Economia

Cresce la fiducia delle aziende bresciane del settore terziario

A dirlo un report del Centro studi di Confindustria Brescia: spinta dall’incremento dell’attività produttiva nella manifattura locale
Il logo di Confindustria - © www.giornaledibrescia.it
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Rispetto a un anno fa cresce la fiducia delle imprese bresciane del settore terziario. A evidenziarlo sono i risultati dell’Indagine congiunturale del Centro studi di Confindustria Brescia riferita al periodo luglio-settembre 2025 e realizzata su un panel di aziende associate.

Nel terzo trimestre del 2025 il clima di fiducia si è infatti attestato a 112, in flessione rispetto a quanto rilevato nei tre mesi precedenti (117), ma evidenziando un significativo incremento nei confronti dello stesso periodo del 2024 (101), oltre a sperimentare il valore più elevato (limitatamente al trimestre estivo) dal 2021. 

Il sentiment delle realtà del territorio mostra quindi segnali complessivamente piuttosto confortanti, spinti dall’incremento (dal punto di vista tendenziale) dell’attività produttiva nella manifattura locale, pur all’interno di un contesto che rimane non privo di elementi di preoccupazione, in particolare per quanto concerne la politica protezionistica Usa e le oramai endemiche difficoltà in Europa. L’evoluzione del clima di fiducia tra le realtà bresciane del settore terziario trova poi riscontro in ambito nazionale, dove l’indice Pmi riferito al comparto dei servizi si è attestato a settembre in territorio positivo (oltre 50) per la decima rilevazione consecutiva.

Dichiarazioni

«Sui dati del terzo trimestre incide come sempre, in termini assoluti il mese di agosto, caratterizzato dalle chiusure estive – commenta Ivano Tognassi, presidente del settore Servizi alle Imprese e alle Persone di Confindustria Brescia –. Oggi il 23% delle posizioni aperte fa riferimento al settore Terziario: a pesare molto soprattutto la Gdo/Retail (10,0%); seguono richieste nell’Ict (9,5%) e Tlc (3,8%). In generale rileviamo un aumento delle ricerche seguite per figure più generiche nel mondo Gdo/Retail (addetti vendita, cassieri, scaffalisti), e allo stesso tempo rimangono sempre ricercati i profili tecnici (manutenzione meccanica, elettrica)».

«Tra luglio e settembre, il comparto Digitale ha osservato un miglioramento della fiducia – aggiunge Sergio Venturetti, presidente del settore Digitale di Confindustria Brescia –. Il mercato sta continuando a investire in sistemi, dati e automazione, perché le aziende hanno compreso che il digitale non è più un’opzione, ma un fattore abilitante di crescita. Questo incremento, seppur contenuto in un contesto economico ancora incerto, conferma che la trasformazione digitale resta una leva strutturale per la competitività del nostro territorio».

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle aziende rispetto ai tre mesi precedenti:

  • il fatturato è aumentato per il 42% delle imprese intervistate, con un saldo positivo del 26% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • il portafoglio ordini evidenzia un incremento (saldo netto pari a +21%);
  • l’occupazione registra un aumento: le aziende che hanno segnalato una crescita dei propri collaboratori sono il 17% in più rispetto a quelle che dichiarano una flessione;
  • i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per una sostanziale stabilità, per l’85% degli intervistati essi non hanno subito variazioni (saldo netto pari a +15%).

Le prospettive per i mesi a venire appaiano nel complesso favorevoli:

  • il fatturato è atteso in crescita dal 42% del campione, con un saldo positivo del 36% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti;
  • i saldi riferiti al portafoglio ordini (+28%) e all’occupazione (+17%) descrivono uno scenario piuttosto incoraggiante, con un possibile ulteriore rafforzamento dell’attività;
  • i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo pari a +11%, a fronte dell’84% degli intervistati che è orientato alla stabilità.

Con riferimento alla tendenza generale dell’economia italiana, il 67% delle imprese prevede il sostanziale mantenimento dei livelli di attività finora rilevati; il 10% si dichiara ottimista, mentre il rimanente 23% del campione esprime un orientamento negativo.

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