Digitale e green, transizioni gemelle da sapere integrare fra loro

Barbara Fenotti
Case history nel terzo incontro di GdB&Futura a Mori2A, dalla sensorizzazione al fotovoltaico fino all’analisi della carbon footprint
GDB & Futura - Twin transition: la doppia trasformazione digitale e green
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Digitale e sostenibilità non sono più percorsi paralleli: oggi si intrecciano in una trasformazione profonda e simultanea che coinvolge imprese, istituzioni e forza lavoro. È la twin transition, la doppia transizione digitale e green, al centro del terzo incontro del ciclo «L’ecosistema Esg» promosso dal Giornale di Brescia nell’ambito di GdB&Futura.

L’appuntamento si è svolto giovedì 15 maggio nella sede dell’Academy di Mori2A a Nuvolento, moderato dal giornalista Stefano Martinelli, con il contributo di imprenditori, studiosi e manager impegnati in percorsi concreti di cambiamento.

Per Sergio Vergalli, professore di Economia delle Risorse e dell’Energia all’Università di Brescia, «la transizione energetica è figlia di una necessità: ridurre le emissioni di CO2. Non abbiamo una sola nuova fonte, ma tante, e non esiste una transizione unica per tutti: ogni area ha le sue specificità».

La Cina, ad esempio, è contemporaneamente primo consumatore e produttore di carbone, ma anche leader in tecnologie verdi. Sul fronte occupazionale i green jobs offrono quindi migliori condizioni contrattuali, ma servono competenze adeguate. «Rimane però un mismatch tra domanda e offerta» ha aggiunto.

  • L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A
    L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
  • L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A
    L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
  • L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A
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  • L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A
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  • L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A
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    L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
  • L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A
    L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
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  • L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A
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  • L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A
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  • L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A
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  • L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A
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    L'incontro sulla «Twin transition» nella sede di Mori 2A - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it

Le aziende

È anche per questo che aziende come Mori2A investono sulla cultura della sostenibilità. «Nella nostra Academy – ha spiegato il ceo Alvise Mori – coltiviamo quattro pilastri: etica, ricerca, sviluppo e formazione, tutti legati dalla transizione sostenibile». Un concetto che, secondo Mori, viene spesso abusato: «Forse dovremo presto trovare un sinonimo, magari buon senso. La tecnologia non mi spaventa, ciò che conta è come noi umani sapremo usarla».

Mori ha raccontato l’esperienza dell’azienda, che ha avviato un percorso di coinvolgimento progressivo, dalla governance agli stakeholder. Oggi è al quarto bilancio di sostenibilità, ha avviato il progetto «Mori2A Care» e completato la seconda rendicontazione della carbon footprint. Tutto parte dalla scelta dei macchinari, che devono essere a basso consumo. Così facendo il ciclo idrico è stato ottimizzato e i trattamenti termici gestiti da software permettono un risparmio energetico del 13-14%.

Innovazione applicata alla sostenibilità anche per Gatti Filtrazioni e Lubrificanti, nata nel 2009 in un garage e oggi realtà con 35 collaboratori. «Abbiamo ottenuto sei brevetti su sette richiesti (atteso anche l’ultimo ndr) – ha raccontato il ceo Fabio Gatti – e siamo stati inseriti dal Politecnico di Milano tra le cinque Pmi più digitalizzate d’Italia». Tra i progetti più significativi quello per il porto di La Spezia: sensori applicati alle gru monitorano olio e vibrazioni, permettendo di prevenire guasti e risparmiare fino a 20.000 litri d’olio l’anno. «Ma il cambiamento richiede formazione continua – ha precisato Gatti –: per questo abbiamo aperto una Academy per dipendenti e clienti».

Coi partner

Anche la bresciana Progetto 6 guidata da Ernesto Medeghini ha portato una case history di successo: la digitalizzazione del gruppo di autodemolizione Pollini. «Abbiamo sviluppato una piattaforma che permette di raccogliere e gestire dati in tempo reale – ha spiegato Medeghini – e in poco tempo l’azienda ha ottenuto i miglioramenti desiderati, superando le criticità legate ai vecchi dispositivi». Il legame tra energia e autonomia produttiva è stato al centro dell’intervento di Luca Guerini, direttore commerciale di Gandellini Beniamino, azienda attiva nella rimozione amianto e coibentazioni, che ha ampliato l’attività al fotovoltaico.

«Non è vero che il solare azzera le bollette – ha sottolineato Guerini – ma è uno strumento fondamentale per ridurre l’impatto e la dipendenza da fornitori esterni». Il direttore commerciale ha poi citato i blackout in Spagna e Portogallo come esempio di rischio per chi ha produzioni continue. «Il futuro sarà fatto di inverter sempre più intelligenti – ha aggiunto –, ma soprattutto di sistemi di accumulo capaci di garantire energia nel momento in cui serve: è questa la sfida alla quale bisogna guardare».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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