Morte di Ghirardini, la famiglia si oppone all'archiviazione

L’operaio dell'azienda di Marcheno, scomparso sei giorni dopo il titolare Mario Bozzoli, fu poi trovato morto a Case di Viso
Il luogo del ritrovamento del cadavere di Giuseppe Ghirardini nel 2015 - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il luogo del ritrovamento del cadavere di Giuseppe Ghirardini nel 2015 - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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È durata due ore e mezza in tribunale a Brescia l’udienza durante la quale gli avvocati della famiglia Ghirardini hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta per istigazione al suicidio in merito alla morte di Giuseppe Ghirardini, l’operaio della Bozzoli di Marcheno, scomparso sei giorni dopo il suo datore di lavoro, l’imprenditore Mario Bozzoli, e poi ritrovato morto a Case di Viso, in Valcamonica, con un’esca al cianuro nello stomaco. Fatti accaduti ad ottobre 2015.

Sotto inchiesta erano finti Alex e Giacomo Bozzoli, fratelli e nipoti dell’imprenditore scomparso. La Procura Generale che aveva condotto le indagini, non escludendo l’ipotesi accusatoria ma spiegando che non c’erano elementi certi per poterla confermare, ha chiesto nuovamente l’archiviazione così come la difesa dei due accusati. Le parti civili hanno invece chiesto nuove indagini.

«Il nostro non è accanimento, ma voglia di capire davvero che cosa è successo perché non abbiamo mai creduto all’ipotesi del suicidio» ha spiegato l’avvocato Maurizio Simini, legale della famiglia dell’operaio morto. Il giudice ha annunciato che scioglierà la riserva dopo Natale.

Il prossimo 14 gennaio comincerà invece davanti alla corte d’assise di Brescia il processo per la morte dell’imprenditore Mario Bozzoli e l’unico imputato è il nipote Giacomo, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario premeditato e distruzione di cadavere.

 

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