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I «colori» dell'idrogeno e il problema della sua produzione

L'H2 è considerata tra le principali fonti energetiche per la transizione sostenibile ma sconta ancora problemi di approvvigionamento
Il Pnrr mette a disposizione 3,2 miliardi di euro per l'idrogeno - © www.giornaledibrescia.it
Il Pnrr mette a disposizione 3,2 miliardi di euro per l'idrogeno - © www.giornaledibrescia.it
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L’idrogeno non è solamente una risorsa per la transizione energetica ma è diventato una priorità sia per l’Europa, che tramite la Commissione ha pubblicato nel 2020 una strategia ad hoc, sia per l’Italia, con 3,2 miliardi di euro messi a disposizione dal Pnrr per la ricerca in questo ambito.

C’è però una grande problema che aleggia intorno alla partita dell’H2 cioè le sue modalità di produzione.

Attualmente l’idrogeno «è utilizzato principalmente per la sintesi dell'ammoniaca necessaria per i fertilizzanti, nei processi di raffinazione del petrolio e per la sintesi del metanolo» come sottolineano gli studiosi del Centro nazionale delle ricerche Nicola Armaroli e Andrea Barbieri in un articolo pubblicato su Nature Italy.

La principale modalità di produzione avviene tramite la gassificazione del carbone, modalità fortemente impattante in termini di emissioni di Co2: per tale motivo viene chiamato idrogeno nero o marrone.

Per far sì che l’H2 diventi quindi una vera rinnovabile in grado di guidare la transizione sostenibile, sia tramite il suo utilizzo come fonte energetica nell’industria sia come carburante per i veicoli in ambito mobilità, la via maestra è la produzione di idrogeno verde, ottenuto cioè dal processo di elettrolisi. Tale procedimento scinde tramite l’elettricità le molecole d’acqua in ossigeno (O2) e idrogeno (H2). Per fare ciò però l’energia elettrica che alimenta gli elettrolizzatori deve essere fornita esclusivamente da impianti rinnovabili. 

«Attualmente il prezzo dell'idrogeno verde è almeno tre volte più alto della sua controparte grigia e la tecnologia degli elettrolizzatori non è sufficientemente sviluppata per produrre milioni di tonnellate di H2 l'anno - sostengono i due studiosi -. Si prevede che l'idrogeno verde diventerà competitivo sul mercato in circa un decennio, ma anche in questo scenario è importante valutare quanta elettricità, superfici e acqua richiede».

Gli altri colori dell’idrogeno

Secondo il Victorian Hydrogen Hub della Swinburne University of Technology (Australia) l’idrogeno può però essere prodotto attraverso diversi altri procedimenti, classificati con diversi colori e più o meno impattanti dal punto di vista ambientale e di emissioni di Co2 in atmosfera.

Si va dall’H2 grigio, prodotto attraverso lo steam reforming del metano allo stesso modo dell’idrogeno blu, a quello giallo, rosa o turchese. Qui è possibile consultare l’intero elenco prodotto dall’ateneo australiano.

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