Economia

Manovra, pensioni e aumento di 3 mesi: i consigli dell’esperto

Marco Papetti
Il direttore del patronato Acli di Brescia Fabio Raggi ospite al Tg Preview di Teletutto: «Verificare sempre i contributi e continuare a monitorare che tutto ciò che deve essere attribuito sia stato accreditato»
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Tg Preview - La puntata dell'8 ottobre sulle pensioni
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Con la Manovra si torna a parlare di pensioni. Il governo vorrebbe infatti evitare l’innalzamento dell’età anagrafica di tre mesi e dei requisiti contributivi, previsto prima dalla Manovra Tremonti-Sacconi e poi dalla legge Fornero, che scatterebbe nel 2027. Sul «rebus pensioni» ha cercato di fare chiarezza ieri sera il Tg Preview di Teletutto condotto da Fabio Gafforini: ospiti della puntata erano il direttore del patronato Acli di Brescia, Fabio Raggi, e il giornalista del Giornale di Brescia, Erminio Bissolotti.

Il nodo

Quest’ultimo ha fatto il punto della situazione: «Attualmente il sistema previdenziale prevede che ci siano degli aggiornamenti per l’uscita dal lavoro in base alle aspettative di vita, che secondo l’Istat sono aumentate: di conseguenza l’adeguamento prevederebbe un ritardo delle uscite di tre mesi».

Così, tra poco più di un anno alla pensione di vecchiaia si arriverebbe dopo 67 anni e tre mesi (invece di 67), mentre per quella anticipata servirebbero 43 anni e un mese per gli uomini e 42 anni e un mese per le donne: «Questo innalzamento automatico previsto dalla legge potrebbe però essere bloccato dal governo con degli interventi in Manovra». Il punto è però capire chi potrà usufruirne: «All’inizio si pensava di estendere il blocco a tutti i pre-pensionandi – ha spiegato Bissolotti – ma ora si comincia a pensare di escludere da questo beneficio alcune categorie di lavoratori, per via dei costi: questo è il nodo che il governo sta affrontando, cercando di capire quante risorse ha a disposizione».

Gli scenari

Ma cosa comporterebbe per chi è vicino alla pensione l’aumento dell’età pensionabile? «L’incremento inciderebbe anche sull’anzianità contributiva – ha chiarito Fabio Raggi –. Toccherebbe quindi l’intera categoria di coloro che sono in procinto di andare in pensione». In molti in questi giorni si sono rivolti in questi giorni al patronato, per chiedere lumi sull’incremento: «Sono richieste a cui al momento non possiamo ancora rispondere finché il governo non avrà sciolto le riserve e licenziato la Manovra».

La questione centrale è la sostenibilità economica: «Più gente lavora, più è sostenibile il sistema previdenziale – ha spiegato Bissolotti –. Negli ultimi anni la scelta del governo è stata di portare più gente possibile in uscita e ciò ha aggravato la stabilità del sistema previdenziale. Il ragionamento di Fornero era che per avere nel lungo periodo un sistema previdenziale sostenibile la scelta migliore fosse che il mercato del lavoro corresse in parallelo al sistema previdenziale, l’alternativa è andare a debito. Anche lavori precari e contributi sempre minori indeboliscono questo equilibrio. Credo che ci possano essere delle vie di uscita agevolate che consentano nel lungo periodo di adottare quell’equilibrio necessario, a partire ad esempio dalle agevolazioni sulla previdenza complementare».

A Brescia

Oggi a Brescia ci sono circa 350mila assegni di pensione tra pubblico e privato. «L’80% di questi non supera i 1500 euro lordi al mese – ha aggiunto Bissolotti –. È una generazione il cui assegno viene calcolato col metodo contributivo, che ha avuto una carriera nelle fabbriche durata almeno vent’anni, se non trenta, senza contratto Co.co.co o collaborazioni saltuarie. Se questa è una generazione un po’ più privilegiata, quella attuale sarà molto più sacrificata: avrà l’onere di sostenere queste pensioni un po’ più ricche e magari un assegno molto risicato».

Quali consigli dunque per chi oggi ha tra i trenta e i cinquant’anni? L’ha spiegato in conclusione del programma il direttore del patronato Acli, Fabio Raggi: «In primo luogo di verificare i propri contributi e continuare a monitorare che tutto ciò che deve essere attribuito sia stato accreditato. Fare queste verifiche permette di costruirsi una pensione in futuro, per capire eventualmente quali sono le possibilità di riscatto della laurea o di tutto ciò che la normativa prevede si possa riscattare. Ma anche la previdenza complementare può contribuire a portare le pensioni a essere più sostenibili per la vita quotidiana e vicine agli assegni pensionistici attuali».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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