Economia

Diagnosi precoce dell’Alzheimer, Cdp entra nella bresciana Diadem

La società nata come spin-off nelle aule di UniBs e da ieri Spa ha sviluppato il primo test del sangue per la predizione della malattia
L’Oms stima 10 milioni di nuovi casi d’Alzhaimer ogni anno - © www.giornaledibrescia.it
L’Oms stima 10 milioni di nuovi casi d’Alzhaimer ogni anno - © www.giornaledibrescia.it
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Per una realtà come Diadem, nata vent’anni fa nelle aule dell’Università degli Studi di Brescia, la trasformazione da spin-off a società per azioni - avvenuta ieri - rappresenta già di per sé un’importante tappa di crescita. Sempre da ieri, per di più, i fondatori di questa start up si possono avvalere anche del supporto di Cassa depositi e prestiti per completare il lancio del loro sistema «prognostico» per la malattia di Alzheimer.

Secondo la Food & drug administration (l’agenzia statunitense che al pari dell’Ema in Europa, assicura l’efficacia dei farmaci e dei dispositivi medici) si tratta del primo test del sangue con questa peculiarità al mondo. La paternità di questo «biomarcatore» va al team di ricerca bresciano guidato dai professori Daniela Uberti e Maurizio Memo, capace non solo di creare un test - registrato con il nome AlzoSure Predict - non invasivo in grado di individuare precocemente e con un elevato grado di accuratezza il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer, ma pure di trasformarlo in una realtà imprenditoriale. Senza peraltro sottovalutare il contribuito prestato in quest’operazione da un altro attore bresciano, Antonio Vivenzi, che nella veste di «business angel» ha sostenuto fin da subito Diadem nel suo percorso di sviluppo.

La storia

AlzoSure Predict nasce a inizio secolo nei laboratori del dipartimento di Medicina molecolare e transazionale dell’Università di Brescia. Il primo brevetto risale al 2003, la costituzione di uno spin-off univeristario nel 2012, un secondo brevetto nel 2014 e nel 2017 la formalizzazione in «start up innovativa» con l’ingresso nel capitale di Pankes Partner, società di venture capital (chi apporta capitali di rischio in settori ad alto potenziale di sviluppo) non nuova a investimenti in realtà che lavorano nella ricerca medica e che ha anzitempo considerato Diadem una delle Pmi più promettenti nel campo delle biotecnologie. Non a caso l’affidabilità di AlzoSure Predict è stata confermata dai dati clinici raccolti con un puntuale studio scientifico e successivamente certificata dal marchio «Ce-Ivd», che ne permette la vendita nell’Ue.

Da sinistra Antonio Vivenzi, Daniela Uberti e Maurizio Memo - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra Antonio Vivenzi, Daniela Uberti e Maurizio Memo - © www.giornaledibrescia.it

A inizio mese, inoltre, la Banca europea per gli investimenti ha concesso a Diadem un finanziamento di 7,5 milioni di euro. «Il prestito - ha spiegato la Bei in una nota - è stato riconosciuto nell’ambito del programma di prestiti Venture debt del fondo di garanzia paneuropeo, è parte integrante del pacchetto di aiuti da 540 miliardi di euro stanziato dall’Ue nel 2020 per contrastare la crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19».

Infine, l’assemblea dei soci di Diadem, ieri, oltre a deliberare la trasformazione in società per azioni, ha aperto il capitale sociale a Cassa depositi e prestiti, che fornirà alla realtà bresciana un ulteriore finanziamento di 3 milioni per concludere il suo percorso di ricerca e quindi lanciare commercialmente AlzoSure Predict nel mondo.

Si prevede che la precisione del test e la sua capacità di individuare con almeno cinque anni di anticipo il rischio di sviluppare l’Alzheimer contribuiranno al conseguimento di una delle priorità dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che stima in oltre 10 milioni i nuovi casi di questa patologia diagnosticati ogni anno.

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