Processo Bozzoli, la versione di Oscar Maggi
«Ghirardini mi disse che se avesse visto Mario Bozzoli a Gardone lo avrebbe preso a schiaffi». Sono state le parole di Oscar Maggi durante la testimonianza nel corso del processo per la morte dell’imprenditore bresciano Mario Bozzoli: il Ghirardini a cui si riferisce è il collega Giuseppe, addetto al forno grande della fonderia di Marcheno, uno di quelli che era in fabbrica la sera dell'8 ottobre 2015. Fu trovato morto la domenica successiva, il 18 ottobre, con un'esca al cianuro nello stomaco a Case di Viso, in Valcamonica.
Oscar Maggi ha testimoniato dopo il collega Aboagye Abu Akwasi, che a sua volta questa mattina ha rilasciato delle dichiarazioni che sposterebbero in avanti la fascia oraria in cui, secondo quanto ricostruito dagli inqurenti, è avvenuto l'omicidio.
Oscar Maggi era stato indagato per concorso morale e non materiale nel delitto e poi la sua posizione è stata archiviata. In un’interpretazione agli atti, Maggi parlando con il collega Abu e riferendosi all’altro collega Giuseppe Ghirardini, poi suicidatosi, disse: «Se Beppe parla siamo rovinati».
«Lui raccontava bugie e temevo che non dicesse la verità sui suoi rapporti con Mario che non erano buoni come voleva far credere». Maggi ha poi negato «di voler cercare in quei giorni Ghirardini per concordare la versione dei fatti» come invece emerge da alcune intercettazioni telefoniche e ambientali.
Il processo Bozzoli fino a qui
Davanti al presidente Roberto Spanò sono comparsi in primis i consulenti che hanno partecipato alle indagini, i quali hanno contribuito a fare chiarezza su cosa è successo quella sera, incrociando immagini delle videocamere e tabulati telefonici e circoscrivendo il momento clou della scomparsa in una finestra temporale di 11 minuti. Poi è stata la volta della moglie di Mario Bozzoli, Irene Zubani, che ha confermato di essere convinta della colpevolezza del nipote Giacomo. Nella sesta udienza è intervenuta l'anatomopatologa Cristina Cattaneo, che ha coordinato la squadra di 16 esperti che per due anni ha analizzato tutti i materiali raccolti all’interno e all’esterno della fonderia. Infine, alla ripresa dopo la pausa estiva, ha testimoniato Adelio Bozzoli, fratello della vittima e padre di Giacomo, unico imputato per il giallo di Marcheno.
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