Consiglio comunale: mobilità, bonifiche e manovra da 15 milioni

La petizione popolare sulla mobilità, con lo snodo del destino del parcheggio di piazza Vittoria, la manovra da 15 milioni che porterà con sé anche un aumento dei servizi ma anche i primi fondi che rendono concreto il progetto della Holding Loggia, e l’affaire bonifica del parco di via Livorno.
Questi, in estrema sintesi, i temi principali al centro dell’ultimo Consiglio comunale prima della pausa estiva, convocato dal presidente Roberto Rossini per questa mattina, venerdì 25 luglio, a Palazzo Loggia: dalle 8.45 è possibile seguire il dibattito in diretta streaming su questa pagina.
Il gong del confronto politico-amministrativo è scattato con venti o trenta minuti di ritardo: questa mattina, infatti, i consiglieri hanno fatto un breve corso sull’uso della nuova strumentazione d’Aula (microfoni e casse).
Sostegno a Francesca Albanese
Alcuni consiglieri e assessori di maggioranza hanno espresso solidarietà e sostegno alla relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, dopo le sanzioni che il Dipartimento di stato americano le ha imposto.
La decisione è arrivata sulla scia del report «From economy of occupation to economy of genocide» (Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio) stilato dalla giurista italiana. Nel dossier sono elencate 45 aziende private che sosterrebbero direttamente o indirettamente l’esercito israeliano e l’occupazione dei territori palestinesi facendo «profitti sulla distruzione di vite innocenti». Tra queste spiccano le americane Lockheed Martin (che produce gli F-35), Caterpillar, sul fronte tecnologico Google, Microsoft, Amazon, Ibm, Palantir e anche l’italiana Leonardo

La questione del parco di via Livorno
La cartina tornasole consegnerà (si spera) delle risposte certe l’1 agosto, quando i tecnici comunali saranno a Chiesanuova per il sopralluogo di verifica. Anche perché la tribolata vicenda della bonifica del parco di via Livorno – con cantieri a intermittenza e grandi vuoti temporali – si trascina ormai da tempo. A posizionare i fari sulla bonifica dell’area verde e a chiedere una road map aggiornata dopo l’ulteriore stop dei lavori, è Carlo Andreoli (FdI). «La conclusione dei cantieri è slittata più volte: a segnalare il blocco dei lavori sono stati i residenti di Chiesanuova – ricorda il consigliere –. Sappiamo che sono stati rinvenuti materiali contenenti amianto: la situazione è complessa senza dubbio, ma la gestione del Comune non è stata delle migliori. Il cantiere era desolatamente fermo, i cittadini segnalavano, nessuno rispondeva nè forniva spiegazioni. Neppure l’assemblea pubblica annunciata è stata organizzata».

Si tratta di un’area di 40mila metri quadrati, per la quale sono stati messi sul piatto 5,7 milioni di euro finanziati dal Pnrr ed effettivamente il risanamento ambientale - iniziato a dicembre 2022 - doveva essere ultimato, prima, all’inizio del 2025, poi entro giugno 2025.
Cosa è successo? A spiegarlo è l’assessora alla Transizione ecologica Camilla Bianchi: «Già lo scorso anno avevamo avviato un procedimento di risoluzione a seguito di ritardi accumulati rispetto al cronoprogramma di cantiere. Nel corso dei lavori è stata necessaria la redazione di tre perizie di varianti perché, durante gli scavi, sono state rinvenute molte scorie e materiale con amianto frammisto. Questo ha portato alla conseguente proroga dei tempi contrattuali fino a settembre 2025. A febbraio, a seguito di ritardi e rallentamenti dei lavori, abbiamo convocato l’impresa e concordato, verbalizzando l’incontro, delle tempistiche per l’esecuzione di alcune macro attività che da subito non sono state rispettate».
I primi giorni di marzo, però, «l’impresa arbitrariamente, ha deciso di sospendere le lavorazioni» fa notare Bianchi. Per questo è stato emesso il terzo stato di avanzamento che l’impresa ha implicitamente accettato. Da qui, l’approvazione del nuovo cronoprogramma: sulla scia della perizia di variante, il cantiere dovrebbe concludersi l’1 settembre. La telenovela, però, non è finita. «Dopo molteplici ordini di servizio e richiami, il 2 maggio viene avviato il procedimento di risoluzione motivato dalla sospensione arbitraria delle lavorazioni e dando 20 giorni di tempo per le controdeduzioni (come previsto dal codice dei contratti). Il 16 maggio l’avvocato incaricato dall’azienda ha inoltrato le controdeduzioni. Durante l’incontro del 16 maggio, l’impresa ci ha comunicato che avrebbe ripreso le lavorazioni il 19 e che era sua intenzione portare a termine il cantiere: effettivamente così è stato». Ma durante il sopralluogo sono emersi nuovi problemi: «Abbiamo riscontrato molteplici criticità sulla modalità operativa della bonifica e in merito alle misure di sicurezza adottate, situazioni che sono state contestate con i rispettivi verbali. La procedura di risoluzione in danno non è conclusa – rimarca l’assessora Bianchi –: con una nota è stato comunicato all’impresa che se non sarà rispettato il cronoprogramma si procederà comunque con la risoluzione in danno». Per il verdetto manca poco: prossima verifica 1 agosto.
La petizione sulla mobilità
Sulla petizione popolare sulla mobilità, presentata in Aula dal capogruppo di Azione, Francesco Tomasini, la protesta in Aula è stata composta ma tempestiva. Ad alzare per pochi secondi il cartello «Se vive il commercio, vive la città», con in testa il timbro di Confesercenti, sono stati alcuni rappresentanti delle attività cittadine.

In particolare, il «no» di protesta è riferito alla possibilità di diminuire i posti auto all’interno del parcheggio di piazza Vittoria per valutare una destinazione più rivolta ai residenti che agli utenti occasionali. Non solo. Parcheggiare lì, per chi non è residente in centro, dovrà costare di più, anche perché «le tariffe sono ferme al 2014»: questa la sollecitazione che i consiglieri di maggioranza seduti in Commissione Viabilità hanno dato alla Giunta. Tutte indicazioni che vedono contrario il centrodestra, di fronte a un centrosinistra che ha trovato invece nelle modifiche presentate il suo compromesso interno (il che significa che per qualcuno, come Bs Attiva e Al lavoro con Bs, la mediazione è stata al ribasso).

Non a caso Legambiente – capofila con Fridays for Future delle associazioni che hanno raccolto le 857 firme valide per «Brescia al passo coi tempi» – esprime delusione nella sua nota. «Ricordiamo che la petizione aveva lo scopo di spingere l’Amministrazione comunale a compiere azioni concrete verso un modello di mobilità più sostenibile con la riduzione dell’uso dell’automobile e l’incremento dell’uso del trasporto pubblico e della ciclabilità».

E, ancora: «Pensiamo che ancora una volta si sia persa l’occasione di imprimere un deciso cambiamento di rotta alle politiche della mobilità e della sosta nella nostra città. I provvedimenti su aria e clima passano necessariamente per scelte lungimiranti che hanno un costo irrisorio, ma che richiedono la volontà di innovare in quella direzione. Ancora una volta ne usciamo delusi e non abbiamo molte aspettative sul dibattito in Consiglio comunale dove certamente, come successo in Commissione, alcuni consiglieri si spenderanno per la libertà degli automobilisti di circolare ovunque, come se la libertà di respirare un’aria pulita fosse una cosa del tutto secondaria. Speriamo di essere smentiti».
Il caso dei manifesti di Pro Vita
Sedie tutte occupate in platea per l’interrogazione sul diniego, da parte di Bs Mobilità, di affissione dei manifesti nell’ambito della campagna «Mio figlio no - Scuole libere dal gender» di Pro Vita e famiglia.

La vicenda risale a maggio, ma a portarla sul tavolo del Consiglio comunale è Carlo Andreoli (FdI), che inizia subito provocatorio, parlando di censura preventiva: «Stamattina volevo venire col bavaglio, ma per rispetto verso le istituzioni non lo faccio, mi limito a sventolare per qualche attimo lo striscione, che ripongo subito. Il punto qui è che è emersa una netta disparità di trattamento: la libertà va garantita a tutti, non solo agli amici. Ricordo l’art.21 della Costituzione. L’associazione Pro Vita e famiglia non è un’associazione violenta, a differenza di quelle che piacciono a qualcuno che creano disordini in piazza e non solo. Con questo pregiudizio si sta creando un precedente pericoloso: la città – dice rivolgendosi alla sindaca Castelletti, che viene definita “paladina dei diritti quando fa comodo” – non è vostra, così come non sono vostre tutte le idee».
La risposta è affidata all’assessore al Bilancio Marco Garza: «Sono stati comunicati i motivi del diniego. Peraltro sottolineo che la competenza in materia è di spettanza esclusiva di Brescia Mobilità quale affidataria della concessione del servizio delle pubbliche affissioni. Pertanto, il Comune di Brescia non ha espresso alcuna valutazione in merito, né ha adottato alcun provvedimento di indirizzo, né tantomeno un provvedimento di diniego».
Garza entra comunque nel merito: «Il concessionario ha ritenuto che il manifesto oggetto dell’istanza non contiene alcuna forma di comunicazione avente finalità istituzionali o sociali. Esso, sia nel contenuto letterale che visivo, veicola un messaggio che contesta il diritto all’autodeterminazione dell’orientamento sessuale ed esprime un giudizio negativo nei confronti della comunità Lgbtq+, paventando, attraverso immagine e testo, che la presenza della stessa nelle scuole sia lesiva per i bambini. Inoltre, si rileva come il messaggio non corrisponda alla realtà, poiché non risultano iniziative del tipo denunciato all’interno delle scuole comunali. Il messaggio è quindi contrario all’interesse pubblico che il servizio intende perseguire, e in contrasto con i principi di imparzialità, proporzionalità, buona fede e correttezza di cui agli artt. 2, 3 e 97 della Costituzione, nonché con l’art. 1 della legge 241/1990, apparendo potenzialmente idoneo a ledere le libertà individuali e i diritti civili, oltre che a generare allarme ingiustificato presso l’utenza».
Ribatte Andreoli: «Grazie all’assessore Garza per averci messo la faccia, visto che la sindaca paladina dei diritti è uscita dall’Aula. Resta il fatto che il giorno stesso dell’affissione il Comune l’ha impedita».
L’ordine del giorno
La prima ora della seduta è, come da tradizione, dedicata alle interrogazioni dei consiglieri comunali alla Giunta. Al centro, la gestione dei plateatici durante le manifestazioni, il risanamento ambientale a Chiesanuova e i manifesti promossi da Pro Vita e Famiglia.

La giornata proseguirà poi con le delibere. A scaldare il ring politico sarà il confronto sull’assestamento del Bilancio di previsione, discussione che potrebbe essere unita a quella sullo stato di attuazione degli obiettivi e dei programmi del 2025, entrambe ricognizioni che vedranno protagonista l’assessore Marco Garza. Come sempre su conti pubblici e stato di attuazione il carnet di temi sui quali può scattare il duello tra maggioranza e opposizione è vasto, ma quasi certamente l’opposizione pungolerà il centrosinistra sul dossier Holding.
Quindi, toccherà alle delibere sui debiti fuori bilancio (alias: le questioni giuridiche che hanno riguardato la Loggia, come ricorsi e cause), tra cui anche quella che prevede che il Comune risarcisca delle spese legali l’ex presidente del Brescia Calcio, Massimo Cellino, per la vicenda legata al pagamento (non dovuto dalla società secondo i giudici) della Polizia locale dispiegata durante le partite.
Dopo tre varianti urbanistiche, si arriverà alla petizione sulla mobilità: un testo, quello formulato dalla maggioranza in Commissione, che i firmatari – che hanno come capofila Legambiente – hanno già bocciato come «insoddisfacente».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.