Processo Bozzoli, si farà un esperimento in un forno da fonderia

Sarà una prova in scala ridotta. Nella prossima udienza il confronto sulle modalità
Mario Bozzoli all’interno della sua fonderia a Marcheno da dove è sparito l’otto ottobre 2015 - © www.giornaledibrescia.it
Mario Bozzoli all’interno della sua fonderia a Marcheno da dove è sparito l’otto ottobre 2015 - © www.giornaledibrescia.it
AA

Può essere l’ultimo passaggio, prima della discussione, di un processo iniziato il 14 gennaio di un anno fa. E avere un peso importante, anche se difficilmente determinante. Di certo c’è che il caso Bozzoli torna al punto di partenza. Si farà infatti l’esperimento in un forno da fonderia in funzione per capire se un corpo può finirci dentro senza poi lasciare tracce, come era stato stabilito nel corso delle lunghe indagini che presero il via l’otto ottobre 2015 quando Mario Bozzoli svanì nel nulla dentro i capannoni della sua azienda.

Probabilmente la prova pratica avverrà - forse già entro un mese - prima in scala ridotta e poi, solo se davvero necessario per chiarire ulteriormente il quadro, anche in dimensioni reali con un animale già abbattuto che verrebbe immerso in un bagno di metallo fuso così da ricreare le condizioni originali. Perché la prospettazione dell’accusa, e cioè che il cadavere di Mario Bozzoli sia stato portato fuori dalla fonderia sull’auto guidata dal nipote della vittima e oggi imputato Giacomo Bozzoli, pare aver perso concretezza udienza dopo udienza.

L’esperimento

Così la Corte sta riportando le lancette dell’orologio all’inizio del giallo di Marcheno e all’ipotesi della prima ora. Anche perché non può essere dimenticata l’ormai celebre fumata anomala, che si era verificata all’interno dell’azienda di via Gitti alle 19.21.34’’dell’otto ottobre 2015. In un orario compreso quindi tra le 19.14.38’’ e le 19.25.21’’, che sono gli undici minuti nei quali secondo chi indaga Mario Bozzoli è stato ucciso. Nei giorni scorsi il medico legale Camilla Tettamanti e l’ingegnere Antonio Boccardo, hanno depositato la risposta al quesito posto loro dal presidente della Corte d’Assise Roberto Spanò. Che aveva chiesto prima di tutto quale possa essere l’effetto termico «provocato dal prolungato contatto di un corpo umano con un bagno di metallo fuso ad elevata temperatura e se vi siano differenze rispetto all’esposizione a differenti fonti termiche».

In aula, il medico legale Camilla Tettamenti - © www.giornaledibrescia.it
In aula, il medico legale Camilla Tettamenti - © www.giornaledibrescia.it

Gli esperti hanno inoltre dovuto spiegare «se l’introduzione di un corpo umano in un forno fusorio sia destinata inevitabilmente a provocare un’esplosione di rilevanti dimensioni» e se «il compimento di un esperimento giudiziale possa ritenersi rilevante ai fini delle risposte ai quesiti».

In aula

Contagi Covid permettendo dato che il virus ha rialzato la testa anche in tribunale, la relazione dei due professionisti incaricati dalla Corte d’Assise, sarà discussa nell’udienza in programma mercoledì. È previsto un confronto tra i periti del giudice, Tettamanti e Boccardo, il pool dei consulenti della difesa di Giacomo Bozzoli composto dall’ingegnere Roberto Roberti, il professor Marzio Capra e Giancarlo Farina e il consulente della Procura che ha nominato il comandante dei Ris di Parma Giampietro Lago.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato