Calcio

Union Brescia, le prime cose belle: mentalità e filosofia offensiva

Nel ko con l’Ospitaletto dentro difficoltà fisiche e mancanze le luci si sono accese su propositività e qualità degli esterni
Davide Di Molfetta - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Davide Di Molfetta - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
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Che sarà mai – sebbene in un test di «campanile» e quindi sentito a prescindere – una sconfitta in un’amichevole di fine luglio, peraltro solo la seconda e in coda ad appena 10 giorni di lavoro? Niente, o anche meno. Va contestualizzato dentro il momento. Vale fuori, per l’ambiente e vale dentro, per chi sta preparando una stagione con contorno di aspettative e pressioni: la prima missione sarà quella di riuscire a reggerne il peso conservando la lucidità e le energie per mantenere allo stesso livello l’entusiasmo.

Situazione

Quindi, ricapitolando: il ko 2-1 con l’Ospitaletto non conta. Eppure...eppure dentro, viene fatto...contare: nella misura in cui, per l’appunto, occorre attrezzarsi in vista della crescita di aspettative e pressione di cui sopra. Bisogna allenarsi anche a sentire sempre dentro un po’ di fame che scava. Sì, un po’ di fastidio quel 2-1 lo ha lasciato. Tra l’altro mister Aimo Diana non ha nemmeno provato a nasconderlo quel fastidio. Che è stato il suo, ma anche quello del suo gruppo. Questione di mentalità. Una parola che suona sempre tanto bene soprattutto se non solo è un obiettivo da perseguire, ma è già una piacevole realtà. Mentalità che per chi guarda da fuori, per chi si approccia ora all’Union Brescia da vecchio tifoso del Brescia che deve ancora imparare a riconoscere nomi e caratteristiche dei suoi nuovi riferimenti di calcio, è da considerare il primo acquisto importante. Mentalità che se invece viene analizzata nel percorso della FeralpiSalò non è niente altro che una conferma.

Ma che sia vista come un nuovo acquisto o una conferma, non cambia la sostanza: atteggiamento, testa, spirito e voglia – insomma: le basi – ci sono e sono tutti elementi già consolidati. Tanto che sono stati quelli sui quali la squadra di Diana (il cui storico da allenatore racconta che sconfitte in pre campionato sono all’ordine del giorno e dunque figlie di come è strutturato un percorso di preparazione che poi ha sempre però pagato) ha fatto leva per andare oltre a limiti di condizione e per sopperire alla mancanza di pedine strategiche. Sotto di due gol, imbarcati in ripartenza, la squadra non si è comunque arresa né nascosta dietro alla scusante (oggettiva) di gambe ancora pesanti o altro, ma ha continuato a macinare e provarci sempre e comunque capitolando solo di fronte alla sfortuna di legni bersagliati come birilli al bowling, senza però riuscire mai a realizzare lo strike, e due rigori sbagliati.

L'allenatore dell'Union Brescia Aimo Diana - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
L'allenatore dell'Union Brescia Aimo Diana - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

Luci e ombre, dolcezza e amarezza: l’Union Brescia vista contro l’Ospitaletto ha regalato sfumature e gusti diversi. Ognuno dei 1.500 presenti s’è potuto portare via qualcosa. Insieme alla nettezza, chiara – per fortuna – anche alla dirigenza, di ciò che manca per far decollare il collettivo, il grande pubblico che non conosceva il modo di proporsi sul terreno di gioco della FeralpiSalò, ha raccolto la promessa scritta nell’aria di un gioco che potrà riportare al Rigamonti anche un po’ di divertimento.

Caratteristiche

È un gioco fatto di inserimenti, di ampiezza, di saliscendi sulle fasce, di una certa libertà di pensiero per i giocatori che dentro un perimetro che viene delineato dal tecnico, sono incoraggiati a cercare da soli una soluzione in base alle circostanze che si creano un certo momento della partita. Il che significa anche prendersi il rischio di sbagliare e poi di sapersi far carico delle conseguenze e provare a rimediare. È un calcio da scoprire e che non prescinde dalla volontà di tenere la palla e guardare solo e sempre avanti. Tutto questo – l’essenza – domenica è arrivato. E in attesa dell’arrivo di pedine decisive soprattutto in attacco, ma poi per dare un assetto definitivo anche a centrocampo e difesa, si è potuta intravedere la forza e il potenziale del pacchetto esterni. Il piede bello, morbido ed elegante di Vincent De Maria che ha anche un potenziale di gamba che aspetta di essere sprigionato.

Il presidente dell'Union Brescia Giuseppe Pasini  - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Il presidente dell'Union Brescia Giuseppe Pasini - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

Ma anche, all’opposto, il «rumore» del trattore che è Davide Guglielmotti. Testa bassa e via: tecnica affatto sopraffina, ma un’irruenza e una caparbietà da far uscire pazzi, in prospettiva, i dirimpettai. Con quella capacità anche di infiammare il popolo con interventi di forza e scenici. E poi Andrea Cisco, che Diana sta in realtà sperimentando anche come suggeritore: trova inserimenti con la capacità di una lama di affondare nel burro. Poi c’è la sicurezza di Bryan Boci, utilizzabile anche da braccetto sinistro: una sorta di multiutility della fascia. Il tutto in attesa del recupero di un Filippo Vesentini il cui motore, una volta che avrà terminato di pagare pegno alla sfortuna, troverà il modo di rombare con continuità.

Ci sono tanti buoni presupposti insieme ai buoni propositi: ora vanno dati gas (già un buon numero di giocatori però ha immagazzinato un minutaggio andato oltre l’ora di gioco) e brillantezza. Oltre a più struttura dove serve. Intanto, 11 giorni dopo lo storico 17 luglio, prendiamo il buono. La strada, per gruppo e club – impegnato a propria volta a strutturarsi e a cercare collegamenti con la storia da dover coltivare per commutare un amore per ora incondizionato in amore cementato – è ancora lunga. Siamo ancora ai primi adrenalinici metri.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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