Cassa depositi e prestiti a Brescia: 2 miliardi per housing, cultura e scuola
Un territorio sul quale vale la pena scommettere. E Cassa depositi e prestiti lo ha già fatto: in primis investendo, negli ultimi anni, due miliardi di euro per la costruzione di 8.700 alloggi sociali (di cui 4.200 già completati e 650 in fase di realizzazione) e di oltre 2.700 posti letto in residenze temporanee e universitarie, senza dimenticare il fronte della sostenibilità (ad Acque Bresciane è stato ad esempio staccato un assegno di 40 milioni per sostenere i piani di sviluppo della società).
E, poi, aprendo le porte della sua nuova casa in piazza Loggia, conclamando così la vicinanza al territorio (imprese e amministrazioni pubbliche) ed evidenziando ancora una volta come Brescia sia, nei fatti, il punto di riferimento della Lombardia Orientale.
Il punto di partenza e le prospettive

L’obiettivo, ora, è proseguire il cammino andando a intervenire (attraverso investimenti importanti) su quanto c’è ancora da fare: l’housing sociale e la rigenerazione urbana, la transizione energetica, l’aiuto alle imprese e - il presidente Tempini lo ripete più volte - l’università, definito «tema cruciale insieme all’innovazione».
Innovazione e startup
Proprio da qui, dai numeri che contano i processi innovativi, arriva il primo spunto per il futuro prossimo. Non solo Capitale della cultura insieme a Bergamo, Brescia ora è capitale anche delle startup, che sono a tutti gli effetti la nuova frontiera imprenditoriale. La nostra è infatti tra le prime dieci province «per densità di startup», la maggior parte localizzate in città.
A mettersi subito al lavoro per incentivare e sostenere questo nuovo potenziale è la sezione Venture capital, nuova articolazione di Cdp nata per dare impulso proprio allo sviluppo del comparto delle startup italiano, aziende che fanno leva sulle tecnologie innovative per rispondere a nuovi bisogni di mercato.
In cifre, di che mercato parliamo? Lo scorso anno nel settore è stato investito il 90% in più di capitali rispetto al 2020: stiamo parlando di oltre 600 miliardi di dollari a livello globale. L’Italia in questo scenario sta giocando la sua partita. A snocciolare le cifre è Claudia Pingue, responsabile del Fondo technology transfer Cdp Venture capital: durante l’anno che ci siamo lasciati alle spalle - spiega - «abbiamo investito oltre un miliardo e 200mila euro e quest’anno è previsto un raddoppio delle risorse».Come si colloca la Lombardia? In prima fila: basti pensare che una startup su quattro nasce proprio nella nostra regione che rappresenta «uno degli scacchieri più sicuri». Non solo. Le startup lombarde sono anche quelle più capitalizzate: non a caso nel 2021 queste nuove imprese sono state capaci di intercettare circa 800 milioni di euro del miliardo e 200mila euro investito.
Un esempio concreto sono i tre milioni stanziati per «Diadem DX», biotech nata come spinoff dell’Università di Brescia, che ha brevettato un test ematico per la diagnosi precoce dell’Alzheimer: grazie a questo test si è in grado di individuare la predisposizione alla malattia con sei anni di anticipo rispetto all’insorgenza dei sintomi clinici e, quindi, di attuare misure preventive.Focus sulla Lombardia

Nel 2020, poi, circa 400 enti locali hanno aderito all’operazione di rinegoziazione dei mutui esistenti (1,5 miliardi di debito residuo) liberando così 71 milioni per il territorio grazie al risparmio sugli interessi. Infine, nell’ambito degli investimenti del Pnrr, con il bando per l’attrattività dei borghi, sono state presentate dai piccoli Comuni lombardi (meno di 5mila abitanti) circa 140 domande per un finanziamento complessivo statale pari a 230 milioni.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
