Economia

Irpef, tredicesima, pensioni, bonus, imprese: le misure della manovra

Il governo ha inviato a Commissione europea e Parlamento il Documento programmatico di bilancio 2026 (Dep). Previsti interventi per 18 miliardi di euro
Il Palazzo delle Finanze, sede del ministero dell’Economia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il Palazzo delle Finanze, sede del ministero dell’Economia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La manovra prende definitivamente forma. È stato infatti trasmesso nella notte dal governo alla Commissione europea e al Parlamento italiano il Documento programmatico di bilancio 2026 (Dep), che anticipa la legge vera e propria e che prevede interventi per circa 18 miliardi di euro medi all’anno.

Tra le misure principali figurano «un’ulteriore riduzione del prelievo delle imposte dirette per le fasce di reddito finora escluse da interventi simili, nonché il rafforzamento del sostegno alle famiglie più numerose», iniziative che, secondo Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia e delle Finanze, «determinano un graduale impulso favorevole sui consumi rispetto al quadro tendenziale».

Di seguito le principali misure contenute nel Dpb, tra conferme e novità, in attesa delle osservazioni dell’Europa fondamentali per giungere alla votazione della legge di Bilancio 2026 di fine anno.

Le principali misure

Coperture, tagli e Pnrr

Si parte innanzitutto dalle coperture. Ammonta a circa 4,4 miliardi la quota che proverrà nel 2026 da «misure a carico del settore finanziario e assicurativo». Si tratta dello 0,19% del Pil, percentuale che verrà replicata anche nel 2027 e che poi nel 2028 scenderà allo 0,10%. In tutto, nei tre anni di programmazione, la cifra complessiva arriva dunque a superare gli 11 miliardi di euro. I tagli alle spese statali assicureranno alla Manovra coperture per 8 miliardi nel triennio 2026-2028. Cifre però messe in discussione da Forza Italia, partito di governo, attraverso direttamente le parole del vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: «FI non voterà, né in Cdm né in Parlamento, alcuna tassa sugli extraprofitti».

Ma la rimodulazione del Pnrr è la prima voce di copertura della manovra. La revisione del Piano vale il prossimo anno lo 0,22% del Pil, pari a circa 5 miliardi di euro.

Il Tesoro poi mette da parte 2 miliardi per far fronte a eventuali sentenze avverse nel 2026. L’impatto del cosiddetto Fondo sentenze è stimato pari allo 0,09% del Pil il prossimo anno, ossia circa 2 miliardi.

Taglio dell’Irpef

Entrando nello specifico delle misure si parte subito con l’Irpef: confermata la decisione di agevolare il ceto medio tramite il taglio della seconda aliquota dell’Irpef (tra i 28.001 e i 50.000 euro), limitando i benefici per le fasce più alte di reddito. «In materia di fisco – recita il Documento –, prosegue il percorso di riduzione della tassazione sui redditi da lavoro che il Governo sta portando avanti dall'inizio della legislatura. In particolare, la manovra riduce la seconda aliquota Irpef che, dall'attuale 35 per cento passa al 33 per cento, limitando i benefici per i redditi più alti». Questo intervento costa 8 miliardi di euro nel triennio 2026-2028.

Pensioni

Sul fronte pensionistico, alla luce dell’aumento di tre mesi dell’età pensionabile, la sterilizzazione dell'aumento è prevista solo per i lavori gravosi e usuranti nel biennio 2027-2028, legati all'adeguamento all'aspettativa di vita. Saranno destinati oltre 3 miliardi nel triennio 2026-2028.

Sgravi su rinnovi, premi e trattamento accessorio

Al fine di favorire l’adeguamento salariale al costo della vita e rafforzare il legame tra produttività e salario nel settore privato, «sono previsti specifici interventi di carattere fiscale per i lavoratori dipendenti in materia di rinnovo dei contratti e premi di risultato – dice il testo –. Per le medesime finalità, nel settore pubblico, si prevede una misura di agevolazione fiscale sul trattamento accessorio».

Tredicesima

Salta invece la misura paventata sulla tredicesima. Nessun assegno più ricco per i lavoratori dipendenti quindi: niente maggiorazione e nessun correttivo per alleggerire le tasse sulla gratifica natalizia.

Imprese

Il ministro dell'Economia Giorgetti - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il ministro dell'Economia Giorgetti - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Diverse poi le scelte per sostenere il mondo delle imprese. Allocati poco più di 7 miliardi per l’intero triennio. Il Dpb quantifica nello 0,13% del Pil nel 2026, 0,10% nel 2027 e 0,08% nel 2028 l'impatto delle misure.

Queste prevedono il ritorno del super ammortamento con un valore complessivo di 4 miliardi di euro. Previsti anche un credito d’imposta per le imprese delle Zes (Zone economiche speciali) e il rifinanziamento della Nuova Sabatini, destinata al rinnovo dei macchinari e alla digitalizzazione.

Bonus edilizi

Sono prorogate al 2026, alle stesse condizioni previste per l’anno 2025, «le disposizioni in materia di detrazione delle spese sostenute per interventi edilizi e le misure di esenzione ai fini Irpef dei redditi dominicali e agrari».

«Bonus mamme» e caregiver

Specifiche risorse quindi destinate al completamento della riforma «del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare ed è potenziata, per l’anno 2026, la misura già prevista nel 2025 per le lavoratrici madri di due o più figli titolari di reddito da lavoro non superiore a 40.000 euro su base annua».

Isee e Carta dedicata a te

Spazio poi al rifinanziamento per due anni della «Carta dedicata a te» destinata all'acquisto di beni alimentari di prima necessità. Si evidenzia poi anche un'estensione dell'Isee, con l'aumento della soglia per escludere la prima casa ma anche con maggiorazioni delle scale di equivalenza per i nuclei familiari con due o più figli.

Difesa

Per quanto concerne invece la Difesa l'Italia ha già espresso l'interesse a fare ricorso allo strumento finanziario europeo Safe (Security action for europe), per circa 15 miliardi. «L'impegno a incrementare il livello della spesa per la difesa e la sicurezza nazionale così come indicato nel Dpfp, per un ammontare massimo pari allo 0,5 per cento del Pil nel 2028, è stato confermato».

«Tale aumento – prosegue il testo – garantirebbe il rispetto degli impegni assunti in ambito internazionale e sarebbe compatibile con il mantenimento del rapporto deficit/Pil al di sotto della soglia del 3 per cento lungo tutto l'orizzonte considerato. La valutazione sulla richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia nazionale è rimandata a una fase successiva, tenuto anche conto dell'obiettivo di uscire dalla Procedura per disavanzi eccessivi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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