Più residenti ma sempre più vecchi: come sta cambiando Brescia

Secondo il Rapporto 2025 di OsservaBrescia, realizzato da Intesa Sanpaolo con Percorsi di Secondo Welfare, la povertà si concentra soprattutto nel capoluogo
Brescia città vista dall'alto © www.giornaledibrescia.it
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Il territorio bresciano sta attraversando una fase di profonde trasformazioni demografiche, sociali ed economiche. I dati più recenti mostrano un contesto in evoluzione, caratterizzato da dinamiche che impongono una riflessione sulle priorità di intervento per il prossimo futuro, soprattutto dal punto di vista del welfare

La popolazione cresce ma invecchia. E se un lato l’immigrazione sostiene la struttura demografica, dall’altro si allargano i divari tra territori: la povertà si concentra nel capoluogo, dove il peso degli affitti e l’incidenza degli sfratti risultano tra i più elevati della regione.

Sono solo alcune delle evidenze che emergono dal Rapporto 2025 di OsservaBrescia, realizzato da Intesa Sanpaolo con Percorsi di Secondo Welfare. Ha coinvolto circa sessanta attori pubblici, privati e del terzo «settore con l’intento di creare uno spazio di confronto permanente, alimentato da dati condivisi, capace di favorire decisioni più informate e promuovere una nuova cultura della collaborazione diffusa sul territorio» si legge nel documento

I risultati

Sul piano sanitario, la speranza di vita resta alta, ma la qualità dell’aria continua a rappresentare uno dei principali fattori di rischio per la salute pubblica. Anche sul fronte educativo emergono segnali di criticità: il sistema dei servizi per l’infanzia non riesce a coprire la domanda. Un limite che incide anche sulla partecipazione femminile al lavoro, già distante da quella maschile. A rispondere ai rischi e ai bisogni sociali, accanto agli enti pubblici, contribuisce un terzo settore vivace e articolato, che nel 2025 conta più di 2.300 enti in provincia di Brescia, seconda per numeri in Lombardia solo a Milano.

I numeri

Nel 2025 la provincia di Brescia ha registrato un aumento complessivo dei residenti, ma accompagnato da un progressivo invecchiamento: ogni 100 bambini ci sono oggi 184 over 65. Il tasso di fecondità rimane basso, con 1,28 figli per donna, ben lontano dalla soglia di sostituzione demografica.

A sostenere gli equilibri della popolazione è soprattutto l’immigrazione. Gli stranieri rappresentano il 12% dei residenti e raggiungono il 20% tra i bambini sotto gli 11 anni, confermando il ruolo decisivo delle nuove comunità per la vitalità demografica della provincia.

Sul fronte sociale emergono segnali di criticità legati alla pressione abitativa, in particolare a Brescia città: il 43,8% del reddito medio viene assorbito dal canone di locazione. Il dato sugli sfratti per morosità è più che doppio rispetto al resto del territorio: 79,6 ogni 100.000 abitanti, contro 31,8 nella provincia.

La povertà assume dunque un carattere sempre più urbano, con bisogni che richiedono strumenti di diagnosi più mirati e interventi integrati per contrastare nuove forme di vulnerabilità.

La speranza di vita continua a crescere: 82,5 anni per gli uomini e 86,6 per le donne, valori tra i più alti in Italia. Persistono però le criticità legate alle principali cause di mortalità e, soprattutto, alla qualità dell’aria.

Il livello medio di Pm10 (29,7 µg/m³) supera sia la media lombarda sia quella nazionale, confermando l’urgenza di politiche incisive sulla mobilità, l’efficienza energetica e le emissioni industriali.

La partecipazione universitaria nel Bresciano resta inferiore ai livelli regionali e nazionali, mentre il nodo più rilevante riguarda i servizi per la prima infanzia: nessun Ambito territoriale raggiunge il target europeo di 45 posti ogni 100 bambini, con una media provinciale ferma a 27. Una carenza strutturale che incide sulla qualità della vita delle famiglie e sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

La partecipazione femminile al lavoro si attesta al 57,2%, ben distante dal 77% maschile. Anche in ambito politico persistono squilibri: le donne sono il 35,8% delle consigliere comunali, il 41,9% delle assessore e appena il 17,2% delle sindache. In aumento, inoltre, le denunce per violenza sessuale, segnale di un’emergenza che attraversa l’intero Paese e richiede interventi culturali e istituzionali.

Economia

Il sistema economico bresciano conferma la propria vitalità. Nel 2024 sono registrate 116.343 imprese, concentrate in commercio, costruzioni e manifattura. L’export supera i 20 miliardi di euro, trainato dalla metallurgia, mentre il tasso di occupazione si attesta al 77%, in linea con la media lombarda e superiore a quella nazionale. Il turismo mantiene un ruolo strategico: 11,7 milioni di presenze generano quasi un quarto dell’intero movimento turistico regionale.

Nonostante questi punti di forza, le imprese devono fare i conti con le incertezze globali: rallentamenti internazionali, transizione energetica e tensioni geopolitiche.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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