La rivoluzione agricola «parla» under 40: 720 le aziende giovani

C’è chi la riassume così: i giovani vogliono «sporcarsi le mani». Poi, c’è la versione più romantica: quella che racconta della voglia di un ritorno alle origini, del contatto con la terra, del recupero delle tradizioni. Di certo c’è che, anche nel Bresciano, siamo in piena «rivoluzione agricola» e che a condurla sono gli under 40. Con l’industria e i servizi che arrancano ad assicurare un futuro stabile ai giovani, si sta assistendo insomma a un ritorno alla terra, favorito - e in questo i giovani hanno una marcia in più - anche dalla diffusione delle nuove tecnologie.
Attività connesse
Per capire l’estensione del fenomeno bisogna guardare le cifre: nel Bresciano delle complessive 9.800 aziende agricole, quelle gestite da under 40 sono ben 720. Di queste, quelle nate negli ultimi cinque anni sono 273, di cui 150 concentrate nelle zone di montagna, e nei soli primi due mesi di questo 2022 hanno avviato la loro impresa altri quattordici neo imprenditori agricoli.
Ma non ci sono solo i titolari: queste aziende trascinano con sè un indotto importante in termini di mercato del lavoro e, quindi, di impiego. E lo fanno, in particolare, attraverso le cosiddette «attività connesse» al lavoro dei campi, un settore nel settore che piace ai giovani e ai giovanissimi anche per la sua dinamicità. Si tratta in primis dell’agriturismo, della vendita diretta dei prodotti aziendali, ma anche della prima trasformazione dei prodotti agricoli e dell’allevamento, della produzione di energia da fonti rinnovabili agricole (biomassa, biogas e fotovoltaico), fino ad arrivare alla lavorazione dei campi per conto terzi e alla sistemazione e manutenzione di parchi e giardini.Un carnet di attività che, proprio perché «connesse», sono fiscalmente equiparate al reddito agricolo e in parte soggette ad una specifica tassazione: stando alle stime più accreditate, la tassazione media Irpef dell’impresa agricola non dovrebbe sfondare il muro del 10%.
L’identikit

La generazione under 40 è quella che per prima ha iniziato ad approfondire e ad avere a cuore i temi legati alla sostenibilità. E, infatti, mostra una particolare predilezione per la tutela dell’ambiente e per l’attenzione al sociale: dalle attività di educazione alimentare e ambientale con le scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche ai percorsi rurali di pet-therapy, fino agli orti didattici.
Il sostegno della Lombardia
È in questo contesto che la Regione Lombardia, il cui assessorato alle Politiche agricole è affidato alla regia del bresciano Fabio Rolfi, sostiene le nuove imprese e i nuovi progetti attraverso un teorema di bandi pubblici. Succede in questi giorni, con la misura che ha messo in palio 4 milioni di euro nell’ambito del Piano di sviluppo rurale, destinati all’avvio di 87 nuove aziende gestite da agricoltori con meno di 40 anni (nel Bresciano sono 14 quelle finanziate per un investimento pari a 610mila euro).
«Agricoltura e ambiente sono sinonimi soprattutto grazie alle nuove tecnologie. Con l’innovazione abbiamo la possibilità di razionalizzare le risorse, garantire il benessere animale, abbattere le emissioni. E in questo processo è fondamentale il ricambio generazionale» spiega Rolfi. Che ricorda: «In cinque anni abbiamo investito nella nostra provincia 8 milioni di euro per 273 imprese agricole under 40. Avvicinare i giovani all’agricoltura significa creare economia anche nelle aree interne e dare valore a territori attraverso prodotti agroalimentari che saranno sempre più motivo di attrazione turistica e di marketing».TendenzeLa vita nei campi 4.0Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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