Cittadella dell’Innovazione, un paradigma di crescita

Giuliano Noci
Deve assumere finalizzazioni chiare: individuando (pochi) ambiti industriali chiave su cui, da un lato, concentrare investimenti e competenze e, dall’altro, costruire un network di attori con cui lavorare
Brescia vista dall'alto - © www.giornaledibrescia.it
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Da qualche tempo a questa parte rilevo una crescente attenzione sull’obiettivo della creazione della cosiddetta «Cittadella dell’innovazione» in quel di Brescia. È musica per le orecchie di chi come il sottoscritto si occupa di competitività di imprese e sistemi territoriali.

Perseguire progetti di innovazione e cambiamento è oggi condizione necessaria per rimanere sul mercato; transizione digitale, intelligenza artificiale (IA) e sostenibilità ambientale, tra le altre forzanti, impongono alle imprese la necessità (assoluta e indiscutibile) di rivedere prodotti, catene del valore e sistemi di gestione. Vogliamo un esempio?

L’industria dell’automobile, dove la transizione all’elettrico e la crescente pervasività delle tecnologie digitali hanno messo in grave crisi l’industria tedesca (e, conseguentemente, anche tutto il sistema di subfornitura bresciano), fino a pochi anni fa considerata indubbiamente un pilastro solidissimo del mondo dell’automotive internazionale.

Questa semplice analisi, ci porta ad una prima conclusione: non c’è tempo da perdere, la velocità (dell’innovazione) determinerà la sopravvivenza di intere filiere produttive; pensiamo, ad esempio, al sistema metalmeccanico dove l’arrivo dell’IA cambierà la grammatica dei sistemi di produzione. È d’altro canto straordinariamente importante chiedersi che cosa voglia dire fare innovazione, oggi e domani, e se ed in che misura sia diverso rispetto al passato. Ci viene in soccorso l’osservazione delle dinamiche di competizione comuni a molteplici settori industriali.

Due sono i tratti, che a mio avviso più di altri rendono diverso e distintivo il processo di sviluppo dell’innovazione di questi tempi. In primis, l’ibridazione di domini tecnologici: il digitale è componente che si sovrappone a qualsiasi progetto di sviluppo di nuovi prodotti-processi, biologia-chimica-elettronica e fisica sono ambiti scientifici che convergono sempre più frequentemente per determinare il successo di una (nuova) idea di prodotto. In secondo luogo, l’innovazione è sempre meno il risultato di un processo di sviluppo interno alla singola imprese, diviene, come si suol dire, “aperta”, ovvero è il risultato di una rete di collaborazioni: ad esempio, tra un’azienda meccanica, una informatica e una di telecomunicazioni.

Ne conseguono due ulteriori conclusioni: è aumentata esponenzialmente la complessità dei progetti di innovazione, che travalicano ormai i confini del dominio settoriale ed è sempre più necessario lavorare su ecosistemi di innovazione, ovvero reti (orizzontali) di imprese che lavorano insieme per un obiettivo ben definito di innovazione. È in virtù di queste considerazioni, sicuramente parziali, che possiamo delineare gli attributi di una cittadella dell’innovazione ideale. Primo. La cittadella deve svolgere una funzione di integratore di attori e competenze, deve essere un Hub che connette idee, pensieri e progetti; attenzione non solo bresciani. La cittadella deve integrare le eccellenze disponibili a Brescia e nel mondo per far fronte al fabbisogno del territorio. Secondo. Non può avere una vocazione generalista.

È ormai utopistico parlare di innovazione tout court; abbiamo bisogno di delineare il perimetro di gioco. La cittadella deve assumere finalizzazioni chiare: individuando (pochi) ambiti industriali chiave su cui, da un lato, concentrare investimenti e competenze e, dall’altro, costruire un network di attori (esterni a Brescia) con cui lavorare. La distintività della costituenda cittadella passerà dunque dalla sua capacità di connettere conoscenze e attori con l’obiettivo di sviluppare progetti di innovazione. Sarà utile in quanto orchestratore di competenze al servizio di ecosistemi industriali.

Una cosa è certa: il sistema Brescia deve correre, l’evoluzione in atto del sistema automotive è un segnale che non va trascurato: presto si potrebbe estendere ad altri ambiti. In ultima analisi non posso che applaudire il fatto che l’innovazione a Brescia abbia una casa, sarò ancora più felice di applaudire chi e come la abiterà!

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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