Partita vera, condizioni diverse: cosa resta di Brescia-Ospitaletto

Tre gol, tre traverse e due pali, due rigori sbagliati, agonismo, un arbitro che opportunamente lascia un po’ fare, due squadre non paragonabili però entrambe con un senso: in fondo a questo elenco si tira una riga e tra dare e avere si ricava il saldo positivo per l’Ospitaletto che ha così inflitto la prima sconfitta storica ufficiosa all’Union Brescia. Sono piovuti – insieme all’acqua dal cielo – applausi per l’Ospitaletto.
Sugli spalti

Ma anche applausi per il Brescia. Chi c’era non s’è pentito d’aver sfidato il meteo avverso. Per 1.500 è stato come fare un giretto su una giostrina del divertimento calcistico. Perché era un’amichevole – ma pur nella provvisorietà di quello che è il momento, è stata partita vera e sentita. Accompagnata anche da una delegazione della Nord che in lutto per la morte del tifoso Fabio Festa, non ha cantato. In ricordo dell’amico che non c’è più è stato esposto uno striscione davanti al quale il presidente Pasini è andato a rendere omaggio.
Le osservazioni
C’è da dar conto di una amichevole nella quale si sono affrontate due formazioni su livelli molto diversi. Intanto, s’è visto un Ospitaletto più gagliardo, più brillante (ha iniziato il lavoro 5 giorni prima dell’Union) e con il bagaglio che serve per andare ad affrontare il viaggio salvezza già chiuso e pronto per essere imbarcato. Gli uomini di Quaresmini – deb tra i pro, ma sufficientemente sgamato per capire che i suoi vanno abituati alla battaglia – l’han messa sul piano fisico e di una intensità che ora come ora la squadra di Diana non può pareggiare. Così come la squadra di Diana ieri, questione di gambe ancora imballatissime, non ha saputo rimediare alle due ripartenze (scavino di Bertoli e imbucata di Messaggi, entrambi i gol nel primo tempo su assist di Gobbi) che a conti i fatti, insieme a una porta stregata, sono costate il risultato.
Le filosofie
Il vecchio, saggio contropiede: l’arma in più (esaltata dallo sgusciante trio d’attacco composto dai due uomini gol e dall’assistman di giornata) di un Ospi anche cinico. Filosofia all’opposto di quella della squadra «comandante» che vuol essere l’Union. Due mondi che si sono incrociati in un momento in cui oltre alla carenza di una condizione adeguata, il Brescia - a ogni modo apprezzabile per spirito e atteggiamento – si scontra anche con la mancanza di alcune pedine fondamentali. È arrivato forte il senso di bisogno di un centravanti con Maistrello ancora limitato nel minutaggio.
Lasfida
Nel primo tempo, nel 3-4-2-1 confermato da Diana, Santini (partente) ha avuto difficoltà. Accentuata anche dall’ottima prova del tandem di difesa orange Possenti-Nessi mentre dall’altra parte con Sorensen ancora indietro e un Balestrero un po’ in fatica s’è sofferto di più. Decisamente più verve là davanti l’Union l’ha avuta nella ripresa con il passaggio al 3-5-2 reso frizzante anche dall’ingresso di Cisco (grossa qualità...). In generale il Brescia sempre desideroso di tener palla, ha prodotto e creato, ma i tanti cross dalle fasce o sono andati persi o si sono trasformati in una traversa e in un palo di un buon Cantamessa (che «sentiva» la partita e tornerà in prestito all’Ospi) e in una traversa di Di Molfetta.
Questi tre episodi si sono verificati tra il primo e il secondo gol degli ospitalettesi. Ma non è finita qui, perché nella ripresa, dopo aver riaperto i giochi con l’impressionante Cisco, il Brescia sempre con lo stesso giocatore, s’è procurato due rigori. Parata di Raffaelli, con palla deviata sul palo (il quarto!) su Di Molfetta e stessa cosa (ma senza palo) su Cisco. Comunque bene così anche se un derby è sempre un derby e chi vince gode (un po’ di più) e chi perde rosica (un po’ di più) pure se è solo luglio.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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