Calcio

Mercato Brescia, Pasini: «Cerchiamo un portiere con esperienza»

Il presidente a margine di un convegno in Confartigianato: «Senza nulla togliere ad Avella, abbiamo altri obiettivi. Il Rigamonti sarà pronto per la Coppa. Calendario? Tante partite pericolose»
Le parole di Pasini dopo il convegno in Confartigianato
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«Per esperienza non c’è niente di facile, quindi attenzione a come si valuta il calendario. La serie C è molto difficile, non bisogna essere presuntuosi, ma molto umili. Incontreremo almeno quindici squadre che verranno da noi chiuse, per portare via il minimo risultato: ci sono tantissime partite pericolose». Lo afferma il presidente del Brescia Giuseppe Pasini intervenuto al convegno «Facciamo girare il pallone… e l’economia» in Confartigianato.

Spazio anche al mercato: «Mancano ancora alcune pedine: senza nulla togliere ad Avella, che ha fatto molto bene qui l’anno scorso, stiamo cercando un portiere con esperienza. Ci vogliono giocatori che abbiano fame, è una piazza importante e con delle pressioni. Cerchiamo profili come Vido e Cianci: ci sono anche giocatori che hanno fatto la B, è difficile per loro tornare in C, come si è visto con Bisoli». E il Rigamonti? «Sarà pronto per la Coppa Italia, anche il campo migliora bene».

Il progetto Union

Michele Avella, ex portiere del Brescia - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Michele Avella, ex portiere del Brescia - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it

A proposito di economia, al progetto Union Brescia hanno aderito e stanno aderendo nomi illustri del tessuto produttivo locale. Pasini rivela di aver avuto sorprese negative e positive: «Mi sento di dire che dentro la compagine mi aspettavo qualcuno che avrei visto bene, però magari ci sono motivi familiari per cui qualcuno ritiene di non potersi far coinvolgere. Per contro però si sono fatti avanti colleghi che non mi sarei aspettato di trovare al tavolo degli investitori». Poi aggiunge: «Le persone che si sono avvicinate a questo progetto mi hanno parlato con commozione dei loro ricordi da bambini allo stadio col papà. Gente che poi per veri motivi ha abbandonato lo stadio e che ora ha voglia di riscoprirlo per ritrovare ricordi ed emozioni, quelli dei quali si ha bisogno quando magari si va su con l’età».

Il vivaio

Pasini porta avanti il concetto del calcio sostenibile, ma come si può portare avanti? «Tutti gli uomini di calcio che ho incontrato mi ha detto che bisogna partire dal basso, dal settore giovanile. Se io penso ai soldi che ho messo nelle giovanili il bilancio economico è negativo, ma si educano i ragazzi alla vita e alle sfide che incontreranno nel loro futuro praticando lo sport più bello del mondo, quello che incontri in qualsiasi parte del pianeta». Pasini racconta un aneddoto: «Sono partito in bicicletta per un tour in Israele e ci siamo ritrovati vicini a un campo profughi…c’erano bambini che giocavano con una palla di pezza. Mi colpì moltissimo per capire la potenza dello sport che poi muove anche business incredibili. Nel calcio io ho messo molti soldi, ma si vede che non sono ancora stufo di metterli».

Pasini racconta parte del progetto: «Intendiamo creare un sistema con le società che ci attorniano, comprese Lumezzane e Ospitaletto. Siamo attorniati da società come Atalanta o Cremonese che vivono momenti diversi dal nostro: cerchiamo di non farci portare via i bambini dal territorio….io anche col vecchio Brescia avevo cercato di far qualcosa ma non ci ero mai riuscito».

Il sostegno

Svela Pasini: «Lunedì lanceremo l’aumento di capitale nell’assemblea dei soci, c’è ancora uno spazio per partecipare, ma ci sono mille modi per starci vicini, anche con le sponsorizzazioni. In questi giorni siamo stati avvicinanti anche da alcuni fondi, ma non li abbiamo presi in considerazione perché credo che sia prematuro. Vedremo poi quando si sarà compiuto il nostro progetto triennale. Si capisce comunque che ora la città ha voglia di calcio e di fare in modo che questa squadra diventi un orgoglio. Che dobbiamo avere anche pensando a dove è oggi l’Atalanta. Se Percassi è riuscito a fare quel che ha fatto è anche perché ha intorno una città che lo sostiene. Prendiamo questo come modello, senza pensare ad altre realtà, come il Napoli ad esempio. Dicono che De Laurentiis sia un pazzo, ma è un pazzo che ha realizzato un grande business. Dal 10 giugno, da quando il progetto Union ha iniziato a prendere davvero corpo, mi sono anche chiesto “chi te lo fa fare?”. Come ho già detto, anche un po’ di pazzia. Basta che questa – sorride – non sovrasti tutto il resto».

Il marchio

L’Union Brescia punta a recuperare un po’ di storia, anche attraverso l’acquisto del marchio di Corioni: «Siamo in trattativa con la curatela fallimentare che lo ha in mano (il marchio è finito nel fallimento di Brescia Service, ndr) e vedremo. Ma non confondiamo la questione del marchio con la matricola, perché anche qui c’è stata un po’ di confusione…la matricola che “contiene”
la storia del club è di Cellino. Qualcuno vuole prenderla per iscrivere una squadra in Eccellenza? Visto che vanno pagati tutti i debiti gli faccio gli auguri. Poi se accadrà qualcosa al Brescia la matricola tornerà alla Figc che chiederà al sindaco di valutare chi all’interno della città meriterà di averla. Ma non bisogna fare confusione».

Il futuro dello stadio

Com'era il prato del Rigamonti a inizio luglio - Foto Comune di Brescia/Davide Brunori © www.giornaledibrescia.it
Com'era il prato del Rigamonti a inizio luglio - Foto Comune di Brescia/Davide Brunori © www.giornaledibrescia.it

Sul tema stadio: «Parleremo più in là di cosa si può fare, ora è prematuro. Di sicuro penso che il luogo più adatto per averlo sia proprio Mompiano, altre collocazioni non ne vedo. Di certo è un impianto molto vecchio». Sui costi per allestire la rosa: «Non è vero che vince chi spende di più, andate a vedervi cosa ha speso il Vicenza… Il calcio è bello però proprio per questo: conta il campo». E ancora: «Questa è una grande opportunità per tutti, per noi e per l’amministrazione comunale. Ci sarà ancora da combattere anche contro i ricorsi di Cellino, ma ci sono i presupposti per crescere insieme».

Il mercato

Chiosa finale dedicata al mercato: «Nell’amichevole contro l’Ospitaletto si è visto un bel calcio del mister, mancano ancora alcune pedine: senza nulla togliere ad Avella, che ha fatto molto bene qui l’anno scorso, stiamo cercando un portiere con esperienza. Ci vogliono giocatori che abbiano fame, è una piazza importante e con delle pressioni. Cerchiamo profili come Vido e Cianci: ci sono anche giocatori che hanno fatto la B, è difficile per loro tornare in C, come si è visto con Bisoli».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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