Cellino rischia 59 milioni di euro. «Il Riesame rivaluti»

La Cassazione torna a mettere a rischio il patrimonio di Massimo Cellino. I giudici della Corte Suprema hanno annullato l’attuale provvedimento di sequestro da 670mila euro disposto ad aprile scorso dal tribunale del Riesame di Brescia, ma allo stesso tempo hanno rigettato i ricorsi dei legali del patron del club calcistico della città, accogliendo invece le due istanze della Procura generale che aveva chiesto il sequestro di 59 milioni di euro riconducibili all’imprenditore sardo, comprese le quote della società estera con sede legale nel Regno Unito che controlla la controllante del Brescia Calcio.
La decisione
La Cassazione ha stabilito che il tribunale del Riesame di Brescia dovrà rivalutare la posizione di Massimo Cellino sulla scorta delle indicazioni fornite nel provvedimento di ieri - le cui motivazioni saranno a disposizione delle parti nelle prossime ore - e alla luce di quanto indicato dalla Procura generale della Cassazione, che ha portato all’attenzione dei giudici il parere dei magistrati bresciani che più di un anno fa hanno messo sotto inchiesta il patron del Brescia, accusato di reati finanziari e per il quale la Procura locale guidata da Francesco Prete era arrivata anche a chiedere l’arresto in carcere, incassando solo no dal gip prima e dal Riesame poi. Il nodo principale riguarda il perimetro del sequestro, in virtù della contestazione - che fin qui ha retto in ogni sede - del reato di esterovestizione, ipotizzato per Cellino e la moglie sia come persone fisiche sia con la società Eleonora Ltd, realtà economica che i coniugi sardi avrebbero «vestito» come se fosse estera quando invece produce in Italia.
Il Riesame ad aprile aveva stabilito che il sequestro doveva riguardare esclusivamente l’importo dell’Iva evasa da Cellino, ovvero 670 mila. Per il pubblico ministero titolare dell’inchiesta Erica Battaglia, invece, dovrebbe essere confiscato l’intero patrimonio che il numero uno del Brescia calcio ha trasferito in passato sul trust «MC family trust number one», fondo creato nelle isole Jersey nel Canale della Manica. Ora la parola torna ai magistrati bresciani e si attende che il Riesame fissi una nuova udienza.
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