Caos rette per gli ospiti con Alzheimer: le Rsa chiedono chiarezza

A luglio l’ha ribadito anche la Corte d’Appello di Milano, confermando quanto stabilito negli ultimi anni da altri tribunali, dalla Cassazione e dal Consiglio di Stato: se una persona accolta in Rsa necessita di un’assistenza prevalentemente sanitaria legata alla propria malattia (Alzheimer e altre patologie neurodegenerative) a pagare la retta deve essere il Servizio sanitario nazionale. Come si può immaginare ne è conseguito che – anche nel Bresciano – numerose famiglie hanno bussato alla porta delle Rsa che accolgono i loro cari per chiedere spiegazioni.
Appello
In una situazione di vuoto normativo, però, anche a fronte di un diritto riconosciuto dalla giurisprudenza, il Ssn (con il Fondo sociale regionale) non si accolla in automatico le rette: a farne le spese – quando le famiglie smettono di pagare o perseguono vie legali per ottenere il rimborso dei costi sostenuti per parenti deceduti (cose che stanno accadendo anche nel Bresciano) – sono quindi, in questo momento, le case di riposo.
Che, a loro volta, pretendono chiarezza facendo appello allo Stato e alla Regione: «Non possono essere gli enti erogatori a pagare lo scotto di questo vuoto normativo con tempi d’attesa lunghi per arrivare alle sentenze e ricadute finanziarie insostenibili». A dirlo è Chiara Benini, coordinatrice dell’Upia (Unione provinciale istituti per anziani). La preoccupazione delle Rsa è forte: l’ipotesi che queste entrate possano venire meno senza che a ciò corrisponda la copertura dei costi da parte del Fondo sanitario regionale rischia di far saltare i bilanci, la continuità assistenziale e gli stipendi (che assorbono il 60-70% delle uscite).
Preoccupazioni
Non si tratta, infatti, di bruscolini. Basti ricordare che nel territorio di Ats Brescia, che comprende tutta la nostra provincia, Valcamonica esclusa, le rette, seppur siano tra le più basse della Lombardia, oscillano tra i 62,70 e i 65,67 euro al giorno e – stando all’ultimo report di Fnp Cisl Pensionati – i posti nei Nuclei Alzheimer delle Rsa sono 460. Non solo: ci sono persone con malattia di Alzheimer o altre patologie neurodegenerative anche tra gli altri ospiti.
Da qui la richiesta affinché – con un intervento legislativo – si faccia chiarezza, con la consapevolezza che la situazione sarebbe preoccupante anche se – in linea con quanto sta dicendo la giurisprudenza – fosse lo Stato ad accollarsi le rette: «Il Fondo sanitario nazionale – ricordano le case di riposo – ha una dotazione di 120 miliardi con i quali finanzia tutte le attività sanitarie e sociosanitarie».
«Laddove dovesse farsi carico della totalità dei ricoveri in Rsa la spesa aumenterebbe di circa 10 miliardi – sino a 20 miliardi se adeguassimo il numero di posti letto alla media europea – con la conclusione che l’1% degli assistiti consumerebbe un terzo di tutta la spesa sanitaria nazionale. Senza contare che deve essere prevista una spesa per tutti coloro che sono al domicilio e non possono accedere a un posto letto in Rsa».
Disparità
Il rischio, paventato dagli enti erogatori, è che si crei una disparità di trattamento tra persone affette da Alzheimer che risiedono in Rsa e non pagano quindi la retta e persone con la stessa malattia che si trovano a casa e devono sostenere le classiche spese per l’assistenza.
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