Brescia, nel 2026 tariffa puntuale e cambia la raccolta dei rifiuti

Gli obiettivi politici sono scritti nel programma di mandato, quelli numerici legati al risultato a cui ambire (tradotto: raggiungere l’83,3% di differenziata entro il 2027) nel Piano regionale. Sta di fatto, che il capoluogo non può cristallizzarsi: il sistema di raccolta differenziata attuale - per citare l’assessora all’Ambiente Camilla Bianchi - «ha fatto il suo tempo».
Per questo la Loggia ha aperto l’intricato dossier «rifiuti»: il metodo è destinato a subire una metamorfosi nel 2026, data in cui scade anche il piano economico finanziario. Cosa succederà dall’anno prossimo quindi? Gli scenari sul tavolo, allo studio della maggioranza guidata dalla sindaca Laura Castelletti, sono tre. In estrema sintesi: il primo è quello maggiormente «conservativo», il secondo compie un passo in più verso il porta a porta, il terzo sancisce l’addio ai cassonetti. Se gli scenari sono diversi, però, un punto fermo c’è: dal 2026, con il via al nuovo metodo di raccolta dei rifiuti, debutterà anche la tariffa puntuale.
Primo scenario
L’opzione numero uno è quella che prevede un sistema misto con tre frazioni (di rifiuti) destinate al porta a porta e due nelle calotte. Attenzione però: non resta tutto come ora, all’orizzonte ci sono delle varianti. Quali? I cassonetti a disposizione potrebbero essere solo per l’umido e il vetro (sì, tornano dappertutto le campane, esattamente come in centro storico), il che significa che la calotta per buttare il sacchetto dell’indifferenziata potrebbe non esserci più.
Vale anche per il centro storico? Una decisione ancora non c’è: l’intenzione è di uniformare il centro agli altri quartieri, il che significa esiliare i cassonetti anche dalle strade incluse nel perimetro delle mura venete, ma non è ancora detto. Riassumendo: l’opzione uno prevede ritiro porta a porta per carta, plastica e (forse) indifferenziata (con una riflessione in corso sul centro storico); umido e vetro nei cassoni.
Tutti i cassonetti dovranno essere cambiati e sostituiti con quelli di ultima generazione, i cosiddetti «cassonetti smart»: significa che non ci sarà più bisogno della tesserina, ma che si potranno aprire attraverso l’app sul telefono.
Secondo scenario
L’ipotesi numero due, si diceva, è un po’ più audace ma non ancora radicale. E funziona così: in centro storico restano i cassonetti dell’umido e le campane per il vetro, mentre carta, plastica e indifferenziata si raccolgono porta a porta. In tutti gli altri quartieri, si potrà conferire nella calotta solo l’organico (il ritiro di carta, vetro, plastica e indifferenziata è quindi previsto porta a porta). Anche in questo caso tutti i cassonetti vanno sostituiti.
Questa è l’ipotesi che, ad ora, sembra essere la più papabile, perché - stando ai rumors emersi dopo la riunione plenaria del centrosinistra in Loggia - risulta quella prediletta non da tutti (Bs Attiva, ad esempio, è per il porta a porta spinto) ma, se così si può dire, dalla maggioranza della maggioranza.
Terzo scenario
Arriviamo ora alla strada che prevede il cambio di passo più radicale: quello del porta a porta spinto (non per l’intera città). Anche in questo caso il centro storico fa eccezione: per umido e vetro restano i cassonetti. Per quanto riguarda invece tutte le altre zone, di calotta non ne rimarrà neanche una: ogni tipologia di rifiuto sarà ritirata porta a porta, umido incluso.
«Per quanto riguarda questo scenario - specifica Bianchi - abbiamo chiesto un approfondimento sulla frazione dell’organico: il primo periodo, infatti, l’umido potrebbe essere ritirato tre volte alla settimana (frequenza in genere prevista per il solo periodo estivo) così da accompagnare i cittadini in questo cambiamento, passando poi in un secondo momento al ritiro settimanale».
Condomini ed Eco-isole
Ci sono poi alcune questioni pratiche. La prima: per quel che riguarda i rifiuti indifferenziati in nessun caso si prevede la distribuzione di un nuovo bidoncino, il ritiro sarà direttamente nei sacchetti. Il secondo fronte aperto riguarda i condomini e anche in questo caso la Giunta ha chiesto un approfondimento.
Cioè? Al momento in città vengono consegnati i bidoni di condominio (posizionati quindi in uno spazio comune) sopra i 15 nuclei famigliari, mentre in altre città è una opzione prevista dalle quattro utenze in su, pratica che chiaramente facilita i cittadini, specie per quel che riguarda la raccolta dell’indifferenziata.
Terzo aspetto: nel caso della rivoluzione del porta a porta spinto (vale a dire lo scenario numero tre), la Loggia prevede di realizzare le «Eco-isole», esattamente come avviene nei Comuni turistici: «Questo - precisa Bianchi - consentirebbe di avere un luogo in cui a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno della settimana i cittadini che hanno un’emergenza (come, ad esempio, la partenza per un viaggio) possono recarsi per conferire i rifiuti. Chiaro è che a questa pratica dovrà essere posto un limite massimo, altrimenti tutto il sistema diventerebbe del tutto inutile ed inefficace».
Premialità
Come si tradurrà tutto ciò in bolletta resta ancora una gigantesca incognita. Nel 2026 il nuovo sistema si porterà cioè appresso il via della tariffa puntuale, ma - evidenzia l’assessore al Bilancio Marco Garza - «non è possibile fare proiezioni accurate senza prima scegliere il sistema verso cui si vuole andare, perché sono troppi i fattori che alterano i conti, a partire dall’investimento che un cambio in blocco dei cassonetti comporterebbe, per fare un esempio».
Di sicuro, però, la tariffa puntuale che Brescia intende applicare rientra nella categoria di quelle che tecnicamente si chiamano «incentivanti». Che significa? Che non si pagherà un tot ogni volta che si apre la calotta o che si svuota il bidoncino: l’orientamento è studiare al contrario un meccanismo di premialità.
«È chiaro che al centro c’è il concetto che chi più differenzia meno paga, ma il nostro obiettivo è anche quello di mantenere in ogni caso le tariffe contenute». Come? Una risposta chiara in questa fase non c’è. Bisogna tenere comunque presente che la Tari parte da una base di costi fissi, determinati non solo dalla raccolta dei rifiuti, ma anche da altri servizi, come la gestione delle isole ecologiche e la pulizia delle strade e che a questo si dovrà aggiungere una cifra (inizialmente non indifferente) legata ai nuovi investimenti.
L’azione del metodo incentivante è quindi limitata alla parte variabile della bolletta, sulla quale in ogni caso la Loggia potrebbe decidere di fissare un tetto massimo. E studiare poi meccanismi di premialità anche non classici.
Certo è che, da qui ai prossimi mesi, quello della modifica del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti in città diventerà un tema centrale nei dibattiti e nei confronti. Politici e popolari.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
