Rifiuti, no al porta a porta integrale: cosa sta decidendo la Loggia

L’idea della Giunta fa discutere la maggioranza: anche se non ci sarà la raccolta a domicilio per tutti i rifiuti, addio alle calotte dell’indifferenziata
Il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti debutterà nel 2026 - © www.giornaledibrescia.it
Il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti debutterà nel 2026 - © www.giornaledibrescia.it
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Gli scenari sul tavolo erano tre, ma la discussione – in fin dei conti – è durata ben poco: il porta a porta integrale, in questo momento, non è la strada che Brescia percorrerà. Anche se qualcosa, nel sistema di raccolta dei rifiuti, cambierà: le calotte grigie, quelle che oggi consentono ai cittadini di gettare la porzione di scarti indifferenziata, spariranno dalle strade, lasciando in solitudine quelle marroni, destinate all’organico.

Questo ad oggi è l’orientamento della Loggia: la decisione ufficiale farà il suo corso a ritmo di Commissioni consiliari per poi approdare in Consiglio comunale verosimilmente in autunno, ma certamente non prima della fine dell’estate. Anche perché, nel frattempo, gli incontri politici con i diversi gruppi che compongono la maggioranza proseguono. E non è un segreto che non tutti vedano questa scelta di buon occhio.

Tariffa puntuale

Come mai i tempi sono così dilatati? Per due ragioni. Ecco la prima: il nuovo sistema di raccolta viaggerà di pari passo con quella che dovrebbe essere l’altra grande rivoluzione al debutto nel 2026, vale a dire la tariffa puntuale. Per declinare delle proposte sostenibili, l’assessore al Bilancio Marco Garza deve attendere l’aggiornamento delle indicazioni relative al Piano economico finanziario (alias: Pef) dell’ambito tariffario, indirizzi che sono in capo ad Arera (l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente che, tra gli altri, ha il compito di predisporre e aggiornare il metodo per determinare i corrispettivi del servizio integrato).

Un orientamento sulle nuove regole da seguire dal 2026 in avanti non arriverà però dall’authority prima di agosto. E non si tratta di informazioni secondarie: da quello dipenderanno, a cascata, una serie di scelte, tra cui numero e tipologia di nuovi cassonetti da schierare sulle strade. Senza contare che, dal punto di vista tecnico e amministrativo, si dovrà studiare anche un metodo per gestire i flussi turistici e le presenze temporanee (anche grazie ai cassonetti smart) : tessere provvisorie per evitare che l’abbandono di rifiuti fuori cassonetto cresca? Un codice a tempo che apra le calotte per la durata del soggiorno? È un fronte che la Loggia, insieme ad Aprica, dovrà esplorare.

L'idea è di togliere i cassonetti grigi dell'indifferenziata
L'idea è di togliere i cassonetti grigi dell'indifferenziata

Interlocuzioni

La seconda ragione è politica (ed è evidente che la tempistica «diluita» dall’attesa di Arera aiuti, e non poco): alla maggioranza serve spazio per confrontarsi. Nel e con il Pd il problema non si pone: questo passo è visto (dai più, non dal 100%) come il proseguimento di un percorso, una tappa in più e in avanti che non rischia di generare troppo malcontento in città. Insomma, una sorta di mediazione, specie se in prospettiva c’è la possibilità concreta di un aumento della Tari.

Non è però questo lo scenario auspicato né da Brescia Attiva né da Avs (Alleanza Verdi-Sinistra, in Consiglio rappresentata dalla lista Al lavoro con Bs). Per questo le interlocuzioni con i gruppi stanno proseguendo. Con Brescia Attiva il punto d’incontro è difficile da rintracciare: l’incontro-confronto con la sindaca e gli assessori Camilla Bianchi (Ambiente) e Marco Garza (Bilancio) è già «andato in onda» e il gruppo rappresentato da Valentina Gastaldi (che non ha mai tenuto segreta la sua posizione, anzi) non pare intenzionato a scendere a compromessi anche questa volta e proprio su questo tema. Comprensibile (per tutti, anche per chi siede con loro in maggioranza): è una posizione, quella sulla necessità di mettere in moto azioni amministrative determinate e salde per arginare gli effetti sempre più tangibili della crisi climatica, che rappresenta il «core business politico» del programma della lista. Oggi tocca invece al confronto con Avs: anche in questo caso il gruppo predilige l’opzione del porta a porta integrale.

Le due posizioni erano note in partenza ed è un po’ utopistico pensare che possano cambiare ora. Non a caso l’obiettivo politico realistico non è tanto arrivare a incassare l’unanimità della coalizione sul nuovo sistema di raccolta. Ma riuscire a mediare su un’astensione dei due gruppi (anche per non rischiare di perdere per strada i voti dei più scettici del Pd). Impresa possibile con Avs, assai ardua con Brescia Attiva.

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