Processo Bozzoli, parla Irene Zubani: «È come se il tempo si fosse fermato all’8 ottobre 2015»

Sette anni fa la scomparsa. La vedova dell'imprenditore di Marcheno: «Il mio Mario era un grande uomo»
Irene Zubani il giorno della sentenza -Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Irene Zubani il giorno della sentenza -Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
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Sette. Come gli anni trascorsi dalla scomparsa di Mario Bozzoli. E come i giorni passati dalla sentenza di condanna all’ergastolo per il nipote Giacomo, ritenuto dalla Corte d’Assise l’omicida dello zio. «Stiamo andando verso la verità. Ma come detto dal mio avvocato è solo il primo grado» commenta Irene Zubani, la vedova dell’imprenditore di Marcheno scomparso nel nulla nella serata dell’otto ottobre del 2015 dentro la fonderia di cui era co proprietario con il fratello. In attesa delle motivazioni della sentenza, la Corte presieduta da Roberto Spanò ha stabilito che Giacomo Bozzoli ha gettato lo zio Mario nel forno più grande dell’azienda di via Gitti a Marcheno.

«Un dolore atroce».

«Della sentenza però non voglio parlare» esordisce la donna. «Voglio arrivare ad avere giustizia si parla però solo di colpevolezza o di innocenza, ma mio marito a casa non è tornato e non tornerà. E per me è sempre rivivere un dolore, riaprire le ferite». La voce di Irene Zubani non può che essere segnata dall’emozione. «Mio marito lo tengo nel mio cuore. È stata devastante per me questa vicenda. È stato davvero troppo». Prende una pausa questa donna che non è mai mancata in aula in un anno e mezzo di processo. «Cosa ho passato dopo la scomparsa di Mario lo so solo io. Una cosa atroce che non auguro a nessuno. Il lutto lo elabori, ma un vuoto così, con una persona che esce la mattina e non rientra più a casa, è qualcosa di atroce. Non si può descrivere».

Scomparso sette anni fa: l’imprenditore Mario Bozzoli in una foto privata e poi sul forno della sua fonderia
Scomparso sette anni fa: l’imprenditore Mario Bozzoli in una foto privata e poi sul forno della sua fonderia

«Generso e affettuoso»: il ricordo di Mario Bozzoli

Poi la donna racconta il suo Mario, l’uomo che alle 19.12 dell’otto ottobre 2015 al telefono le dice: «Ho fatto tardi, faccio una doccia e arrivo». Dovevano andare a cena in un ristorante del Garda. Non si sono mai più visti. Irene Zubani ci chiede: «Lei sa chi era Mario? Lo ha conosciuto?». «No, solo dalle carte processuali. Solo come una vittima di omicidio» è la risposta. «Mio marito - racconta la donna - era una brava persona e voglio che venga onorata la sua memoria. Era un grande uomo che aveva sempre tempo da dedicare agli altri, a partire dai dipendenti. Era un uomo generoso, un padre premuroso, affettuoso, presente. Un marito generoso e amorevole. Non meritava tutto questo. Sul suo conto non è emerso nulla e chi dice che è uscito dalla fonderia solo mi porti le prove».

E il pensiero della signora Irene torna ad una data che ha stravolto per sempre la vita della sua famiglia. «Il tempo si è bloccato. Mi sento di vivere in un non tempo. Come se l’orologio si fosse fermato a quel giorno. E mi dico spesso che forse le lancette riprenderanno a muoversi solo quando sarà messa la parola fine, solo quando una sentenza definitiva certificherà cosa è accaduto a mio marito».

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