la flessibilità del privato, il Brescia innovation district si pone quindi l’obiettivo, non procrastinabile, di creare anche nella nostra provincia un faro dell’innovazione e della sostenibilità, un punto di accumulazione di sforzi e di visioni. Un luogo e insieme un’istituzione fatta dalla forza di tanti e nell’interesse di tutti.
Attività

Ora che il contenitore ha preso forma, bisogna riempirlo di contenuti. E di certo non si parte da zero, tutt’altro, con l’esperienza della Cittadella dell’innovazione sostenibile come riferimento. Lo scopo è infatti quello di fornire alle imprese bresciane, ma più in generale alla comunità, attività e servizi pensati per accelerare nella transizione green e digitale. Questo avverrà da una parte attraverso l’erogazione di contributi tramite fondi, dall’altro implementando un modello operativo sviluppato su più fronti.
Il Brescia innovation district gestirà diversi laboratori a disposizione del tessuto produttivo, in particolare quelli focalizzati sull’High performance manufacturing e sulla Transformation technology on sustainability. La loro gestione sarà affidata - verosimilmente tramite gara - a un soggetto terzo, che avrà però anche molte altre responsabilità. Il primo pilastro sarà quello del trasferimento tecnologico, per portare il meglio della ricerca, universitaria e non, e dell’innovazione direttamente là dove serve, cioè dentro le aziende. Fondamentali saranno anche il ruolo di incubatore per startup e aziende innovative e di garante del networking, imprescindibile quando si parla di nuovi modelli.
Anche sul fronte formazione il Brescia innovation district si pone l’obiettivo di diventare un faro per le imprese, che da anni combattono con il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Destinatari di corsi e approfondimenti saranno sia gli operatori dei soggetti direttamente coinvolti nel Bid sia quelli del territorio nella sua interezza: centrale qui il ruolo di Statale e Cattolica. Infine lo sguardo si amplia alla comunità provinciale, con l’attività di divulgazione e comunicazione della cultura tecnologica, ambientale e imprenditoriale di Brescia.
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