Merz e i nuovi aiuti a Kiev: ipotesi missili da crociera Taurus

Si tratta di un’arma molto efficace per colpire bunker e strutture protette: la capitale ucraina oggi ha a disposizione pochi aerei adottabili, circa venti
Un Typhoon tedesco con due Taurus - © www.giornaledibrescia.it
Un Typhoon tedesco con due Taurus - © www.giornaledibrescia.it
AA

L’irritazione condita di minacce con cui Mosca ha reagito alle dichiarazioni del cancelliere tedesco Merz, intenzionato a togliere le limitazioni all’uso da parte Ucraina di armi a lungo raggio per colpire obiettivi militari in Russia, riguarda soprattutto la possibilità che Berlino possa fornire a Kiev missili da crociera Taurus.

Parente stretto dei già utilizzati Storm Shadow britannici (e, forse, anche italiani) e degli Scalp Eg francesi, il Taurus è un’arma non nuovissima ma sicuramente temibile: ha un raggio esteso (oltre i 500 km) e un profilo stealth efficace, che lo rende poco visibile ai radar. Il suo sistema di guida è multimodale: per la fase di volo di crociera combina i segnali Ins/Gps e un sistema di riconoscimento e inseguimento del profilo del terreno, mentre nella fase finale e per l’ingaggio del bersaglio sfrutta un seeker «Iir» (un cercatore per immagini a infrarossi). Il seeker consente cioè al Taurus di operare anche con segnale Gps assente o disturbato. Il missile tedesco monta poi una potente testata bellica, detta Mephisto, di 480 kg: è una testata «in tandem», ovvero con una prima carica che serve a penetrare il bersaglio, mentre la seconda (comandata da una spoletta a tempo) esplode all’interno. Si tratta, dunque, di un’arma molto efficace per colpire bunker e strutture protette (come depositi di armi e munizioni o shelter aeroportuali).

Il missile potrebbe teoricamente essere fornito all’Ucraina in un centinaio di esemplari, tratti da quelli più «vecchi» dell’arsenale tedesco: ma, essendo aviolanciato, deve essere integrato sui caccia ucraini (in Germania è utilizzato da Tornado e Typhoon). Kiev oggi dispone di pochi aerei adattabili: una quindicina, forse, di Su-27 e cinque o sei dei Mirage-2000 già consegnati (è incerta invece la sorte dei Su-24, in gran parte distrutti). Sarebbe inoltre fondamentale nell’operazione di adattamento di aerei e missili il ruolo degli specialisti inglesi e francesi, perché i tedeschi non hanno esperienza in teatro né, in generale, sul campo. In più, senza l’intelligence e i satelliti americani che forniscano il targeting (ovvero la designazione degli obiettivi), Taurus e simili servono a poco. Il placet americano, poi, servirebbe anche per l’impiego delle componenti made in Usa del Taurus, a cominciare dal motore Williams.

Come se questo non bastasse, la decisione di Merz dovrà superare (con la sua non solidissima maggioranza) lo scoglio del Parlamento tedesco, assai rigoroso in materia di difesa. I Taurus, dunque, per ora si configurano come «possibile» spina nel fianco per i russi (che faticherebbero non poco a giustificare mediaticamente danni rilevanti a loro centri militari, visto che le deflagrazioni non passerebbero certo inosservate).

Ma anche i missili, se non cambierà qualcosa specie nell’atteggiamento Usa, non potranno essere un’arma risolutiva per le sorti della guerra. Ricordate gli F16? Nonostante le decine di titoli letti in questi anni (come «arrivano gli F16», «F16 per Kiev», ecc.) non hanno inciso granché sulle operazioni: dei 42 velivoli già consegnati a Kiev, 10 sono stati abbattuti (in almeno un caso da «fuoco amico») e gli altri vengono impiegati soprattutto per intercettare missili e droni russi, perché non possono spingersi troppo vicino ai radar dell’armata e dei caccia di Mosca.

Mosca fatica ad avanzare sul terreno e le sue unità sono continuamente colpite dagli onnipresenti droni ucraini: ma avanza e, soprattutto, aumenta il dominio dei cieli, soprattutto perché gli ucraini sono a corto di difese aeree, spesso saturate da ondate di centinaia di droni a cui si uniscono missili balistici sempre più resistenti alle contromisure. A fine 2025, secondo molti analisti, la Russia potrebbe andare in affanno nel rimpiazzare mezzi blindati e corazzati, perché i suoi grandi depositi siberiani vanno svuotandosi: ma la capacità delle sempre più esauste forze ucraine di resistere tutta l’estate, specie alle massicce offensive che sembrerebbero profilarsi con obiettivo Sumy e Kharkiv è una scommessa che sarebbe meglio non dover andare a vedere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...