Armi, il ruolo delle aziende di Brescia nella filiera della Difesa

Aprendo un giornale o scrollando un social, ascoltando la radio o parlando al bar, le armi sono, immaterialmente, onnipresenti nelle nostre vite. Ciò si deve in primis alle tante guerre sparse per il globo, che hanno addirittura spinto i Paesi Nato a concordare un aumento della spesa destinata alla Difesa fino al 5% del Pil. Vivendo a Brescia questo discorso può avere un risvolto ancora diverso.
Armi leggere
Partendo dalle armi leggere (in gergo tecnico «portatili») – pistole, fucili e mitragliatori che comprendono in questo novero anche i dispositivi per uso sportivo o per la caccia – si scopre che oltre l’80% totale della produzione nazionale arriva proprio dal Bresciano, con la Valtrompia come epicentro. Un settore che secondo i dati Istat elaborati dal Centro studi di Confindustria Brescia nel 2022 contava 96 aziende, 2.038 addetti e ricavi pari a 606 milioni di euro.
Nel 2024 al Banco di Prova di Gardone Valtrompia, «controllore tecnico» della rispondenza delle armi (anche componenti) e delle munizioni alle norme tecniche e di legge, sono state testate 811.708 armi e parti delle stesse, in calo di 210.120 pezzi rispetto al totale di 1.021.828 del 2023 (-20,5%). In larga parte si tratta di strumenti per utilizzo sportivo, per la caccia o riproduzioni di bocche da fuoco storiche, cioè «armi comuni». Non mancano però anche armamenti per l’ambito Difesa, commercializzati a livello nazionale e soprattutto all’estero.
Industria pesante
Il discorso però si fa più complicato quando dagli armamenti portatili si passa a quelli pesanti (tank, elicotteri, cannoni, missili e via dicendo). Qui l’apporto dell’industria bresciana è indiretto, non essendoci sul territorio stabilimenti dove si produce o assembla direttamente materiale bellico. L’unica eccezione significativa è la sede di Brescia di Leonardo: il sito cittadino di via Lunga, la Breda-Oto Melara – che è parte della Divisione Elettronica della controllata statale – sviluppa torrette navali di piccolo e medio calibro e sistemi d’arma aeronautici.

Vien da sé perciò che tutte le aziende bresciane fornitrici di produttori di armamenti, nazionali e internazionali, lavorino in uno specifico ambito o per singole componenti e sottosistemi, con il comparto armamenti che rappresenta solamente una piccola parte del proprio business, quasi sempre orientato in larghissima parte su destinazione civile.
Esiste però anche una piccola fetta di imprese concentrate in modo specifico sul settore militare e caratterizzate da un iper tecnicismo delle lavorazioni e dell’ingegneria dei materiali o dei trattamenti.
Questo panorama riflette la natura specializzata, flessibile e tecnologicamente avanzata del manifatturiero nostrano, che nel mondo della Difesa trova sbocchi produttivi esattamente come avviene in ambito civile. Il tutto strettamente collegato alla nuova natura degli strumenti d’armamento, dove l’innovazione dei materiali e della componentistica va di pari passo con quella dell’elettronica e dell’informatica.
Ovviamente l’identità delle aziende che agiscono in questo ambito non è pubblica. La Prefettura, che è a conoscenza di tutte le realtà che operano nell’ambito secondo il Testo unico di pubblica sicurezza, ha specifici compiti autorizzativi solo nel momento in cui si apre un nuovo sito industriale o la produzione all'interno di uno esistente viene modificata.
Albo Aid
Ecco quindi che molte imprese del territorio risultano iscritte all’Albo fornitori del Ministero della Difesa tramite l’Agenzia Industrie Difesa (AiD), ente del Ministero della Difesa che conta nove stabilimenti in gestione in tutta Italia e attivi nell’ambito della cantieristica navale, produzione di cordame, munizionamento e la demilitarizzazione, digitalizzazione e dematerializzazione. Unitamente a queste attività vi sono la produzione, ricerca e sviluppo nel settore chimico-farmaceutico. L’iscrizione all’elenco dell’AiD, registro non pubblico, è subordinata a requisiti stringenti di affidabilità, sicurezza e tracciabilità.
Altre aziende invece lavorano privatamente nella supply chain di gruppi come Leonardo, Mbda, Iveco Defence o Rheinmetall per fare dei nomi, spesso su base riservata o protetta da accordi di non divulgazione.
Meccanica di precisione
Data la natura dell’industria provinciale la meccanica la fa da padrona. Gli operatori agiscono come terzisti e subfornitori ad alta specializzazione, realizzando componenti meccanici con contenuti ad alta tecnologia. Si tratta di aziende dotate di macchinari avanzati e capaci di effettuare diverse lavorazioni, nonché di sistemi di misura metrologica evoluta e talvolta basata sull’intelligenza artificiale, in grado di leggere tolleranze al millesimo e garantire una tracciabilità completa dei riscontri durante la produzione.
In questo contesto i prodotti spaziano da flange di accoppiamento (potrebbero servire per assemblare parti di un sistema di propulsione quale quelli della missilistica), alberi motore, elementi per sistemi di trasmissione, supporti di stabilizzazione fino a gruppi meccanici complessi e persino bussole o cuscinetti speciali ceramici. Questi componenti trovano impiego in torrette stabilizzate, moduli di propulsione, gruppi ruota o attuatori destinati a veicoli blindati, elicotteri multiruolo, radar mobili e droni tattici.

Queste realtà dispongono di certificazioni (su tutte la UNI EN 9100 specifica per aerospazio e difesa), e operano secondo procedure di controllo qualità conformi ai requisiti Nato Aqap o Mil-Std (esercito degli Stati Uniti).
Acciai e forgiatura
Il contributo bresciano alla filiera passa ovviamente anche attraverso il comparto metallurgico. La provincia ospita realtà industriali in grado di produrre forgiati ad alta densità con titoli speciali, lingotti raffinati, semilavorati in acciaio legato e inossidabili ad elevate prestazioni meccaniche. Lo stesso vale per il comparto delle leghe di alluminio e leggere, sino al titanio.
Questi materiali vengono impiegati per la realizzazione di componenti strutturali critici, come assi per veicoli corazzati, piastre blindate, ruote, mozzi, dispositivi di ancoraggio o carter. Alcuni forgiati sono destinati a supportare carichi dinamici e puntuali (che variano di intensità o di luogo o in uno specifico punto) elevati, urti, vibrazioni, agenti corrosivi e variazioni termiche, come richiesto nelle missioni militari. Fondamentale in tal senso anche la ricerca e sviluppo nell’ambito dei nuovi materiali, anche nanotecnologici, sino al deposito di compositi di carbonio e diamante.

Elettronica e connettività
Non meno rilevante è il contributo locale nella componentistica elettrotecnica. La filiera elettrica-industriale fornisce cablaggi schermati, connettori a tenuta, prese a innesto rapido, quadri elettrici rinforzati, sistemi di distribuzione e controllo progettati per ambienti ad alto stress meccanico, termico e d’usura. Ne è un esempio una grande azienda del territorio che affianca al suo core business una storica e solida partnership con la Marina Militare per sistemi elettrici per ambienti critici.
In generale i dispositivi di questo settore particolare vengono installati su unità navali, moduli containerizzati mobili, sistemi radar, veicoli blindati, e sono progettati per operare in condizioni operative severe: umidità elevata, ambiente salino, escursioni termiche, interferenze elettromagnetiche, sollecitazioni da vibrazione o urto.
Munizioni

Sulle munizioni, intese come il materiale militare necessario all’alimentazione delle armi da fuoco, il discorso si fa complicato. Un ruolo centrale Brescia e il suo tessuto produttivo lo giocano sicuramente, sia per armi portatili che di medio calibro. Parafrasando quanto contenuto in uno degli annuari dell’Opal (Osservatorio permanente sulle armi leggere) la difficoltà principale consiste nel fatto che il database dell’Istat dispone di dati specifici sull’ammontare di tutte le esportazioni, non distinguendo però in modo preciso tra tipo militare o tipo comune. Ecco perché, sebbene la nostra risulti tra le primissime province a livello nazionale per munizioni vendute, appare non facile, se non quasi impossibile, stabilire per i non addetti ai lavori cosa esca dalla nostra provincia.
Ruolo defilato
Tirando le fila, il tessuto produttivo bresciano risulta pienamente coinvolto nella produzione di armamenti, seppur mantenendo un ruolo defilato e di fornitore. Dalle fabbriche di Brescia non escono quindi direttamente aerei o missili ma componenti fondamentali per la loro creazione e il loro funzionamento.
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