Brescia, operazione «10 giornate»: testa al crocevia di Lecce

Via quelle facce. Subito. Tristezza, se ci sei, per favore vai via perché qui c’è da affrontare la settimana potenzialmente dell’anno. Già tante volte la tappa di Lecce per il Brescia ha rappresentato un crocevia significativo se non determinante e sabato lo sarà a maggior ragione. E basta prendere in mano la classifica aggiornata col pari in extremis (che resta comunque un risultato favorevole) agguantato dai salentini sul campo del Perugia a valere il primo posto condiviso con la Cremonese, per rendersi conto che al «Via del Mare» sarà «més que» una partita. Più di una partita. Per afferrare al meglio questo concetto invece, basta consultare il maxi tabellone delle fatidiche ultime 10 giornate.
10 giornate
Il titolo del tema da sviluppare è semplice e immediato: prima di tutto impedire a tutti i costi al Lecce di sfruttare la chance di scappare a +5 sulle rondinelle e mettere un piede e passa in serie A provando anche a sfruttare l'altro super match Pisa-Cremonese che fa della ventinovesima giornata qualcosa di speciale. Lo svolgimento del tema da parte del Brescia, consisterà parecchio nel modo in cui verrà gestita questa settimana, finalmente lunga, dal punto di vista mentale, fisico e dei nervi. Cominciamo da quest’ultimo punto. La sconfitta contro la Cremonese brucia dannatamente perché era una partita ormai da non perdere, perché ci sono state alcune scelte difficili da comprendere e che hanno destato più di un interrogativo dalla decisione di puntare tutto sull’acciaccato Cistana all’impostazione di un secondo tempo remissivo arrivando a cambi stavolta discutibili. Tutto vero: ma tornare indietro non si può. Ed è inutile portarsi addosso tossine nocive.
Necessità
S’è respirata un po’ di tensione nel dopo derby, ma alla fine s’è trattato d’«ordinaria amministrazione» in un quadro saturo d’adrenalina figlia del momento oltre che d’incastri di rapporti sempre borderline la cui quadra si basa ormai solo sul risultato finale da inseguire. Ma nessuno, a partire da Massimo Cellino, vuole e può permettersi di farsi prendere ora dalla frenesia o aumentare la pressione già alta così come ippo Inzaghi non può perdere energie preziose a rimuginare: ogni risorsa deve essere volta a trovare soluzioni ai problemi incontrati e che si sono palesati. Sul campo e nell’aria del centro sportivo di Torbole Casaglia deve restare solo tutto ciò che possa essere utile a essere utilizzato come arma di costruzione di massa di consapevolezza. La settimana lunga come non capitava nel periodo dal 5 al 13 di febbraio, ma che fu contraddistinta dalla triste faccenda dell’esonero non esonero, andrà utilizzata anche per recuperare la condizione psico fisica di molti giocatori che al derby con la Cremonese non sono arrivati in forma ottimale.
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Difficoltà
Per Cistana, diventato suo malgrado oggetto di discussioni, una settimana tipo non potrà che essere manna sotto entrambi gli aspetti. Per lui non è stato l’ultimo un periodo facile tra stanchezza, acciacchi e di conseguenza errori, ma lo stesso si può dire anche per Jesse Joronen che non è nel suo momento di massimo spolvero. E che dire di Adorni che ancora deve riuscire a sciogliere il senso di responsabilità che sente nei confronti del Brescia che lo ha scelto e che ancora non è riuscito a ripagare. Tra chi poi fatica oltre misura, forse più a livello mentale che altro, ci sono anche Bajic e Ayé penalizzati dal non poter trovare continuità, ma che sistematicamente quando hanno una chance ghiotta non riescono a sfruttarla anche per una questione di caratteristiche che spesso mal si adattano all’impronta tattica del Brescia. Ma non si può rinunciare a nessuno. Tra chi è arrivato «lungo» a livello di fiato a Cremona, anche i Moreo e i Palacio: ma che si può mai rimproverare a questi due? Il prossimo turno sarà sì uno snodo cruciale, ma in ogni caso non definitivo per quanto sia indubbio che tra le prime sei racchiuse in altrettanti punti (ma il Benevento ha una gara in meno) chi ha il calendario più difficile è il Brescia. Difficile, ma anche affascinante: la corsa è lunga e più che altro è con se stessi.
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